Eboli: Sinistra Unita a manifestazione contro impianti compostaggio Battipaglia

Il 23 Novembre la Sinistra Unita di Eboli sarà alla manifestazione  indetta dall’Amministrazione Comunale di Battipaglia e dai movimenti di lotta di quella città contro i nuovi insediamenti di impianti di lavorazione dei rifiuti  previsti dal Piano  De Luca e avallati, di fatto, dal  sindaco di Eboli Cariello tesi a rendere la piana del Sele una sorta di pattumiera dei rifiuti dell’intera regione Campania.

La Sinistra non è contraria agli impianti di compostaggio del rifiuto organico, i quali sono di fatto la conclusione del ciclo della raccolta differenziata.

Ma questi impianti devono avere la caratteristica di “ Impianti di Comunità”.                                                      Devono servire essenzialmente l’area nella quale sono ubicati.                                                                 Devono essere realizzati a norma e devono essere oggetto di un controllo democratico da parte dei Comuni e dei Comitati di cittadini riconosciuti, che vigilano affinché non diventino una ulteriore bomba ecologica. La Piana del Sele non ha bisogno di altri impianti, essendoci già quello di Eboli che ha una capacità di 20.000 tonnellate annue e che quindi sarebbe in grado di raccogliere l’organico di Eboli, Battipaglia, Bellizzi, Pontecagnano e Capaccio.                                                                                                        Devono funzionare bene, cosa che allo stato non avviene visti i miasmi che avvelenano l’area dell’intera Piana e devono aprire le loro porte a controlli pubblici, cosa che allo stato non avviene!

Pensare a realizzare un nuovo impianto di compostaggio della capacità di 35.000 tonnellate ( nel piano Caldoro erano addirittura 85.000) nello STIR di Battipaglia, che già raccoglie l’indifferenziato di quasi tutta la Provincia di Salerno  e che ha dato i problemi rilevati a seguito dei controlli ARPAC  per una cattiva gestione ed una mancata manutenzione decennale; pensare  come fa l’amministrazione  di Eboli ad un ampliamento dell’impianto di Eboli che si vorrebbe portare a circa 80.000 tonnellate, pensare ad autorizzare un ulteriore impianto privato nell’area PIP di Eboli, che si aggiungerebbe a quelli già esistenti fra la nostra città e Battipaglia (dove ve ne sono   già almeno  6  che lavorano i rifiuti) , con problemi enormi in termini di emissioni ed in termini di viabilità con camion spesso “ percolanti”,  significa davvero avere una concezione della Piana del Sele  limitativa e tutta spostata sul “ business” dei rifiuti.

Non si deve dimenticare che questa area, per altro, ha già abbondantemente dato sul terreno dell’emergenza rifiuti: basta ricordare le discariche che per decenni hanno servito l’intera provincia, oltre al CDR (oggi STIR), allo stoccaggio di eco-balle ecc.

NON E’ QUESTA L’IDEA NOSTRA DELLA PIANA DEL SELE, CHE NOI RITENIAMO POSSA ESSERE IL VOLANO MOTORE DELLA ECONOMIA NON SOLO DELLA PROVINCIA DI SALERNO, MA DELL’INTERA REGIONE CAMPANIA, SE SOLO SE NE VALORIZZASSERO LE RISORSE.

Intanto in questi ultimi anni abbiamo assistito da parte della regione Campania, a guida Caldoro prima e De Luca dopo, ad una vera “marginalizzazione “ di questa area  su tutti i campi, grazie anche all’inconsistenza se non addirittura all’assenso delle amministrazioni locali a partire da quella di Eboli con Melchionda prima e con Cariello ora.

Abbiamo perso l’opportunità dell’Ospedale Unico della Piana del  Sele che Caldoro, nel silenzio imbarazzante dei nostri amministratori locali,  bollò come non prioritario per la sanità regionale . Ed oggi ci ritroviamo a fare le lotte di campanile con Battipaglia senza poter dare risposte credibili ai cittadini. Meno male che c’è un comitato cittadino che segue questa vicenda, indipendentemente dai sindaci di turno, che ha prodotto anche un ricorso al TAR contro queste scelte tradotte poi nel Piano aziendale.

  • Negli anni scorsi abbiamo assistito, nel vuoto pneumatico di intervento dei nostri amministratori comunali, allo scippo del Polo Agro Alimentare previsto a San Nicolo Varco, così che  quell’area  rimane nell’abbandono totale.
  • Abbiamo visto scippare alla Piana del Sele l’interporto che doveva essere collocato a Battipaglia. Quella città, però, aveva almeno la scusante di essere governata, allora, dai commissari. Ma le altre città hanno taciuto in una logica miope di campanilismi.
  • Abbiamo assistito al lancio del progetto di realizzazione della bretella che dall’uscita autostradale di Campagna dovrebbe portare a Agropoli, tagliando fuori completamente la Piana del Sele. E intanto sul nostro territorio non si completano i lavori dell’Aversana, non si interviene sulle provinciali che da Pontecagnano, Bellizzi, Battipaglia ed Eboli portano al mare, divenute oggi dei veri percorsi di guerra e su cui ogni anno durante la stagione estiva contiamo morti e feriti. E poi parliamo di turismo!

L’amministrazione Cariello nulla dice rispetto al Grande Progetto della Provincia di ripascimento delle spiagge, dal quale hanno preso le distanze Capaccio, Pontecagnano e Battipaglia in quanto rischia di ridurre il nostro mare ad una sorta di palude, nel momento in cui si  prevede la realizzazione di decine di pannelli, perpendicolari alla spiaggia, che interferiscono con le correnti marine.                                                                                                                                                                                                                             Non si parla più del marchio Piana del Sele per i nostri prodotti agricoli e caseari, che sarebbe una operazione straordinaria di promozione e di affermazione delle nostre eccellenze .                                                                   Nulla dice l’Amministrazione Cariello rispetto all’altra operazione De Luca, che ha diviso la provincia di Salerno in due grandi aree turistiche : una al nord ( la costiera Amalfitana, che ha una sua omogeneità ) e l’altra al Sud del Capoluogo, abbinando la Piana del Sele alla Costa Cilentana e così rendendo improbo qualsiasi discorso unitario sullo sviluppo turistico costiero . Eppure il turismo potrebbe essere l’altra grande opportunità del nostro territorio oltre all’agricoltura.

DENUNCIAMO, QUINDI, UNA POLITICA DI MARGINALIZZAZIONE DI UNA INTERA AREA, UNA POLITICA PENSATA AI LIVELLI REGIONALI E SUPINAMENTE ACCETTATA, SE NON ADDIRITTUTRA AVALLATA, AI LIVELLI LOCALI, ORA COMPLETATA CON IL “PROGETTO PATTUMIERA”

Sinistra Unita