Cilento mondo, patrimonio di saperi universali, sempre più senz’anima

Giuseppe Lembo

 

C’è nel Cilento, terra protetta, patrimonio dell’umanità una condizione diffusa di indifferenza, di abbandono e di degrado che ha tristemente portato indietro i nostri territori sempre più sedotti ed abbandonati. Aveva una santa ragione il saggio Presidente Vincenzo La Valva, nel dire, rivolgendosi alla comunità del Parco, “Il Parco siete voi”. Una grande verità-testimonianza quella dell’Amico La Valva, a cui, onorandone la memoria, va la mia stima ed il mio affettuoso rispetto umano. Grazie, Vincenzo La Valva, Amico dell’Anima! Le testimonianze ed il Tuo impegno territorialmente diffuso, sono un’importante risorsa per tanti che sanno apprezzare le tante umane, naturali e storiche risorse del Territorio protetto. Il mio spontaneo amore per il Cilento Parco, mi fa dire che, c’è una condizione triste di grave sofferenza umana, con un crescente invecchiamento della popolazione ed un diffuso e tragico spopolamento, causa di un insieme sociale sempre più abbandonato a se stesso e di un grave familismo tristemente arretrato in sofferto individualismo e vissuto in sofferta solitudine, con la gente che proprio non sa volersi bene e non sa vivere bene insieme agli altri e che si nega al Futuro, facendosi un male da morire, per un agire poco solidale e per una crescente indifferenza nei confronti della Natura e della TERRA che non sanno più volere bene e tanto meno AMARE, come luogo della propria vita, bello da vivere. Tutto questo ed altro c’è nella vasta area protetta del PARCO, sempre più degradata ed abbandonata a se stessa, soffrendo disperatamente dei mali italiani dell’abbandono, della fuga dei cervelli e di una triste condizione di indifferenza a tutto dell’umano territoriale, che soffre in silenzio dei mali antropici di sempre, aggravati dalla nuova condizione di un mondo in divenire sempre più globale, ma disperatamente individuale e, purtroppo, sempre più territorialmente dal FUTURO NEGATO. Le gravi sofferenze antropiche in cui vive la Gente del PARCO sono aggravate dall’indifferenza individuale e di insieme a tutto per tutti. Tanto, tra l’altro, per l’incapacità di camminare insieme, volendosi bene e di essere considerati saggiamente cittadini protagonisti del mondo e non solo sudditi senz’anima indifferenti a tutti e soprattutto a quelli del potere istituzionale che non ne ha alcuna considerazione ne’ umana, ne ‘sociale e tanto meno culturale e/o economica. Con indifferenza anche i territori del Parco vanno subendo la scure della dismissione, nonché l’indifferenza per i servizi sempre più cancellati, con un crescente non fare Niente per la viabilità, i trasporti, i servizi per la salute, per i luoghi di aggregazione e per la promozione della CULTURA. Oltre alle gravi e sempre più diffuse sofferenze antropiche, c’è una condizione altrettanto diffusa di abbandono e degrado dei territori sempre più casa protetta di una specie animale, più considerata rispetto all’uomo che, con crescente indifferenza si va tristemente cancellando. Mi fermo qui! Ma non è assolutamente saggio e giusto fermarsi pensando con indifferenza al niente, voltandosi dall’altra parte.