Eboli: sen. Cardiello “Beni confiscati, non affrontare problema un’aggravante, illegalità diffusa ad Eboli”

 Il Sen. Cardiello replica alle affermazioni del Sindaco. “Il maestro del trasformismo per eccellenza confonde la Coop. Spes Unica di Cozzolino con l’attività svolta dall’Associazione Spes Unica di Don Ezio Miceli. Evidentemente avrà preso un colpo di sole a Capri. Le opere lodevoli svolte da Don Ezio, riconosciute da tutti me compreso, nulla hanno a che vedere con il continuo abuso delle proprie funzioni politiche da parte della giunta comunale che sfociano puntualmente in atti illegittimi. Assegnare senza bando di gara un bene confiscato, peraltro modus operandi di questa amministrazione per la gestione di tutto il patrimonio comunale, è una chiara violazione di legge e come tale va perseguita. Resta da capire il motivo tecnico e giuridico per cui non viene avviato un regolare bando ad evidenza pubblica, al fine di garantire massima trasparenza e concorrenza tra le cooperative e/o associazioni con fini sociali. La questione assume proporzioni di enorme e diffusa illegalità, in quanto va inserita in un contesto che non offre dubbi: il patrimonio comunale ebolitano, come documentato dalla Commissione Controllo e Garanzia locale, è diventato un affare per pochi intimi “amici” a discapito della comunità. Basta ricordare il Centro Polisportivo Spartacus che da bene pubblico è diventato ad uso e consumo privato; la gestione dei parcheggi comunali alla “solita ditta”; gli alloggi popolari non sgomberati; l’assenza di procedura di gara pubbliche per l’uso delle strutture sportive ecc….Attendo di conoscere quali criteri sono stati usati per individuare proprio la Cooperativa Spes Unica (non l’Ass. Spes Unica) per l’assegnazione di un ulteriore bene confiscato, visto che ne esistono tante che fanno il loro dovere pagando in fitto (con propri fondi) strutture per offrire servizi a minori disagiati. Approfondiremo questa ed altre questioni per il tramite del Direttore dell’Agenzia Nazionale Beni Confiscati alla Mafia, il MInistro dell’Interno e la Commissione Antimafia.”