Salerno: Celano e Russomando su TARI

Nel corso della seduta del consiglio comunale del 31 marzo 2017 si è approvata, tra gli altri atti, la deliberazione con cui si sono determinate le tariffe della TARI. Nel considerare che le entrate della tassa sui rifiuti deve necessariamente coprire l’intero costo del ciclo integrato (ma non oltre!), si rimettono alla Vostra attenzione i dubbi già sollevati in sede di adunanza sulla imputazione di spese che sembrerebbero anormalmente inserite nel quadro economico allegato alla proposta di delibera. Con la presente, dunque, si segnalano talune anomalie e si richiedono delle spiegazioni nel merito al fine di evitare che sui cittadini salernitani possano gravare costi e sprechi non direttamente imputabili al ciclo integrato e che non rientrano tra quelli da considerare ai sensi del decreto 158/89. Appare innanzitutto stupefacente che, nonostante le variazioni cospicue di voci di costi “straordinari” annotate nei PEF che si sono susseguiti negli anni antecedenti, il costo del ciclo da finanziare per l’esercizio 2017 appare pressoché  invariato.  In particolare si segnalano:

1)  Spese per l’acquisto di beni strumentali ed implementazione di impianti: si rammenta che nel corso degli esercizi pregressi, per mero refuso (a detta dei funzionari comunali), è stato appostato nel conto economico il costo per l’acquisto di spazzatrici che, invero, avrebbero dovuto incidere per la sola quota di ammortamento e che, in ogni caso, non risulterebbero mai stati acquistati!   Tali costi, finanziati con la TARI e mai sostenuti, avrebbero dovuto rappresentare economie da considerare ai fini dell’abbattimento delle tariffe negli anni successivi. A proposito è utile segnalare che negli esercizi 2014 (€ 872.320,00), 2015 (€. 505.601,02) e 2016, nel piano economico sono stati inseriti costi relativi all’implementazione dell’impianto di compostaggio. Nel merito si rammenta che l’ammontare dell’investimento complessivo previsto ammontava ad € 4.361.600,00 spalmati sotto l’aspetto finanziario in 5 anni in accordo con l’ente appaltatore. Si evidenzia che parrebbe che i lavori in questione, già parzialmente finanziati con i soldi dei contribuenti (TARI) non abbiano mai avuto inizio e non verranno più realizzati anche in relazione alla rescissione dell’accordo contrattuale con la società di gestione dell’impianto di compostaggio (DANECO).

2)  Fondo svalutaziomne crediti: da numerosi esercizi si riscontrano, nei conti economici relativi al costo del ciclo dei rifiuti, importi esorbitanti a titolo di accantonamento al Fondo di svalutazione credito: € 4.926.875,00  per il 2014, € 4.926.875,00  per il 2015 (incredibilmente lo stesso importo dell’anno precedente!), € 4.926.75,00 (clamorosamente come per i due esercizi precedenti, certificando che per la quantificazione dello stesso non si è adottato alcun criterio oggettivo!) per l’esercizio 2016. In taluni casi gli importi finanziati in tariffa non risultavano poi inseriti nel prospetto contabile di previsione tra le uscite relative al servizio di smaltimento rifiuti. Per l’esercizio  2107 si è addirittura considerato un accantonamento al fondo svalutazione crediti di € 5.816.611,46, importo di cui non si comprendono a pieno le modalità di calcolo. Nel merito, infatti, si evidenzia che pochi dubbi vi siano sull’obbligatorietà di inserire nel piano finanziario, tra i costi comuni diversi, una quota a titolo di accantonamento dei crediti , sulla scorta di quanto previsto dal Dpr 158/1999. Vi sono diverse interpretazioni, però, sulle misure dell’accantonamento da operare. Mentre per la determinazione dell’accantonamento in bilancio, infatti, è necessario seguire le regole dettate dai principi contabili, la quantificazione del fondo da inserire tra i costi comuni del PEF deve avvenire, secondo taluni (linee guida Tares e Ifel nella Faq sull’armonizzazione contabile) seguendo le regole fiscali in materia (0,5% annuo fino al raggiungimento del 5% dei crediti), secondo altri tenendo conto dell’andamento storico delle INESIGIBILITA’  nei prelievi sui rifiuti. Altra cosa è poi l’obbligo di inserire le perdite sui crediti inesigibili tra i costi del piano finanziario  per la sola quota non coperta dal fondo di svalutazione crediti accantonato. Allo scrivente non risultano, invero, crediti inesigibili stornati dai residui attivi per TARI dal conto consuntivo 2015, esercizio in cui risultano essere stati eliminati crediti per  l’irrisorio ammontare di  €. 600.000 per Tares inesigibile. Nel 2014 si è addirittura  assistito ad un incremento dei residui attivi per la tassazione sui rifiuti. Né, del resto, nei vari PEF risultano importi per perdite su crediti.. E’ evidente, dunque, che l’importo di   € 5.816.611,46 che si finanzia con la TARI non rappresenta certamente né lo 0,5% dei crediti (l’importo sarebbe enormemente più ridotto) , né risulterebbe quantificato in relazione all’andamento storico dell’inesigibilità nei prelievi, non risultando storni consistenti di residui  attivi negli esercizi antecedenti al 2017.

3) Costi per energia elettrica: nel conto economico viene inserito un costo di € 50.000,00 per energia elettrica. Tale importo appare evidentemente spropositato. Sarebbe il caso di chiarire quali utenze vengano considerate al fine della quantificazione del suddetto importo. Si rammenta, infatti, che alcun impianto è gestito direttamente dal comune di Salerno.

4) Consumi idrici: si rileva, nel conto economico in questione, un costo di € 42.750,00 di consumi idrici. Anche in questo caso l’importo apparirebbe eccessivo e sarebbe utile indicare le utenze considerate e le modalità di quantificazione dello stesso.

5) Fitto locali “Madonna di Fatima”: considerati i pochissimi dipendenti amministrativi (neppure una decina) che operano per il settore nello stabile di via Madonna di Fatima, appare rilevante la quota parte del costo del fitto di locazione dell’immobile imputato in tariffa per € 63.340,00 a cui si aggiungono € 9.500,00 per il fitto del locale per l’igiene urbana.

6) Pulizia locali  igiene urbana: quasi clamoroso appare l’importo coperto da tariffa per € 56.509,73 relativo alla pulizia dei locali di igiene urbana. Anche questa voce di costo merita chiarimenti ed approfondimenti. Appare, infatti, una costo spropositato in relazione agli spazi da pulire (circa 5.000 euro al mese per poche stanze).

7) Personale settore tributi addetto TARI: il personale addetto alla TARI peserebbe per circa 600.000 euro (433.618,00 per assegni ed accessori, 117.805 per oneri riflessi e 39.448 per Irap). l’importo appare non coerente, considerato che risulterebbero operativamente addetti alla TARI appena 7 dipendenti.

8) Spesa sinergia per attività di supporto alla TARI: nel conto economico viene inserito un costo di Euro 180.000,00 per “spesa sinergia per attività di supporto alla TARI. Tale voce di costo, poco comprensibile per la verità, si andrebbe a sommare alla già esosa previsione di spesa da sostenere per il personale addetto alla TARI.

9) Manutenzione automezzi, manutenzione carpenteria metallica, acquisto e riparazione pneumatici: si rilevano, nel conto economico in questione, costi per euro 61.000 per la manutenzione automezzi, per euro 61.000 per manutenzione carpenteria metallica ed euro 30.000 per acquisto e riparazione pneumatici. La “spesa” prevista appare eccessiva se si considera che il parco auto di proprietà diretta del comune è costituita da non più di una quindicina di mezzi di piccole dimensioni.

10)  Costi comuni diversi, spese per altre prestazioni di servizio: sono inseriti tra i costi da finanziare con la TARI euro 373.000 per non meglio specificati costi comuni diversi ed  euro 48.000 per altre prestazioni di servizio non meglio identificabili.

E’ doveroso, inoltre, evidenziare che l’importo previsto al programma 3 del titolo I (costo del ciclo integrato dei rifiuti) ammonta ad € 36.935.463,97, (pag.19 del prospetto di bilancio) nel mentre   l’importo complessivo della TARI   ammonta ad Euro 41.500.000, circa 5 milioni in piu’ dei costi iscritti nell’apposito programma in bilancio! Si rileva, inoltre, che l’attività perfino “oppressiva” perpetrata dalla SOGET avrebbe dovuto far emergere un imponibile ai fini della tassa sui rifiuti, che avrebbe dovuto consentire una conseguente sensibile riduzione della tariffa. Non è, al momento, stato possibile avere dati precisi della base imponibile emersa. Da quanto letto in  recente passato sugli organi di stampa, ossia che si sarebbero scoperti oltre 4.000 evasori totali a cui andrebbe aggiunta l’imposta recuperata da chi pagava in misura inferiore al dovuto, ci si sarebbe dovuto attendere un’adeguata riduzione delle tariffe a carico degli utenti che pagano da sempre onestamente il tributo, a seguito dell’emersione delle tasse evase. A parere degli  scriventi potrebbero rilevarsi milioni di euro di costi inopportunamente coperti dalle tariffe approvate che si appaleserebbero come un sorta di “truffa fiscale” sui già tartassati contribuenti salernitani. La fondatezza dei rilievi consentirebbe una riduzione dal 15% al 20% della tariffazione prevista con un notevole risparmio per i cittadini che, a fronte di tasse esose, godono di servizi inefficienti. A tal proposito, e per costringere ad una adeguata riduzione della TARI a carico dei contribuenti, si segnalano i suddetti dubbi e si richiedono i relativi chiarimenti.

I Consiglieri comunali Roberto Celano   Ciro  Russomando