I ragazzi sono assuefatti ai videogiochi?

Ylenia Sabato

Molto spesso ci si domanda quali sono i rischi che corrono i giovani che trascorrono tanto tempo davanti al computer. In particolare, i più si preoccupano della scarsa attività sociale intrapresa da coloro che giocano ai videogames  e la possibilità che, in presenza di elementi violenti, l’aggressività propria dell’essere umano aumenti esponenzialmente. In verità, stando anche alle testimonianze di alcuni ragazzi, queste sono preoccupazioni dovute più al pregiudizio ruotante intorno ai videogiochi, che problematiche effettive al cento per cento. Premettendo che, la durata di ore trascorse al computer deve essere equilibrata, i videogiochi presentano diversi aspetti positivi.  Innanzitutto migliorano le capacità cognitive, perché spingono al ragionamento su quale strategia adottare per sconfiggere un determinato avversario, così come incrementano la memoria e la percezione, abituandoti a studiare a fondo gli elementi della “mappa virtuale” in cui si muove il personaggino del gioco, interagire con gli oggetti, evitare la superficialità che potrebbe far perdere elementi preziosi, sforzare la mente alla risoluzione di un mistero ed a trovare gli indizi necessari a svelarlo, acuire la pazienza, la perseveranza, determinazione e voglia di mettersi in gioco. Persino i giochi più violenti, se non abusati, offrono uno sfogo personale consistente, migliorando l’umore o garantendo il superamento di una giornata stressante. Quello di permettere all’uomo lo sviluppo della propria  creatività e l’aumento della stima personale, è un prezioso aiuto dato dai giochi virtuali.  Al contempo la funzione multi-player e la connessione ad internet con capacità di creare lobby dove poter giocare con amici o estranei, migliora la cooperazione, il gioco di squadra e favorisce la conoscenza tra persone accomunate dalla medesima passione.  Naturalmente i controlli saranno sempre necessari, così come evitare di dare informazioni personali e sensibili a sconosciuti e segnalare possibili comportamenti scorretti a quanti gestiscono il gioco, ma l’orizzonte di attività positive legate ai videogames sono vaste e persistenti.