Scafati: dalle conerve di pomodoro alle stampanti 3D, “La Notte del lavoro narrato” alla Scuola Falco

Dalla lavorazione dei pomodori secondo la tradizione familiare e dell’industria conserviera del territorio alla stampa di protesi biomedicali in 3D. I lavori di ieri di oggi e di domani saranno al centro della “Notte del lavoro narrato”, in programma venerdì 28 aprile, dalle 17 alle 20,  presso l’Istituto comprensivo “Samuele Falco”, in corso Trieste a Scafati. “Tutti insieme per ascoltare, leggere, narrare e cantare storie di lavoro”, questo lo slogan con cui la scuola Falco, con un lungo ed articolato progetto che ha interessato le classi seconde dell’istituto, aderisce così all’evento nazionale ideato da Vincenzo Moretti e Alessio Strazzullo. L’idea di base è quella di presentare, narrare, portare in superficie, raccontare storie del lavoro di ogni giorno, quello che di fatto costruisce nel dettaglio la nostra Italia. “La notte del lavoro narrato – spiega Vincenzo Moretti – non è un evento, è l’occasione per tenere assieme l’Italia intera e anche un pezzettino d’Europa intorno al lavoro e al suo valore”. I volti e le mani del lavoro, la plastica da rifiuto a risorsa, dalla terra alla tavola, i mestieri di  ieri e di oggi, l’industria tessile a Scafati, l’arte di conservare i pomodori, il lavoro che ha portato alla intitolazione della scuola di S. Pietro di Scafati al canonico Samuele Falco: questo ed altro nei locali della Falco che si trasformeranno in una vetrina viva del lavoro narrato. “Il lavoro, come ricorda la nostra Costituzione all’articolo1 – spiega la professoressa Anna Pumpo, dirigente dell’Ics Falco – è il fondamento della nostra Repubblica. Gli studenti, impegnandosi nei moduli del lavoro narrato, oltre a fare ricerca e ad acquisire competenze, fanno fatto sul terreno pratico orientamento, preparandosi alla scelta di un futuro occupazionale motivato”. Gli alunni della Falco hanno, per esempio, visitato le Manifatture tessili Prete di Scafati, dove hanno osservato da vicino i telai in azione e potuto ascoltare il loro magico suono. Attraverso le interviste all’anziano titolare, Tonino Prete, e alla giovanissima nipote Elisa, hanno visto a confronto la mentalità, i mezzi e i metodi di lavoro del passato con un futuro che è già presente, quello della produzione digitale 4.0. A conclusione del loro viaggio nel tessile, gli alunni durante la “Notte del lavoro narrato” proporranno una drammatizzazione tratta da “Il silenzio dei telai”. Anche l’industria conserviera, vanto e tradizione del territorio, è stata approfondita con visite in fabbrica ed esperienze dirette. Nei cortili della scuola, gli alunni hanno recuperato l’usanza delle bottiglie di pomodoro fatte in casa, secondo regole semplici e antiche. Perché non pensare poi alla scuola per raccontare il lavoro? Perché non partire da Corso Trieste 324 per raccontare una storia, quella delle emozioni di una giornata particolare ed unica, il 13 Ottobre 2012, giorno in cui l’ istituto comprensivo (che prima si chiamava semplicemente “S. Pietro”, dalla località di Scafati dove sorge), ha finalmente avuto la sua intitolazione a Samuele Falco? A lui, latinista ed insigne rappresentante della Terra di Scafati, nato nel 1759 proprio in Via di San Pietro, oggi Corso Trieste, è dedicato il lavoro di ricerca e documentazione compiuto dagli alunni che sono andati alle radici del complesso lavoro necessario per intitolare una scuola. Partendo poi dalla riflessione che ogni oggetto ha almeno 2 valori: il materiale di cui è fatto e il lavoro dell’uomo che l’ha prodotto, un altro percorso ha affrontato la problematica dei rifiuti, con l’intento di condurre gli studenti dalla conoscenza ai comportamenti virtuosi, alla promozione di cambiamento culturale. I manufatti del  laboratorio di riciclaggio creativo costituiscono il miglior manifesto per una campagna di sensibilizzazione sulla raccolta differenziata e sul riciclo nel nostro territorio. In generale, attraverso le diverse esperienze interdisciplinari, gli alunni hanno condiviso con i familiare le realtà lavorative, intervistando, raccogliendo testimonianze, visitando luoghi di lavoro (centro ACSE, laboratorio di ceramica, vivaio, industria conserviera ecc.) imparando dal vivo, acquisendo competenze spendibili nel domani e fondamentali per apprendere in maniera diretta le tradizioni ed il vissuto di un territorio, attraverso quell’esperienza fondamentale che è il lavoro. Gli alunni hanno “fatto parlare il passato”, hanno compiuto una sorta di inchiesta sul presente ed hanno preso spunti da possibile “schegge di futuro”.