Montefalcione: al via Convegno su servo di Dio Matteo Farina

Michele Gagliarde

“Matteo Farina: il Sorriso di Dio”, è il titolo del convegno che si terrà il 24 Agosto 2017 presso il Chiostro benedettino interno al Comune di Montefalcione (AV) in via Cardinale dell’Olio, 7 alle ore 20:15. L’evento, patrocinato dallo stesso Comune di Montefalcione e inserito nel più ampio programma dei solenni festeggiamenti in onore di Sant’Antonio e Santa Lucia, avrà come obiettivo primario lo scopo di far conoscere la straordinaria avventura vissuta nella quotidianità di questo giovanissimo testimone della fede per il quale si è già chiuso posivitamente lo scorso 24 aprile il processo diocesano sulla vita, sulle  virtù e sulla fama di santità, ad otto anni esatti dalla sua nascita al Cielo. A parlarci di lui  sarà Raffaele Sabatino, terziario francescano e laureando in  Scienze Religiose presso l’ISSR “San Giuseppe Moscati” di Avellino con una tesi incentrata proprio sul giovane servo di Dio. Faranno da moderatori il professor Mario Baldassarre e la professoressa Giovanna Polcaro. Salito al cielo appena maggiorenne,  la vita breve ma intensa di Matteo Farina, nato ad Avellino ma vissuto per la maggiorparte della sua vita nel rione Casale a Brindisi, ebbe una  decisiva svolta nella notte tra  il 2 e il 3 gennaio del 2000 quando,  poco dopo la sua prima confessione, riceve in sogno la visita di San Pio da Pietrelcina che gli dice: «Se sei riuscito a capire che chi è senza peccato è felice, devi farlo capire agli altri, in modo che potremo andare tutti insieme, felici, nel Regno dei Cieli». Il Santo delle Stimmate, al quale il piccolo era molto devoto per via della sua forte spiritualità francescana dovuta  all’assidua frequentazione della parrocchia ”Ave Maris Stella” gestita dai Frati Minori Cappuccini, fornisce così a Matteo quello che sarà il suo programma di vita. Scriverà più tardi nel suo diario: “Spero di riuscire a realizzare la mia missione di ‘infiltrato’ tra i giovani, parlando loro di Dio; osservo chi mi sta intorno, per entrare tra loro silenzioso come un virus e contagiarli di una malattia senza cura, l’Amore!”. Una missione che Matteo riesce a svolgere alla perfezione, attraverso la sua simpatia accattivante e  la sua pronta disponibilità, oltreché la sua viscerale passione per la musica che lo porterà a fondare, insieme ad altri suoi coetanei i  “No Name”, band  di cui sarà il frontman. Animatore delle feste tra gli amici,  era soprannominato in classe “il moralizzatore” per la sua abitudine a parlare di Dio e a correggere gli atteggiamenti  sbagliati di alcuni suoi coetanei per i quali  era una vera e propria guida. Al suo diario confida: “Mi piacerebbe riuscire ad integrarmi con i miei coetanei senza essere però costretto a imitarli negli sbagli. Vorrei sentirmi più partecipe nel gruppo, senza però dover rinunciare ai miei principi cristiani. È difficile. Difficile ma non impossibile”. Studente brillante e dagli ottimi voti in pagella, sceglierà per i suoi studi superiori l’ITIS “Majorana” di Brindisi per studiare la chimica e la perfezione dell’atomo, in cui percepiva la grandezza di Dio. Sognava , infatti, di divenire chimico industriale in modo da mettersi al servizio di Dio attraverso la tutela dell’ambiente seguendo l’ideale francescano di custodia del Creato. Dallo spirito fortemente missionario, Matteo riesce persino a creare con i suoi risparmi un “Fondo per le missioni africane del Mozambico” e convince i suoi familiari a rinunziare agli acquisti natalizi, commutandoli in offerta per i bisognosi dell’Africa. Nel settembre 2003 l’affacciarsi della malattia, una massa tumorale al cervello, che porterà nella vita di Matteo svariati interventi e  lunghi periodi di permanenza presso vari centri ospedalieri  tra i quali gli Ospedali di Avellino e Verona e  la clinica INI ad Hannover.  Nonostante l’immane prova al quale era sottoposto,  Matteo definisce  la malattia nel suo diario una di quelle avventure che cambiano la tua vita e quella degli altri. Ti aiuta ad essere più forte e a crescere, soprattutto, nella fede. (…) Questo è il diario di un bambino tredicenne in un’esperienza spettacolare.  Ed è proprio il bello di questa avventura: sembra un sogno, ma è tutto vero”.  A soetnerlo”. Nell’aprile del 2007 ad accompagnarlo in questo lungo Calvario arriva  Serena, che definirà “il dono più bello che il Signore potesse dargli”, vivendo con lei una relazione di amore puro, fondata sui principi cristiani. I due giovani sarebbero rimasti insieme fino alla fine, sostenendosi a vicenda, anche quando la malattia avrebbe preso il sopravvento, accogliendo il tutto con grande maturità e fede come volontà del Signore. Nell’ottobre 2008, mentre si apprestava a frequentare l’ultimo anno delle scuole superiori per poi sostenere l’esame di stato, Matteo partì nuovamente per Hannover perché dai controlli periodici  risultava una seconda recidiva. Il 9 dicembre dello stesso anno, pressola Clinica INI, Matteo venne sottoposto al primo di tre interventi che miravano alla rimozione del tumore al cervello mentre il gennaio 2009 egli venne sottoposto ad un terzo intervento finalizzato a consentirgli il ritorno a casa, ormai constatata l’impotenza della medicina di fronte al suo caso. Il 13 febbraio dello stesso anno  Matteo rientrava a Brindisi con una paralisi al braccio e alla gamba sinistra. Nonostante fosse costretto alla sedia a rotelle, il giovane continuava a dimostrare tanta forza e soprattutto tanta fede, affidando le sue sofferenze al Padre e ripetendo spesso: “Dobbiamo vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, ma non nella tristezza della morte, bensì nella gioia di essere pronti all’incontro con il Signore!”. Alla fine del mese di marzo, a causa di una forte febbre e della sopraggiunta diminuzione della funzionalità degli arti, Matteo venne ricoverato all’Ospedale Perrino, dove ricevette la visita e la benedizione pasquale da parte dell’Arcivescovo Mons. Rocco Talucci. I medici, non potendo far più nulla per lui, consigliarono il ritorno a casa di Matteo, che, ormai, aveva solo brevi momenti di lucidità. Ricevette la sua ultima Comunione il 13 aprile 2009. Pur non potendo più esprimersi con le parole, alla domanda della madre di offrire la sua grande sofferenza per la salvezza delle anime, Matteo fece cenno di sì con la testa e con gli occhi. Fu sempre attorniato dalla presenza, dall’amore e dalla preghiera dei suoi familiari e amici fino all’ultimo, tornando finalmente alla Casa del Padre  il 24 aprile2009. In attesa della fase finale del processo di Beatificazione pressola Santa Sede che, qualora avesse esito positivo, porterebbe agli onori degli altari uno fra i più giovani beati della Storia della Chiesa, il convegno a Montefalcione si qualifica come un’importante iniziativa per riuscire a  trasmettere a quante più persone possibili e, in particolar modo ai teenager del terzo millennio,  l’esempio mirabile di questo loro coetaneo,  “infiltrato di Dio tra i giovani”, piccolo  evangelizzatore dei nostri giorni, grande testimone della fede.