Mercato San Severino: allarme cinghiali tra boschi di Spiano e Acquarola

Anna Maria Noia

Le popolose aree boschive di S. Severino offrono ombra e ristoro dalla calura estiva, nonché ossigeno per l’uomo; ma sono anche dimora di numerose specie di fauna selvatica – rapaci visibili raramente in città, oppure cinghiali selvatici. È notizia di questi giorni, diramata da ambientalisti e appassionati di equitazione e della natura, che spesso stigmatizzano – con attenzione ecologica – la caccia (specie di frodo), che è stato ritrovato una carcassa di cane ucciso molto probabilmente dai simpatici cinghialetti. Una popolazione che è aumentata di numero, particolarmente negli ultimi anni. E ciò, a dispetto del fatto che vengano predati: rappresentano, infatti, un “trofeo” molto ambito dagli appassionati dell’arte venatoria. La carcassa del cane è stata rinvenuta tra Spiano e Acquarola – entrambe frazioni, località di S. Severino. La scoperta, a cura di un gruppo di cacciatori. Mammiferi dunque in attacco. I cinghialetti, generalmente, sono schivi e riservati; non attaccano l’uomo, né altre specie – sempre che non si sentano minacciati oppure che vaghino in cerca di cibo. A volte, sono le femmine (madri) a difendere quello che è – a tutti gli effetti – il proprio habitat naturale, il bioma, l’ecosistema in cui vivono. Non è infrequente, nella zona sopra descritta, imbattersi nei simpatici animaletti selvatici. Spesso, i miti abitanti dei boschi fungono da esca e da golosa preda per i seguaci della dea Artemide; stavolta le bestiole sono passate dalla condizione di preda braccata a quella di assalitori. A volte, la loro presenza “sconfina” tra le coltivazioni più a valle; ma questo accade di rado. Certo, qualche danno lo provocano, ma sono fenomeni episodici, sporadici. In genere, sono creature che si rifugiano negli anfratti delle foreste. Il cinghiale è anche il “re” dell’apposita sagra che si tiene nel centro della Valle Irno Gaiano. Per tal motivo, sono in molti a volerlo catturare; a volte vengono ritrovati resti di questo povero animale a brandelli, mutilato. Succede, per esempio, alla frazione Oscato. Qui, nell’estate di due anni fa, V. M. – esperto conoscitore dei sentieri boschivi – ha notato il cadavere di un giovane cinghiale femmina, apparentemente di un quintale di peso. Accanto, due cuccioli ancora da svezzare. Bracconieri? Forse. Nell’agosto 2016, invece, lo stesso personaggio ha vissuto una brutta avventura, assieme ad altri escursionisti a cavallo: ben 14 cinghiali affamati hanno caricato il gruppo, causando la caduta di una 25enne – fortunatamente senza gravi conseguenze. Pare che vi sia un ripopolamento in atto, a cura degli appassionati di caccia. A causa di ciò, i cinghiali penetrano nelle proprietà dei contadini, razziando e provocando danni – sia pur abbastanza contenuti.