Vallo della Lucania: Uil Fpl, emergenza estiva, denuncia di Biagio Tomasco

L’ospedale di Vallo della Lucania si appresta a vivere l’ennesima emergenza estiva. A denunciare la questione è Biagio Tomasco, sindacalista della Uil Fpl provinciale, che, in una lettera al direttore dell’Asl Salerno denuncia il ridimensionato della struttura, a fronte di una popolazione che in questi mesi tocca quota un milione di abitanti. Una carenza cronica di personale, che, secondo il sindacato, attanaglia il presidio ospedaliero di Vallo dal 2008. “Lo scorso 5 giugno, il direttore sanitario dell’ospedale ha inteso convocare le sigle di categoria per discutere dell’emergenza estiva, oltre che dell’accorpamento delle due chirurgie in un’unica unità funzionale, cosa prevista e dettata dal nuovo atto aziendale. Nonostante l’irritualità della convocazione, diretta unicamente ai sindacati rappresentati al “San Luca” e non a tutta la rappresentanza sindacale unitaria, il direttore non si è dichiarato nelle condizioni di illustrare alcunché circa l’emergenza estiva, dichiarando di non essere ancora nelle condizioni di poter programmare alcun provvedimento, oltre l’unificazione delle due chirurgie, poiché nessun movimento si potesse mettere in atto per la riorganizzazione in quanto mancasse il personale a prescindere”, ha detto Tomasco. Una situazione insostenibile che, a distanza di un anno, porta il “San Luca” a ritrovarsi con un numero minore di personale, attese le inevitabili cessazioni dal servizio. “Ma anche per inopinati trasferimenti di personale, le piccole iniezioni di fiducia dette prima, che è solamente transitato dal nostro presidio salvo poi accasarsi altrove, arrivato magari con già in tasca con un ordine di trasferimento da lì a sei mesi e avallato da tutti e da nessuno, senza tener minimamente da conto lo stato di necessità del presidio. Giova ricordare, inoltre, che dall’accorpamento delle due chirurgie ci sarà un recupero di sei unità infermieristiche, che non si sa come saranno scelte, con quali criteri, ma cosa ancor più grave si andrà a lavorare in una nuova entità che nulla avrà a che fare con le due vecchie Unità operative e senza che nessuno si sia premurato di indicare i nuovi obiettivi della neo Unità. In più ancora non si è programmata la rimodulazione dell’attuale Medicina d’Urgenza in Medicina e Chirurgia di accettazione e d’Urgenza, come previsto dall’atto aziendale dell’Asl Salerno, con il risultato che si andrà ad ingolfare all’inverosimile la neonata chirurgia generale, con casi urgenti che non le sono deputati”, ha rimarcato il sindacalista. Per la Uil Fpl, dunque, l’attuazione del nuovo atto aziendale, da sempre richiesta e sostenuta dalla sigla di categoria, deve essere fatta in una ottica complessiva, attuata in modo ragionato e non solo per recuperare 6 infermieri “tappa buchi”. “L’unificazione delle due chirurgie, cosa giusta, non sarà a nostro parere funzionale al miglioramento dell’offerta di salute del nostro ospedale, se non attuando anche il resto del atto aziendale, o almeno la parte riguardante la branca chirurgica, vale a dire la messa in essere di anche la di “Medicina e Chirurgia di accettazione e di Urgenza”. Diversamente da questo si tratterà solo di una operazione per recuperare i 6 infermieri “tappa buchi” e sperare di superare l’estate senza grossi danni”, ha analizzato Tomasco. Da qui, la richiesta di un’assunzione di responsabilità da parte di chi governa la sanità provinciale, nonché della politica locale e regionale, dichiarando apertamente che non vi sono risorse per poter garantire la tenuta dell’ospedale di Vallo della Lucania per come è stato individuato dall’Atto aziendale, ovvero Dea (Dipartimento di emergenza-urgenza) di I livello e Ctz (Centro trauma di zona) nella rete traumatologica ai sensi del Decreto ministeriale numero 70, affrontando seriamente il problema con delle politiche di reclutamento del personale che possano garantire la fruizione di tutti i servizi offerti dal nosocomio. “Comunque siamo consapevoli che i tempi dettati da tale operazione saranno talmente dilazionati da far affrontare a tutti i lavoratori del “San Luca” l’ennesima estate di passione dettata dalla solita politica del tirare a campare adottata negli ultimi tre anni da chi dirige il presidio, anziché pensare per tempo a nuove soluzioni per riorganizzare il lavoro dei dipendenti, che comunque, da soli, sono finora riusciti a garantire con fatica ed umiltà tutto quanto si faceva prima della crisi epocale che ci ha colpiti, anche affrontando straordinari massacranti e demansionamento continuo”, ha continuato l’esponente della Uil Fpl provinciale. “Non sono più sopportabili gli estenuanti turni di servizio cui il personale è sottoposto, al solo fine di garantire una assistenza minima indispensabile. I dipendenti sono costretti a lavorare oltre il proprio debito orario mensile tutti i mesi di ogni anno. Non si tratta più di emergenza estiva, che certamente in questi mesi il problema si acuisce. L’emergenza è annuale, è costante. Il direttore sanitario ha certamente grosse responsabilità, visto che avrebbe potuto attuare accorgimenti più appropriati o almeno più efficaci, avrebbe potuto, anzi dovuto, farsi sentire presso la direzione generale con maggiore vigore per il problema della carenza di personale, come per svariati altri problemi irrisolti del nostro presidio ospedaliero. La responsabilità maggiore, però, in riguardo alla mancanza di personale, è certamente da additare alla direzione generale dell’Asl provinciale. E’ a Salerno che si decide, è il direttore generale che determina le sorti della nostra azienda. Se si sono in verità avviate le pratiche per svariati concorsi per personale medico, ad oggi nessuna procedura risulta avviata per il personale del comparto, se non quella di pescare da qualche graduatoria di altre Asl campane, qualche unità infermieristica che appare come una goccia nel mare”. Tomasco dunque, chiede che il “San Luca” di Vallo della Lucania riceva le attenzioni che merita da parte della direzione generale, al pari di altri presidi dell’Asl. “Come d’altronde accade Nocera Inferiore. al fine di poter poi essere in grado di offrire le prestazioni e l’assistenza, che la direzione stessa dell’Azienda ha determinato. L’Asl e la provincia di Salerno non si può fermare a Eboli”.