Saper comunicare: la scommessa mediatica

Giuseppe Lembo

La buona comunicazione campana che potrebbe richiamare e non poco, di nuovo l’attenzione della gente per la Carta Stampata e la sua utilità sociale, dovrebbe svilupparsi e sviluppare un vero laboratorio di comunicazione territoriale, con percorsi tematici da affrontare insieme; tanto, per un giornalismo partecipato fatto, di inchieste su argomenti utili (risorse e beni culturali campani, risorse naturali e del paesaggio, dieta mediterranea e tipico campano, nuovo protagonismo nel mondo delle produzioni agricole campane, mondo dei vecchi mestieri, le vie dell’olio e l’olivicultura, una grande risorsa campana, la ricchezza e le innovazioni in Campania, l’uso funzionale del suolo campano, le tecnologie e l’incentivazioni alle start-up in Campania ed il suo rapporto con l’insieme italiano e con il mondo, la politica come servizio alla gente, la legalità come esigenza di vita in Campania, la Famiglia e la Scuola in Campania, l’uso rigenerato delle marginalità territoriali, il recupero dei Paesi abbandonati ed in grave crisi umana e demografica, l’importanza delle risorse umane ai fini dello sviluppo possibile, l’importanza dei beni storici e culturali, per un nuovo turismo campano). Queste ed altre aree tematiche potrebbero diventare laboratori di una comunicazione partecipata per un Progetto Campania integrato ed avente come centrale e primo protagonista l’UOMO campano, un valore in sé ed una risorsa primaria per la rigenerazione della società campana che, non può morire di malessere umano campano nelle città campane ammalate di uomo e di altrettanto forte malessere umano nei territori abbandonati, sempre più senz’anima, resi difficili da vivere per la mancanza di tutto quanto è necessario al poterci vivere. Con la rovinosa rassegnazione ed il silenzio complice, non si va, purtroppo, da nessuna parte. Con la rassegnazione ed il silenzio complice ad attenderci c’è solo l’amaro destino di un futuro negato; di un futuro campano possibile, ma cancellato, per colpa dell’UOMO e del suo nanismo umano, culturale e politico indifferente alla vita di insieme e ad un cammino intelligente da costruire come percorso di idee condivise, un ricco ed importante patrimonio dei campani di tutta la Campania, nessuno escluso, per inopportune ed inutili discriminanti caratteristiche di provenienza umana, sociale, culturale e/o territoriale. Insieme, ne sono fortemente convinto, possiamo salvarci e salvare la Campania, una Regione che, diversamente muore nell’indifferenza dei tanti che non facendo il proprio “saggio” dovere, operano, purtroppo, negativamente destinando la Campania, una grande regione italiana ad un futuro sempre negato; ad un futuro, sempre più cancellato, per sola colpa di un profondo nanismo dell’uomo campano. Un nanismo, purtroppo, invadente e tardo a morire, facendo gravi danni ad una realtà italiana che non ha da invidiare niente agli altri d’Italia e forse del mondo, se avesse a governarla, l’intelligente protagonismo umano positivo che serve a creare un saggio percorso di civiltà-umana anche da noi, come nel passato, ancora possibile, se riusciamo a liberarci al più presto del male, uomo campano, costruendo insieme saggi e giusti momenti di crescita umana, appellandoci, prima di tutto all’ESSERE, al pensiero dell’ESSERE parmenideo nato da noi e grande patrimonio dei saperi immateriali della Campania anche nel Millennio globalizzato.