Pozzuoli: Sappe, ancora violenza nel carcere femminile, ferite poliziotte

Ancora una giornata di follia e violenza nel carcere femminile di Pozzuoli. La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Emilio Fattorello, segretario nazionale SAPPE per la Campania, ricostruisce i fatti: “A distanza di pochi giorni dalla violenta aggressione da parte di una detenuta nei confronti di una poliziotta Penitenziaria nella Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli, la storia si ripete. La stessa detenuta, assegnata alla articolazione mentale dell’istituto, irresponsabilmente ancora ristretta a regime aperto, tra la giornata di ieri ed oggi ha aggredito ancora le colleghe arrecando alle malcapitate lesioni. Purtroppo aggressioni “annunciate” da precise denunce del SAPPe che chiedeva la chiusura della detenuta in cella con adeguata sorveglianza e terapia .Occorre precisare che la gestione e il mantenimento dei soggetti sottoposti ad osservazione psichiatrica nelle articolazioni dovrebbe essere a carico e sotto la responsabilità dell’area sanitaria e del personale sanitario predisposto. Non entrando in merito dobbiamo però affermare che la Polizia Penitenziaria non può essere ultimo baluardo ad una cattiva gestione del caso specifico da parte della Direzione, dell’Area Sicurezza e quella Sanitaria e nulla hanno fatto per tutelare le numerose colleghe vittime di tali assurde aggressioni che continuano giornalmente  nonostante il grido di allarme lanciato dalla scrivente in merito al regime aperto e libertà di movimento che godeva tale detenuta. Il SAPPe esprime solidarietà alle colleghe ferite e chiederà una verifica all’Amministrazione sui fatti denunciati per le eventuali responsabilità di gestione della sezione di osservazione mentale ed insufficienze operative”. Donato Capece, segretario generale del SAPPE, chiede l’intervento del Ministro della Giustizia Andrea Orlando per affrontare la questione penitenziaria, in particolare quella di Pozzuoli che per il SAPPE rimane un’emergenza: “Contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria. Ogni 10 giorni un detenuto si uccide in cella: aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno. Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto”, aggiunge il leader del SAPPE, “sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere. Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto. La vigilanza dinamica ed il regime penitenziario aperto non favoriscono affatto la rieducazione die detenuti ma il concretizzarsi di gravi eventi critici. Il Guardasigilli sospenda ogni provvedimento in tal senso e convochi i Sindacati per affrontare la questione penitenziaria, che è e rimane una emergenza”.