Mercato San Severino: Consiglio comunale disertato dall’opposizione

Anna Maria Noia

L’opposizione del “parlamentino” comunale (ovvero il consiglio comunale, la civica assise) diserta le due convocazioni, previste entrambe nel pomeriggio dello scorso 2 novembre. Un incontro importante, su un argomento di scottante attualità: la rinegoziazione dei prestiti comunali, appunto dalla Cassa Depositi e Prestiti. Il tema, di cui si sarebbe dovuto discutere ai primi del mese, era stato fissato dopo il precedente incontro (sempre consiglio comunale) del 31 ottobre; in tal data, il primo cittadino Antonio Somma ha presentato un ricco programma di iniziative. E tutti erano nella sala riunioni. Ma torniamo al 2 novembre: alle 16 era prevista la prima convocazione. Due in aula: il sindaco e l’onnipresente (nel senso non deteriore, ma anzi quale esempio di correttezza) esponente dell’opposizione Annalucia Grimaldi – movimento Cinque stelle. Alle ore 17.30 si sarebbe dovuta tenere la seconda convocazione. E – fino alle 18 – neanche si è formato il numero legale dei consiglieri (sarebbero dovuti essere presenti sedici amministratori). Così, alle 18.30, il responsabile (vice segretario generale del Comune) avvocato Gennaro Izzo – il segretario è invece l’avvocato Vittorio Martino, insediatosi da pochissimo al posto di Monica Siani (in precedenza un’altra donna, Clara Curto) – ha ritenuto opportuno riaggiornare la seduta. Sebbene la tematica scadesse il giorno dopo, il 3 di novembre, la seduta è stata “semplicemente” nulla e non si è sciolto proprio l’intero consiglio solo in quanto la rinegoziazione non risultava “vincolante” in tal senso. Altrimenti si rischiava un ulteriore periodo di commissariamento. Ma, l’assenza di molti politici, la dice sicuramente lunga su una paventata difficoltà di governo nella cittadina, ed esprime la vergognosa irresponsabilità degli stessi politici di opposizione – sebbene ogni scelta vada rispettata e riconsiderata alla luce di tante variabili. Molti cittadini sanno che – se si tornasse a votare – si spenderebbero ulteriori grandi somme che il Comune, onestamente, potrebbe senz’altro risparmiare. Si parla di circa 250mila euro per allestire e dotare i plessi elettorali. Per questo, i cittadini stessi si augurano che l’appello alla responsabilità che interessa appunto l’opposizione venga accolto con favore. In questi giorni, in realtà, si parla di tutto e del contrario di tutto: appena poche settimane fa era data per certa un’intesa tra Somma e il suo vice più “prossimo”, Vincenzo Bennet. Addirittura si tirava in ballo una sorta di “alleanza”; adesso le due parti non possono sembrare più lontane. Dov’è la verità? Certamente l’ingovernabilità di S. Severino è dovuta alla legge elettorale, ma potrebbe – forse – bastare il buon senso di mettersi a tavolino e ragionare su ogni singolo punto dei programmi promossi e dai “Sommisti” e dai… “Bennettiani”. Tornando – nuovamente – a noi, ecco (per la cronaca – nuda e cruda) i nominativi dei cinque consiglieri (sei, compreso il primo cittadino) “superstiti” del consiglio-farsa: oltre alla già citata Grimaldi (pentastellata), Gennaro Esposito, Gaetano De Santis, Eliana Landi, Anna Immacolata Iuzzolino. Siccome mancava, in sala, il presidente dell’assise cittadina – Fabio Iannone (assente anche il vicepresidente) – ha presieduto il candidato che ha ottenuto più consensi nell’ambito delle votazioni estive, per le amministrative sanseverinesi: Eliana Landi. Oltre ai sunnominati esponenti, vi erano gli assessori Peppe Albano, Luciano Lombardi, Angela Boccia, Maria Picarella, Erminio Della Corte. Insomma, al Comune è intervenuto praticamente solo l’entourage del sindaco Somma. “Pesavano” – se così si può affermare – maggiormente le assenze degli avversari Angelo Zampoli e di Eduardo Caliano. Ma di certo non erano… “giustificabili” neanche gli altri. Anche se – tutto è molto delicato, tocca nervi scoperti – occorre di certo capire le motivazioni da ogni parte istituzionale: pare che il presidente Iannone avesse chiesto all’amministrazione se vi fossero argomenti di particolare gravità da affrontarsi il 25 e il 31 ottobre. Pare anche che fosse stato detto di no. Poi, il condizionale è d’obbligo, Somma e i suoi avrebbero cambiato idea.

Ma ascoltiamo anche l’opinione di Enzo Bennet, che ai vari organi di stampa avrebbe dichiarato: “Non è tanto importante prolungare i tempi per il pagamento dei mutui, quanto estinguerli il prima possibile, per non farli gravare sulle nuove generazioni”. Sono parole rivolte a un cronista di un diffuso quotidiano locale. Bennet afferma ancora: “Sarebbe stato opportuno condividere l’eventuale utilizzo delle economie di cassa”. E conclude: “L’appello del sindaco alla responsabilità è stato da noi più volte accolto”. E non si può affermare che sia falsa, tale frase: sicuramente Bennet si è comportato da “galantuomo” (coscientemente) in diverse occasioni e in svariati consigli comunali. Dove ha sostenuto con forza il suo “avversario”.  A volte, è stato davvero indispensabile. Ma stavolta, sembra, le parti non si vogliono intendere, incontrare, capire. Ragioni fondatissime, certo, ma occorre pensare agli elettori sanseverinesi –stanchi di anni di cattiva gestione amministrativa e dell’anno di commissariamento. Che, comunque, è stato una sconfitta e uno smacco per la cittadinanza, la collettività, la comunità. Checché ne pensino i precedenti esponenti dell’opposizione, incapaci – si potrebbe quasi dire – di contrastare il “fenomeno” Giovanni Romano, leader indiscusso (o quasi) del Centrodestra locale, da un ventennio esatto. Nel 1995 Romano, una lunga gavetta all’interno di un partito quale l’MSI e – dignitosamente – lavorativa, come operaio in fabbriche di pomodoro; rappresentante; meccanico si impose sugli avversari perché considerato “il Nuovo che avanzava”. Ed ora, chi rappresenterà la S. Severino del futuro, ma anche del… “presente”? Ai posteri l’ardua sentenza, voleva Alessandro Manzoni.