Dove va la cultura italiana?

Giuseppe Lembo

In Italia e non solo in Italia, c’è una grave ed inarrestabile crisi per il mondo del libro sempre più indifferente ai più. Oggi al fascino del libro con il suo penetrante profumo di inchiostro, si va preferendo, con un fare aggressivamente alternativo, il mondo del pensiero digitale; un mondo, per come usato ed abusato, sempre più un surrogato secondario nell’ambito della cultura italiana. Questo mondo, in forte crescita, va determinando una grave condizione di crisi per il libro italiano e per gli scrittori che ne sono gli insostituibili protagonisti di sempre. Una crisi di cui si parla molto e che va producendo i suoi danni con l’allontanamento crescente dei lettori non più interessati, non più attratti dalla lettura di libri, anche se trattasi di un importante ed insostituibile strumento di conoscenza; ieri come oggi e mi auguro anche per il domani, è stato ed è uno strumento del sapere assolutamente utile alla società italiana, una società in forte crisi ed in grave deficit di futuro. Il miracolo di questo credo e di questo atto di speranza è rappresentato dallo scrittore Edoardo Albinati che, sfidando tutto e tutti, ha pubblicato con Rizzoli un libro di 1.300 pagine. Attenzione al numero delle pagine! Sono proprio 1.300!  Si intitola “La Scuola cattolica”. Con questo, assolutamente non comune libro, in quanto a spessore di narrazione, Edoardo Albinati si propone come primo e dichiarato obiettivo, quello di capire il mondo e di trovare un modo umanamente sicuro, da uomo tra gli uomini, per starci. Siamo di fronte ad un evento narrato assolutamente e sorprendentemente nuovo. Nuovo anche per lo stesso Albinati, già autore di interessanti libri quali “Maggio selvaggio” e “Vita e morte di un ingegnere”. Nella “Scuola cattolica” suo ultimo e poderoso lavoro, partendo da un nucleo centrale, la Scuola, gli anni della sua Scuola, con una narrazione allargata a grappolo, fa germogliare un raccontare per raccontarsi, abbondantemente ricco di interessanti spunti nuovi, unitamente a temi e riflessioni che accompagneranno per lungo tempo il lettore, pagina dopo pagina, fino ad arrivare alla fine del libro, segnato dalla pagina 1.294. Veramente un bel percorso di impegno e di saperi per gli altri! Albinati, da scrittore convinto di un futuro possibile anche per gli scrittori italiani, proprio non arretra, anzi con grande determinazione e coraggio si propone proponendosi con le sue 1.294 pagine, partendo dal racconto della sua esperienza legata agli anni della Scuola. Si tratta di un racconto fortemente coinvolgente; ha al centro la Scuola di via Nomentana, il San Leone Magno, frequentata dal ragazzo Albinati. Oltre a parlare della Scuola che Albinati considera senza confini come un vero e proprio spazio di un sapere mondo, porta all’attenzione la Scuola di San Leone Magno per parlare, tra l’altro, del delitto del Circeo, legato a giovani che avevano frequentato quella Scuola, un’importante palestra di vita. Il suo raccontare per raccontarsi Albinati lo tiene sempre attentamente ed intelligentemente sotto diretta osservazione; ne segue, da compagno di viaggio, tutte le diverse situazioni raccomandando ai lettori il da farsi; il come rapportarsi, facendosi coinvolgere, alla lettura; il come scegliersi le pagine da leggere, selezionandole ed evitando così di annoiarsi e/o di perdere del tempo prezioso in letture inutili. Un libro, quello di Albinati, assolutamente nuovo. Il fine che anima la scrittura di Albinati è quello di capire raccontandolo, il percorso della propria esistenza con tutte le esperienze vissute e/o vissute dagli altri; tanto, attraversandole con tutto se stesso, al fine di meglio capirle, per darsi un proprio saggio spazio di vita e trovando per questo, da parte di tutti, un proprio modo di stare al mondo, per essere utile a se stessi e più ancora agli altri; agli altri di un insieme umano che così com’è, rappresenta il mondo. Per Albinati scrittore, anche la Scuola in sé è il mondo; dovendo raccontarsi e raccontare della Scuola-mondo, le 1.294 pagine sono tutte insieme, un insostituibile strumento di utile e condivisa conoscenza umana; uno strumento di utile e condiviso mondo dei saperi. Leggendo con la dovuta, paziente attenzione, questo libro-romanzo della vita di Albinati, ciascuno alla fine, ben cercando a fondo, può ritrovare molto di se stesso. Così facendo, è questo l’importante messaggio delle 1.294 pagine scritte da Albinati per tutti noi e per ciascuno di noi, singolarmente inteso, possiamo ritrovare quella intelligente parte di noi che ci aiuta tra l’altro, a capire il significato della nostra esistenza, unitamente al modo di stare al mondo, come uomini del mondo e come insieme umano universalmente inteso. Albinati, nella sua dimensione di scrittore libero, va per la sua strada, rompendo completamente gli argini del tempo e dello spazio.