Don Milani, uomo – sacerdote – educatore degli ultimi

Don Milani, uomo – sacerdote – educatore degli ultimi

Giuseppe Lembo

Danilo Dolci, con tante comuni esperienze educative e formative in moltissime Scuole del Sud (dalla Sicilia, alla Basilicata, alla Campania ed alla Calabria), è un personaggio-testimone del nostro tempo, assolutamente da non dimenticare e tanto meno da cancellare dalla memoria, facendo, tra l’altro, un male da morire a quelli che verranno.

A oltre vent’anni dalla sua morte, va subendo la triste mala sorte della dimenticanza umana, lasciandosi dietro un vuoto di saperi e di valori assolutamente necessari al Futuro.

Purtroppo, questo nostro tempo, tutto centrato sull’avere-apparire, è sempre più avvitato su di un se stesso di medio respiro terreno che, indifferente com’è, ai valori universali ed ai saperi patrimonio di insieme del Mondo, si fa male, prima di tutto perché non conosce a fondo se stesso, negandosi, così facendo al Futuro.

Al richiamato nome del sociologo Danilo Dolci, importante Uomo del sapere, per la sua saggezza di pensiero, così come riportato nelle pagine dei suoi tanti libri, ancora oggi dal vivo “Palpitare di nessi”, per essere stato testimone del nostro tempo umanamente vicino agli ultimi, sfidando per questo suo impegno, i poteri deviati di un’Italia tristemente sbagliata e dal fare sempre più asfissiante contro la gente umile ed indifesa, il mio attento fare da pensatore e da giornalista della comunicazione autentica, mi suggerisce un altro nome importante.

È quello di Don Milani, scomparso 50 anni fa, un prete dall’umanità profonda e dalle grande e saggia disponibilità per gli altri; per i tanti altri umili, indifesi ed assolutamente indifferenti alla gente che conta ed al potere costituito sia laico che della Chiesa di Roma, con lo sguardo, purtroppo, sempre più attento al mondo temporale, dimenticando per strada, il suo importante ruolo umano – spirituale, assolutamente necessario per costruire un Mondo Nuovo; un Mondo di valori e di umanità oggi più che mai necessaria ed indispensabile per salvare il Mondo, da una catastrofe umanitaria, voluta dal fare sbagliato dell’Uomo, egoisticamente attento solo a se stesso.

E così, sulla scena italiana con grande protagonismo di umanità Don Lorenzo Milani, giovane scomodo sacerdote, fa la sua apparizione di prete innovatore.

Nato a Firenze negli anni venti del secolo scorso, oggi viene ricordato a 50 anni dalla sua morte prematura a soli 44 anni di età.

Un prete di “frontiera” che ha fatto parlare tanto di sé, soprattutto per il ruolo di educatore attivo ed intelligente nella Scuola meglio conosciuta come “Scuola di Barbiana”, anima viva della piccola comunità umana di Barbiana, frazione di Vicchio in provincia di Firenze.

Don Lorenzo Milani e la Scuola di Barbiana da lui fondata avranno un importante ruolo per lunghi decenni del secolo scorso ed … ancora oggi.

Una comunità, quella di Barbiana, tristemente senz’anima; grazie a Don Lorenzo Milani, sarà attraverso la voce dei suoi piccoli diseredati allievi, una voce di resurrezione per i tanti disperati della Terra, disumanamente abbandonati a se stessi a Barbiana come in tante altre parti del Mondo. Tutto è raccontato con protagonismo in un libro testimonianza “Lettera ad una professoressa” che tanto ha fatto parlare di sé in Italia e nel Mondo, per il protagonismo attivo degli allievi, che osarono alzare la voce contro l’indifferenza umana.

Un je accuse che ha lasciato il segno, anche se oggi, come per Danilo Dolci, si cerca di cancellare dalla memoria, la figura scomoda di Don Lorenzo Milani e dei suoi allievi, saggi testimoni di umanità nuova, di un nuovo comunicare e di nuovi saperi e conoscenza, per uscire dalla solitudine esistenziale di un Mondo di ultimi da sempre indifferente a tutti; a tutti quelli del potere italiano poco saggiamente attento agli ultimi ed alla loro crescita umana e sociale.

Da prete di frontiera, fortemente scomodo, Don Lorenzo Milani trovò spesso le porte chiuse anche nella sua “Chiesa” come ci raccontano le meravigliose pagine di “Lettera ad una professoressa” ha cambiato le sorti degli “ultimi di Barbiana”. Ha cambiato le sorti di uno spazio educativo fortemente voluto da Don Lorenzo Milani, testimone di un nascente nuovo umano, conosciuto ed apprezzato dal Mondo che ha imparato a farne uso per cambiare la vita degli ultimi, trasformandola, da vita negata, in vita di uguaglianza umana bella da vivere.

Che grande educatore, il prete di Barbiana! Un prete scomodo che, facendosene una saggia e santa ragione, non esitò minimamente ad alzare la voce, mettendo in luce i tanti mali di “potere sulle anime morte” esercitato dalla Chiesa di Roma e dai suoi apparati territoriali, sempre più indifferenti a camminare insieme, per il bene delle tante anime smarrite e sempre più sole con se stesse.

Don Milani, “prete di frontiera” con le tante testimonianze umane, contenute nei percorsi educativi della Scuola di Barbiana, di cui “Lettera ad una professoressa” è ancora oggi un saggio vangelo di vita, è la saggia e sacra testimonianza di un’Italia attenta all’umanamente nuovo ed ai valori universalmente intesi, con gli ultimi, non più ultimi; con gli ultimi, non più ultimi, uomini-sudditi senz’anima dai diritti violentemente negati con grave danno umano e dell’anima tristemente abbandonata a se stessa, in quanto indifferente a chi dovrebbe averne cura spirituale e terrena.

Don Milani, il meglio del mondo sacerdotale ed umano, è una testimonianza di vita da conservare al futuro; è un esempio di umanità da non cancellare dalla memoria del tempo che “irreparabile fugit”.

Come Danilo Dolci, uomo e testimone del suo tempo, Don Lorenzo Milani, rappresenta una risorsa del pensiero e del fare che serve al Futuro per quel suo  messaggio di un Nuovo Mondo che nel suo difficile cammino verso il Futuro, dovrà accompagnare l’Uomo della Terra verso il nuovo del Mondo.