Roma: Governo, Ddl abbattimento manufatti abusivi Saggese “Non è condono mascherato né sanatoria”

«Niente condoni mascherati o sanatorie camuffate da cavilli procedurali e giuridici. Con questo provvedimento si cerca esclusivamente di prevedere meccanismi certi che puntino a un unico obiettivo: evitare che la repressione e il contrasto ai piccoli abusi, che rimangono in vita, diventi il più grande alibi ed il più grande ostacolo alla persecuzione dei grandi abusi speculativi, o comunque degli illeciti più risalenti». Ad affermarlo è la senatrice del Pd, Angelica Saggese, in riferimento al Ddl sugli abbattimenti dei manufatti abusivi approvato poco fa dal Senato.«La legge interviene nel segmento del procedimento che segue un abuso dal suo nascere, per poi sdoppiare il suo iter nella procedura di condono oppure nella demolizione del manufatto realizzato al di fuori del perimetro della legge e non coperto da sanatoria – spiega Saggese – Il provvedimento è nato da un’esigenza reale: rendere più fluida e ordinata l’azione della pubblica amministrazione, sia in sede penale che in sede amministrativa. Esigenza che ha preso le mosse da situazioni specifiche, controverse, faticosamente affrontate negli anni tra ricorsi, leggi nazionali, leggi regionali e conflitti tra i diversi livelli di governo». La senatrice Pd, cui è stata affidata la dichiarazione di voto, aggiunge: «È evidente come la risposta dello Stato, non potendo essere identica in ogni contesto, non possa che essere commisurata al tipo di abuso posto in essere. Ad esempio – dice – un complesso residenziale realizzato a pochi passi dal mare o in aree paesaggistiche protette da vincoli, con finalità speculative, costituisce sicuramente un abuso meritevole di un atteggiamento repressivo più forte di quello perpetrato dalla famiglia che in periferia, seppure abusivamente e seppur illegalmente, realizza una veranda per ricavare un lavatoio di servizio». Diversi gli obiettivi del Ddl: mantenere e rafforzare il regime di intervento finalizzato alla repressione del fenomeno dell’abusivismo edilizio attraverso l’azione penale e quella amministrativa; semplificare i criteri per l’esecuzione degli ordini di demolizione plurimi, pur senza dare delle gerarchie che potrebbero generare ricorsi di terzi, individuando e offrendo un indirizzo chiaro al lavoro dei pubblici ufficiali; individuare tre fattispecie in grado di razionalizzare la materia concernente la demolizione di immobili realizzati abusivamente quali: rilevante impatto ambientale o immobili costruiti su aree demaniali o in zone soggette a vincolo di ogni tipo, manufatti che costituiscono pericolo per l’incolumità delle persone o che siano nella disponibilità di soggetti condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso.«Con questo provvedimento – conclude Saggese – si compie un passo avanti che deve, naturalmente, essere accompagnato da una coesa politica delle istituzioni sul piano urbanistico e paesaggistico».