Piana Romana: grande afflusso di fedeli per V convegno regionale Gruppi di Preghiera Padre Pio della Campania

Michele Gagliarde 

Forte adesione da parte di tutti i Gruppi di Preghiera di Padre Pio della Campania accorsi in massa domenica scorsa 28 maggio fin dalla primissima mattinata nella terra natale del Santo: l’appuntamento annuale, infatti, svoltosi per anni presso il Santuario della Vergine di Pompei, si è tenuto per la prima volta a Pietrelcina, nuova sede del Centro Regionale e luogo benedetto dal cielo nel quale San Pio nacque e mosse i suoi primi passi verso la santità. Lo stesso tema del convegno “La grande famiglia di Padre Pio: testimonianza di Chiesa domestica” è stato mirabilmente richiamato alla vista dei presenti dallo stesso luogo nel quale l’incontro si è svolto, in quel di Piana Romana, contrada distante circa 2km dal centro cittadino, famosa per essere stata testimone della prima stigmatizzazione del Santo ma anche podere di campagna nel quale la famiglia Forgione tutta lavorava la terra e si riposava nelle afose giornate estive in un clima di fatica condivisa e gioiosa semplicità. I Gruppi, giunti alle 8:30 nella grande Aula Liturgica “Padre Pio Santo” che domina l’intera area sacra, dopo aver pregato insieme alla Chiesa Universale le Lodi Mattutine, hanno potuto nutrire e rafforzare la propria aspirazione alla santità domestica affrontando temi e problematiche relative alla famiglia attraverso ricche e gustose portate di spiritualità offerte dai relatori, partendo dalla sapiente rilettura pedagogica del famoso episodio evangelico del ritrovamento di Gesù nel Tempio offerta da S.E. mons. Felice Accrocca, Arcivescovo Metropolita di Benevento.«Dopo essere stati in ansia per tre giorni a causa del suo smarrimento-evidenzia mons. Accrocca- i genitori di Gesù, quando lo trovano al tempio, gli chiedono soltanto: “Figlio mio, perché ci hai fatto questo?” Una domanda che non è un insulto dettato dalla rabbia né un severo  rimprovero, ma vuole scavare a fondo nelle motivazioni che spingono quel figlio a fare una determinata azione: un atteggiamento che ogni buon genitore dovrebbe assumere. La risposta di Gesù -continua l’arcivescovo-“Non sapevate che dovevo occuparmi delle cose del Padre mio?” sta quasi a dirci che, a un certo punto della vita, i genitori devono staccare il cordone ombelicale che li lega ai propri figli, lasciandoli fare il proprio percorso di vita in completa autonomia: solo così essi potranno formarsi e realizzarsi pienamente». Dopo la relazione e i saluti dell’Arcivescovo l’incontro, moderato dalla dott.ssa Marianna Morante, Responsabile Ufficio Comunicazioni del Centro Regionale Campania, è proseguito con l’intervento del dott. Giulio Michele Siena,  Direttore Ufficio Comunicazioni di Casa Sollievo della Sofferenza, il quale ha sottolineato come la stessa Casa Sollievo, opera prima del frate stigmatizzato, sia in realtà una grande famiglia  accogliente per tutti i dipendenti e i  pazienti che vi si trovano.«È per centinaia di famiglie smembrate dalla guerra-ricorda il dott. Siena- che San Pio pensò di formare l’ospedale, manifestando così una delle Sue paternità più grandi, offrendo lavoro a tanti che avevano perso tutto e riformando il modello di sanità esistente all’epoca ponendo l’ammalato al centro. Un carisma, quello di San Pio, che Casa Sollievo e i Gruppi di Preghiera, opere che sono le Sue dirette eredi spirituali, devono assolutamente conservare, avendo quella stessa particolare predilezione che il Padre aveva  verso i fratelli più bisognosi, poveri e soli». È stata dunque la volta di Padre Marciano Morra, Segretario Generale Emerito dei Gruppi di Preghiera, confratello di San Pio e compagno diretto del Padre, il quale ha deliziato l’assemblea raccontando vari aneddoti della vita del frate santo soffermandosi in particolar modo su quelli che riguardavano questioni di vita familiare quali la scelta dello sposo o l’educazione dei figli. Collegando inoltre i terribili fatti di cronaca che avvengono ai nostri giorni con la terribile profezia del Padre che più di 50 anni fa aveva detto “Le madri non avranno più lacrime da piangere sui figli”, in una società edonistica e pessimistica qual è la nostra, priva di veri valori di riferimento, Padre Morra ha esortato con forza i Gruppi ad essere faro di luce nel mondo, dedicando ai figli la parte migliore del proprio tempo, educandoli al rispetto dei valori umani e cristiani, ponendosi alla scuola del Vangelo e formando così delle piccole Chiese domestiche. Infine fra Enzo Gaudio, coordinatore regionale dei Gruppi, ha ribadito la forte vocazione missionaria che i Gruppi devono abbracciare soprattutto nell’ambito familiare, per essere «quei raggi di sole che compongono la luce forte che la figura di Padre Pio emana nel mondo». Egli ha inoltre ricordato la pesante responsabilità dei genitori, i quali con i loro gesti e comportamenti vanno a incidere sulla psiche dei figli come con dei pennarelli indelebili su un foglio di carta bianca, affermando la necessità che ogni famiglia ha di vivere e di fare insieme, in un rapporto di fusione  sul modello della SS. Trinità. Sono inoltre intervenuti vari animatori dei Gruppi di Preghiera, tra i quali la presidente del Gruppo di Pietrelcina Maria Rossi; la collaboratrice dei Gruppi di  Napoli Olimpia Abbate e la  responsabile diocesana dei Gruppi di Salerno Rita Occidente Lupo, direttore del nostro quotidiano. Al termine della sessione mattutina, la telefonata a sorpresa di S. E. mons. Michele Castoro, Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, Direttore Generale dei Gruppi di Preghiera e Presidente della Casa Sollievo della Sofferenza, ha commosso l’intera assemblea. L’arcivescovo, assente a causa di una grave malattia che ha colpito recentemente la sua persona, ha salutato e  benedetto tutti i partecipanti offrendo al Signore per i Gruppi la sua esperienza di sofferenza. Dopo la pausa pranzo la giornata di preghiera si è conclusa con la Santa Messa delle 16 presieduta da Fra Enzo Gaudio, animata dal coro polifonico “Terra del Colle” di Colle Sannita diretto dal M° Rodolfo Palmiero e servita dal locale Gruppo Liturgico “San Pio da Pietrelcina”, pienamente inserito nella realtà dei Gruppi di Preghiera. Al termine i fedeli hanno potuto venerare e baciare due preziose reliquie del Santo delle Stimmate, consistenti in un guanto e in una pezzuola intrisa di sangue che il frate stimmatizzato poggiava sulla ferita del costato, prima di ripartire alla volta delle proprie case rigenerati nello spirito, pronti a vivere e a testimoniare nella quotidianità il perenne messaggio d’amore di questo “Gigante di Santità”.