Baronissi: al Frac, inaugurazione mostra “Francesca Poto [ka’m:εo]”
Sabato 28 ottobre alle ore 18:30, apre al pubblico la mostra personale di Francesca Poto dal titolo [ka’m:εo]. Curata da Massimo Bignardi, collaborato da Maria Apicella, Giuseppe Casaburi, Luca Mansueto e Gianfranco Rizzo, l’esposizione propone un percorso scandito da incisioni, installazioni e video che acquista il valore di una antologica della produzione creativa di Francesca Poto.«Con la mostra dedicata a Francesca Poto, tra le grandi interpreti dell’incisione italiana – scrive il Sindaco Gianfranco Valiante nella nota introduttiva al catalogo pubblicato da Gutenberg Editore – la cui opera ha riscosso un ampio consenso in occasione delle mostre allestite in diversi Paesi dell’Estremo Oriente, continua il percorso di conoscenza e di promozione che il FRaC fa delle pagine più significative dell’arte contemporanea in area salernitana. Presenze che ci onorano all’estero, riconosciute in Italia, basti pensare all’ultima grande installazione che l’artista ha realizzato nella magica scena del Santa Maria della Scala a Siena, unitamente alle mostre allestite in Cina, Germania e in altre città italiane». Al centro del percorso espositivo la serie di Kameo che, in sedici tavole, riassume quella che per l’artista è l’immagine di una Salerno. Una città riletta nel profilo di figure ben evidenti e note del panorama culturale italiano, che l’occhio della città ha in parte dimenticato o distrattamente messo da parte. Profili che parlano del nostro tempo e contestualmente di un passato, se pur prossimo, della nostra provincia: una sensazione che Francesca Poto consegna come riconoscimento, come rivelazione quindi come processo che invita alla conoscenza. «Non è facile – annota l’artista – spiegare o raccontare la nascita di un nuovo progetto, e Kameo non fa certo eccezione. Sono partita dall’idea del ritratto, e questo ha comportato, in primis, la scelta di soggetti da ritrarre. Mi sono concentrata su persone legate alla mia città, Salerno. Persone che con il loro lavoro hanno avuto ed hanno un ampio riscontro sulla scena nazionale ed internazionale; non solo o non necessariamente dei personaggi pubblici».«L’esperienza creativa di Francesca Poto – rileva Massimo Bignardi – è segnata da un sincronismo fra lo sviluppo narrativo dell’immagine e la pratica, cioè l’esercizio delle tecniche con le quale si esprime: il punto di sutura si ha quando, come nel caso delle due grandi incisioni a più lastre dal titolo In canto terminate di recente, la composizione rimette in discussione tutto, aprendo varchi a nuove tecniche di rapporto con la realtà ottico percettiva, ma anche ad un nuovo linguaggio. Le grandi lettere rosse dell’alfabeto greco dell’opera In canto sono disposte in rapporto alle immagini, attinte, queste ultime, ad un personale album mentale: le lettere assumono il valore di pittogrammi che interferiscono nel testo narrativo dei brani figurali, disegnando un abbecedario di forme, con intervalli ritmici tali, però, da non distrarre o, meglio, evitando facili avvicinamenti, quasi da rebus. La scrittura è assunta come linea colore, esclamazione, suono, parola, canto, visione: l’immagine non è consonante ad essa, ossia non si colloca al suo fianco come dichiarazione percettiva, quanto ulteriore scrittura che prende in prestito dalla fotografia la capacità di tradurre la luce in segno».