Eboli: Pd su compensazioni crediti attacca Amministrazione comunale

Poche settimane fa il Partito Democratico ebolitano ha contestato duramente la scelta dell’Amministrazione Cariello di avviare procedimenti di compensazione fra crediti e debiti relative a prestazioni sociali, erogate in favore delle famiglie meno abbienti. Scelta che è stata il frutto di una cattiva interpretazione dell’art. 59 del nuovo regolamento delle Entrate, approvato dal consiglio comunale con delibera n. 18 del 28 marzo 2017, che inizialmente è stato applicato senza escludere i crediti vantati dai cittadini con riferimento a diritti di carattere sociale. In seguito a tali sollecitazioni, l’Amministrazione ha fatto un passo indietro, erogando gli importi precedentemente inclusi nei procedimenti di compensazione illegittimamente avviati. Il Capogruppo consiliare PD, Pasquale Infante: “E’ sconcertante quanto affermato dall’amministrazione Cariello, che non risponde mai nel merito delle questioni poste anche delicate come questa delle rispetto alle compensazioni errate ed ingiuste effettuate ai danni delle classi meno abbienti della popolazione ebolitana che non ne sentivano di certo il bisogno, men che meno in questo periodo di profonda crisi economica e occupazionale. Siamo a due anni di mandato e hanno prodotto così poco che la frustrazione per la loro incapacità amministrativa prende il sopravvento e non gli consente né di capire che forse era il caso di sfruttare a pieno l’assist offerto dall’opposizione per rimediare alla loro trovata maldestra in tema di compensazioni e limitare i danni che già hanno prodotto  ai malcapitati concittadini in stato di povertà certificata  (altro che soliti noti e sacche di privilegio), né di considerare, nella loro strampalata difesa, le date che sono fondamentali in tema di riduzione della base imponibile ICI sulle aree edificabili (l’interrogazione Consiliare presentata dal PD è datata 25/01/2017 e la Delibera di Giunta la n. 25 è del 01/02/2017 dopo sette giorni). Due sono le ipotesi o il PD ha dei consiglieri veggenti che hanno previsto la delibera di giunta futura oppure il Partito Democratico poneva un problema  serissimo, e per questo si sono ravveduti. Questi dilettanti allo sbaraglio fanno finta di non capire che il PD non chiede di non applicare il regime delle compensazioni a tutti i cittadini (leggete bene gli atti) ma solo a quelli in stato di povertà certificata (dall’indicatore di povertà ISEE) in modo che questi sussidi (come i buoni libro ed altre prestazioni simili) previsti dalla normativa nazionale e regionale e rivolti alle fasce più deboli della popolazione possano consentirgli di garantire ai propri figli quel diritto all’istruzione costituzionalmente garantito. E’ una questione di giustizia sociale seria e chiarissima che tutti hanno inteso. Ma a lavar la testa all’asino si spreca l’acqua e il sapone. Stanno  calpestando con i loro atti la Costituzione e le leggi di questo Stato che riconoscono i diritti fondamentali ed inalienabili dell’individuo.  Il PD non ve lo consentirà ponendo in essere tutte iniziative e le procedure per veder riconosciuti ai nostri concittadini più bisognosi i loro diritti come garantito nei Comuni viciniori! La nostra è stata una proposta costruttiva di rivedere alcune decisioni (alcune ci risultano già riviste dagli uffici comunali altro che false notizie) come le procedure di compensazioni verso le classi meno abbienti in una logica di collaborazione messa in campo per il bene della città e dei cittadini più bisognosi. Nulla di personale il nostro è un ragionamento politico-istituzionale. Ma non hanno colto né lo spirito  né il significato politico e di giustizia sociale sottesa alla nostra iniziativa.  Sono solo dei mistificatori della realtà e la confusione di cui parlano (fra qualche invio di mail di progetti non effettuato, un doppio senso di circolazione inutile e dannoso non eliminato, qualche pietra sostituita qua e là tra gli strali del sovrintendente di turno, qualche mattone e del cemento in qualche piazza in sfregio del senso della bellezza, la gestione di aree di parcheggi di altri comuni, ecc.)  regna solo nella loro testa e  nelle loro  scarsa, inutile e inconcludente azione amministrativa. Confidiamo comunque nel buon senso dei consiglieri di maggioranza molti dei quali non la pensano come questi nuovi paladini della legalità che però dimenticano le leggi e la costituzione repubblicana, non sanno cos’è la giustizia sociale e calpestano senza accorgersene i diritti inviolabili dei cittadini ebolitani”. Il Segretario cittadino del PD, Paola Massarelli: “Siamo alle solite! speravamo che questa volta ci fosse stata, da parte dell’Amministrazione Cariello, una presa di coscienza circa una vicenda che –  per come si è sviluppata inizialmente, con l’arrivo di comunicazioni attraverso le quali molti cittadini si sono visti privare di fondi erogati dallo Stato per far fronte a situazioni difficoltà –  presenta contorni inquietanti sotto il profilo giuridico, del buon senso e della giustizia sociale. Oggi l’Amministrazione, interviene in modo maldestro e confuso: abbiamo elementi certi, derivanti da contatti diretti con i cittadini, per cui abbiamo contezza ed evidenza di ciò che è stato inizialmente negato e successivamente, in seguito al nostro intervento, giustamente riconosciuto. Diciamo basta alla retorica: abbiamo chiarito dall’inizio che il meccanismo della compensazione, escludendo le prestazioni di carattere sociale, è giusto, proprio per questo i consiglieri comunali del PD hanno votato il nuovo regolamento delle Entrate. Rifiutiamo, al contempo, interpretazioni distorte che determinano il protrarsi di situazioni di difficoltà sociale: negare i fondi per i Buoni Libri, infatti, significa condannare chi già vive un disagio ad averlo per sempre, privandolo della possibilità concreta di emanciparsi. Andrebbero previste, in questa direzione, forme ulteriore di esonero o sgravio fiscale in relazione al reddito, perché è evidente che chi ha difficoltà ad acquistare i libri per i propri figli può avere anche problemi, quanto meno in termini di puntualità, a pagare le tasse, fermo restando il dovere di farlo ma senza che questo pregiudichi i suoi diritti costituzionalmente garantiti”.