Mercato San Severino: Messa per don Salvatore Guadagno a San Giovanni

Anna Maria Noia

Alle 19 del 6 ottobre scorso, nella chiesa di S. Giovanni in Parco a Mercato S. Severino, è stata officiata una celebrazione liturgica in onore del compianto e carismatico sacerdote don Salvatore Guadagno – parroco dapprima nella frazione Pandola e poi a S. Giovanni (dal 1979 al 1988). Ciò in occasione del XXV anniversario dalla scomparsa (avvenuta nel 1992). Il vescovo emerito Gerardo Pierro (che lo ha conosciuto davvero da vicino, apprezzandone l’umiltà e l’umanità, la modestia come il carattere tra il serio e lo scherzoso) ne ha presieduto l’opportuna e doverosa Messa – tracciandone un ulteriore buon ricordo. Una persona davvero disponibile e concreta, nel suo ministero presbiteriale. La cerimonia in ricordo del buon don Salvatore – presenti tanti suoi familiari, in una chiesa gremita e commossa – è stata sobria eppure solenne; concelebrata da molti altri preti suoi amici e/o estimatori. Tra di essi: padre Graziano Cerulli (da Castel S. Giorgio), don Vincenzo Romano e don Enzo Caponigro – direttamente da Eboli. Ma non soltanto. A rendere testimonianza d’affetti e devozione verso don Salvatore anche un religioso amico di scuola del Nostro: don Gaetano. E poi tanti amici o conoscenti. Al termine, sono state effettuate commoventi e preziose testimonianze da parte di alcuni fedeli, particolarmente coloro che gli furono più vicini. A esprimere sentimenti di cordoglio e affettuosa compartecipazione verso don Guadagno: Anna Vuolo Salvati, docente alle scuole elementari; l’ingegner Michele Ciarletta – ordinario di Meccanica Razionale all’università di Salerno; la professoressa liceale Rachele Noia (tra i “giovani” del prete). In particolar modo, la prima “testimone” ha tracciato un saluto anche da parte del figlio – l’avvocato Michele Salvati, deceduto prematuramente e che seguiva, sensibilmente, gli insegnamenti e (soprattutto) l’esempio di don Salvatore. Che tra l’altro amava usare i mezzi di informazione, quando a S. Severino esisteva la “mitica” Trs di Giovanni Bisogno e dei suoi figli. Brevi e concisi, tutti e tre i “ricordi” del presbitero da parte degli interpellati. Chi ne ha ricordato l’attiva operosità e chi il modo di intrattenere e di stare – sempre – accanto al suo popolo, al “gregge” che Cristo gli aveva affidato. E lui, un padre buono. Appunto esemplare. Una personalità fervorosa – quella di don Salvatore; animato dal Vangelo, attuava catechismo nelle scuole e sosteneva un vasto gruppo giovani a S. Severino (tra i quali il già citato e ricordato Michele Salvati e altri professionisti della S. Severino di una volta). Di lui si ricorda l’aver donato le proprie scarpe a un bisognoso. Ed anche la forte coscienza ecologica, avendo propugnato con insistenza la nascita del parco “Boschetto”. Ma visse anche la spiacevole esperienza del carcere: per non infrangere il segreto confessionale subì la detenzione per alcuni mesi (1984). Un tempo terribile, in cui egli si è levato moralmente. Ligio agli insegnamenti di Gesù. In seguito, fu colpito da una grave forma di tumore ai polmoni. Obbediente ai dettami della Chiesa, ha dato il nome ad un plesso scolastico di S. Severino. Lo stesso arcivescovo emerito Pierro ha scritto un opuscolo su di lui; presto un’altra pubblicazione sulla sua figura – stavolta da parte di don Raffaele De Cristofaro. Agli inizi del 2018, don Raffaele darà alle stampe un contributo culturale su don Salvatore ma anche su altri due “celebri” (e soprattutto amati e degni di essere ricordati) sacerdoti della temperie di Mercato S. Severino negli anni: don Raffaele Carratù e don Vito De Nicola (morto sotto le bombe della seconda guerra mondiale). Vissuti molto tempo fa e conosciuti per la loro alta integrità personale. Si attende dunque l’opera – al più presto.