Salerno: cena gay distrae dal vero significato del Giovedì Santo

Rita Occidente Lupo

Sono stata perplessa se vergare anch’io qualche riga o meno sull’episodio che sta distraendo forse tanti in queste ore, dal vero significato del Giovedì Santo. Il mio riflettere stamane sulla figura di Madre Teresa di Calcutta, nella Chiesa del Giovedì Santo, permane un modello da perseguire specialmente nel nostro tempo e nell’odierna giornata. Al di là d’insulse locandine, pubblicizzanti cene dissacratorie e dissacranti! in un altro Paese, non si sarebbe permesso tanto! Quando vengono solo sfiorati i codici etici di altri credi, non si trattiene il braccio dalla violenza efferata, in nome del proprio dio! Per il mondo cattolico, sembra invece che tutto possa diventare relativo: anche il dissacrante uso delle immagini artistiche e del sacro da profanare, in nome di diritti civili da avanzare, calpestando quelli altrui! L’episodio inquietante della cena gay al Caffè Verdi dell’Arbostella, non meritava probabilmente il clamore mediatico che n’è scaturito: si commenta da solo un messaggio offensivo non solo sotto il profilo artistico, giacchè s’intendeva andare nel cuore della spiritualità, più che in quello dell’arte. Ormai pare che la normalità, il sacro, la naturalezza debbano salire sullo scanno degl’imputati, in attesa che il togato difensivo del caso, possa spezzare una lancia a favore. Davvero siamo scivolati nell’assurdo, temendo di dirle certe verità. Non osando guardare più in faccia la realtà: credendo in tal modo che in nome dell’evoluzione dei tempi, debba anche essere calpestato il sacro, annientato lo spirituale, dissacrato il messaggio intramontabile cristiano. Scrivo queste righe al rientro dal mio ingresso al luogo dell’attenzione serale: ho chiesto timidamente al Caffè Verdi, alla cassiera che rivelava corde d’imbarazzo nel rispondermi, se stasera si sarebbe consumata ugualmente la cena gay. E di prendere visione di qualche locandina sul banco, giacchè in giro nessuna traccia, neanche al bancone. A disagio, confusa, ha dichiarato che il locale non è responsabile del putiferio scatenato: ma che è sempre disponibile, come ogni Giovedì, ad ospitare le serate alternative! Poi, mi ha congedata declinando ogni altra risposta, in nome della mancanza del titolare, maggiormente informato sui fatti. Qualcuno scalpitante, per pagare la consumazione: poco interessato alla discussione che stavo gestendo nel modo più civile possibile. L’argomento sembrava non coinvolgere più di tanto! Ho rimarcato, in nome della santa educazione, ch’ ero prima in fila e che pertanto la cassiera stava semplicemente rispondendo…preferisco non aggiungere altri particolari della vicenda, che rischierebbero di gettare ombre anche su chi, preposto al culto, contattato telefonicamente, avrebbe dovuto prendere maggiori distanze da un evento del genere anzicchè rispondere in modo blando. Condannare la diffusione propagandistica lesiva della religiosità, in nome di quell’istituzione dell’Eucarestia, che proprio il Giovedì Santo conferisce all’Ordine Sacro, il ministero sacerdotale…ma su questo, rischierei di esternare il disappunto di una grande ala del mondo cattolico, di tanti esponenti di gruppi ecclesiali che da ieri sera mi stanno interrogando “Ma davvero s’è persa la religione?” Probabilmente occorrerà fare un’istanza per richiedere l’apertura d’uno sportello per la difesa dei principi naturali e dell’essere umano, che ancora vive in ossequio all’ordine naturale!