Capaccio Paestum: assessore comunale Aprea, replica articolo offensivo

Circa l’articolo di ieri pubblicato su “La Città” che mi citava, devo dire che seppure io l’abbia trovato puerile ed offensivo giornalisticamente, sento di dover replicare perché so che nasce da un comunicato stampa che esprime l’opinione di alcuni cittadini Capaccio Pestani, ai dubbi dei quali per rispetto vorrei offrire rassicurazioni. Siccome non covo astio, mi piace partire dal condividervi una riflessione: “Uomo di cultura o Amministratore della cultura”; un’equazione o un dilemma? Probabilmente è solo un problema di natura semantica. Infatti bisognerebbe innanzitutto comprendere cosa possa e debba rappresentante oggigiorno la cultura a Capaccio Paestum, specie in chiave programmatica e amministrativa. Per la verità, il programma elettorale della coalizione che ha accompagnato al sindacato Francesco Palumbo, nelle cui liste sono stato candidato partecipando all’agone politico senza reticenze, ha risposto a tale quesito determinando che é il momento di far si che la tradizione culturale possa essere finalmente utile a generare partecipazione, innovazione sociale e, conseguentemente, economia, occupazione, impresa. Ciò anche in virtù del fatto che l’Europa sapientemente legge la cultura come un asse trasversale al quale ancorare ogni altra linea di sviluppo. Non possiamo quindi trascurare la necessità di stimolare uno slancio dell’impresa culturale e creativa che langue in maniera disdicevole, così come non possiamo pensare a perpetrare studi e approfondimenti accademici che non siano agganciabili ad altre filiere produttive, vedi turismo, vedi agricoltura. Il Sindaco, del quale mi onoro di essere un collaboratore da oltre un decennio, punta sulla rigenerazione capillare del territorio partendo dall’esaltazione e diffusione dei valori reali che esso esprime. In chiave amministrativa, dunque, non é immaginabile che la cultura, intesa in una certa maniera, vada in una direzione isolata ed incoerente con questi obiettivi. Io svolgo l’attività di euro-progettista e spero di contribuire a far si che Capaccio Paestum prenda dai programmi europei ciò che gli spetta e che non é mai nemmeno riuscita a chiedere, e tutto questo poggia su una lettura più “aperta” del ruolo della cultura. Peccato per chi mi ritiene agganciato a fazioni politiche… vuol dire che non mi conosce. E peccato ancora di più per i confronti, maleducati, con personaggi della cultura locale che stimo e con molti dei quali ho rapporti di amicizia e dai quali mi aspetto una proficua collaborazione. Comunque, per rassicurare la quanti si fossero turbato, credo di poter affermare che una lettura del mio curriculum culturale, magari non esaltante, non sia però proprio assimilabile a quello di uno sprovveduto. Dalla presidenza di Incontri Mediterranei, patrocinati dalla Commissione Europea, alla direzione della Fondazione Palladio di Vicenza, della Fondazione Alario per Elea Velia e della Fondazione Giambattista Vico, Istituto di Alta Cultura, alla direzione di nove Istituti regionali di Alta Formazione, alle collaborazioni universitarie tutt’ora in corso, anche come docente in Master Internazionali, solo per citare qualcosa. Beh! Però che tristezza doversi qualificare! Circa poi il mio essere agropolese. Già! É un incontrovertibile dato di fatto. Però, mi sia concesso di dire che ho sempre svolto attività a Capaccio Paestum dove sono stato per 12 anni socio del Lions Club che ho anche presieduto e dove da 4 anni dirigo il Patto Magna Graecia. Mi scuserete se l’intervento non é proprio simpatico ma nemmeno posso lasciarmi offendere da chi non mi conosce e non conosco. A questo problema però spero si possa presto rimediare, invito dunque i miei detrattori a venirmi a far visita presto. Avrò davvero piacere di risolvere o confermare di persona i vostri dubbi e le vostre preoccupazioni. Poi, giusto per chiudere sull’ingorgo semantico… oggigiorno, una cosa é essere un “uomo di cultura”, altra é “amministrare la cultura”. Le due cose è naturale che possono o debbano anche in parte coincidere ma non per forza sovrapporsi. Nella recente storia nazionale la totale assimilazione di ruoli ha provocato spesso situazioni paradossali se non catastrofiche, fatta salva l’esperienza, pur discussa, dell’assessorato alla Cultura del Comune di Milano… sono coincise solo in un caso, eppure discusso non poco, ovvero quello dell’assessorato alla Cultura del Comune di Milano assegnato a Philippe D’Averio… Ma credo siano altre proporzioni! Comunque, con modestia ed umiltà mi pongo al servizio della comunità Capaccio Pestana, cercando anche di dare opportunità a tanti talenti inespressi mai considerati prima. La cultura non può essere “pretesta”, e da noi che viviamo in un vero e proprio giacimento culturale, é nell’aria… Non possiamo precludere ad alcuni di respirarla! Ecco perché oltre alla cultura il Sindaco ha ritenuto opportuno delegarmi anche all’innovazione sociale e alla programmazione europea. Chiuderei il dubbio amletico posto in partenza con la seguente definizione: “Cultura ben amministrata”! Cordialità

Claudio Aprea