Baronissi: PRC, appello contro guerra, pace tra popoli

Resistenza, Liberazione dal nazifascismo, Pace, la libertà ritrovata dopo 10 giorni di “sequestro” di Gabriele Del Grande, libertà per i giornalisti, docenti e magistrati arrestati in Turchia, solidarietà con i prigionieri palestinesi in sciopero della fame, uniti con i popoli Palestinese e Curdi. Tutti temi apparentemente diversi ma che hanno un unico filo conduttore soprattutto in questa “civiltà” globalizzata. La lotta dei Partigiani e di tutti gli antifascisti, che è stata fondamentale per il nostro paese e tanto ha dato con i caduti, martiri, persecuzioni, con migliaia di prigionieri politici torturati, mandati al confino o costretti all’esilio,  non è sorta  semplicemente per liberarsi dalla presenza di un esercito occupante ma  è stata in primo luogo una lotta con una idea di società basata sulla libertà, la convivenza e la pace. L’idea di Europa pensata ed elaborata nel confino di Ventotene è stata tradita e distorta.  L’Europa attuale, lontana da quegli ideali, è oggi uno strumento nelle mani degli speculatori e delle politiche neoliberiste che stanno impoverendo i nostri popoli ed erodendo le conquiste sociali ottenute in decenni di lotta dal movimento operaio europeo. La lotta di Liberazione, di cui abbiamo festeggiato il suo 72 esimo anniversario il 25 aprile scorso, non può che farci sentire come nostri i diritti calpestati in Turchia, in Siria e nei territori occupati palestinesi.  Lo sciopero della fame che in questo momento unisce la lotta di due popoli – quello curdo e quello palestinese – non può non chiamare in causa le nostre coscienze, non può non interpellare una comunità internazionale che troppe volte si è voltata dall’altra parte diventando complice di aguzzini e tiranni. Mentre l’Italia celebra il proprio successo con il boom dell’esportazioni di armi nelle zone di guerra sentiamo la necessità di rimettere in campo il movimento per la pace, riprendendo con forza la parola e l’iniziativa politica. Le loro guerre “umanitarie” hanno amplificato l’ingiustizia globale, accresciuto il fondamentalismo religioso e il terrorismo, reso meno sicuro questo nostro pianeta. In particolare il Mar Mediterraneo – per rovesciare le parole di don Tonino Bello – è diventato sempre di più arco di guerra e sempre meno arca di pace. Migliaia di uomini, donne e bambini giacciono in fondo al mare, mentre, sulla terra ferma, nel Kurdistan ed in Palestina, come in Siria ed in Libia, ogni giorno aumenta la generazione di orfani, mutilati, vedove, vittime civili di guerra.  La nostra idea di civiltà vuol fare del ripudio della guerra l’architrave di una nuova politica. In questa direzione, ostinata e contraria, intendiamo metterci in cammino.

Le prime firme di adesione:

Sebastiano Aceto, consigliere comunale PRC di Torchiara

Massimo Angrisano, coordinamento nazionale de “L’altra Europa”

Fernando Argentino, presidente “Nocera Multiservizi”

Ubaldo Baldi, medico Inca-CGIL

Donato Bella, giornalista e scrittore

Roberto De Luca, docente universitario

Enzo De Simone, associazione Hop Frog

Francesco De Simone, consigliere comunale PRC di Baronissi

Antonio Di Vece, impiegato ADISU

Giovanni Esposito, impiegato

Carmine Gargano, operaio Telecom

Gianpaolo Lambiase, consigliere comunale di Salerno

Gianluca Mastrovito, presidente provinciale ACLI

Loredana Marino, segretario provinciale della Rifondazione Comunista – fed di Salerno

Cinzia Messineo, presidente RE. TE. ONG

Donato Francesco Orlando, avvocato

Lino Picca, pensionato

Pietro Ravallese, segretario responsabile UILCA Banco di Napoli

Filomena Scelza, pacifista antimperialista

Mario Tarallo, pensionato

Massimiliano Voza, sindaco di Santomenna