Salerno: Aprile, prevenzione sindrome occhio secco

È un disturbo degli occhi più frequente nelle donne in menopausa e negli ultracinquantenni, ma da qualche anno è in notevole aumento anche nei bambini e negli adolescenti, che trascorrono troppo tempo davanti a cellulari, tablet e computer, sbattendo con minore frequenza le palpebre (ammiccamento), con la conseguente evaporazione del film lacrimale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha recentemente definita come una patologia tra le più ignorate e sottovalutate dell’epoca moderna. Per questo il Centro Italiano Occhio Secco promuove dal 3 aprile una settimana di Campagna nazionale di Prevenzione e Cura, con visite gratuite realizzate da medici specialisti, mirate a individuare e curare la malattia. Il film lacrimale è lo strato di liquido che bagna le strutture anteriori dell’occhio, in modo specifico la cornea e la congiuntiva, e viene prodotto dalla ghiandole lacrimali. E’ composto da tre strati: strato lipidico, più superficiale, per evitare l’evaporazione del liquido lacrimale; strato acquoso, più abbondante, composto da acqua, sali, enzimi (come il lisozima); strato mucoso, più interno, che mantiene l’acqua “attaccata” alla cornea. La presenza di un buon film lacrimale, per la sua funzione diottrica, è fondamentale per consentire agli occhi di avere una buona vista, oltre che per idratarli, ossigenarli e difenderli dalle infezioni. Con l’avanzare dell’età gli occhi producono lacrime con un minore contenuto di lipidi, per cui la parte acquosa evapora più velocemente. Inoltre le variazioni di livelli ormonali possono ridurre la naturale produzione di lacrime: ecco perché la sindrome dell’occhio secco predilige il sesso femminile, soprattutto dopo i 35-40 anni di età. Oggi anche i dati relativi ai più giovani sono preoccupanti. Secondo le recenti statistiche, un bambino su cinque prende contatto con cellulari e tablet nel primo anno di vita. Fra 3 e 5 anni di età l’80 per cento usa il telefonino di mamma e papà; a 9-10 anni il 25 % dei ragazzi ha già un proprio computer portatile, il 10%  ha il cellulare, che oltre la metà degli adolescenti tiene acceso giorno e notte. Negli ultimi anni è  emerso che un utilizzo prolungato di smartphone, tablet, computer o tv può causare l’insorgenza della sindrome dell’occhio secco, perché durante queste attività i nostri occhi tendono a sbattere le palpebre molto meno frequentemente del normale, generando un’eccessiva evaporazione e una ridotta produzione del liquido lacrimale. L’occhio normalmente apre e chiude le palpebre ogni 7-10 secondi, ma se è impegnato in una visione prolungata con le nuove tecnologie digitali, gli ammiccamenti diventano la metà del necessario. Purtroppo avviene spesso che le nostre lacrime siano aggredite da agenti esterni come vento, aria condizionata, eccessivo calore dei termosifoni o del sole, che ne riducono la quantità, generando una fastidiosa sensazione di secchezza oculare. Inoltre ci sono patologie generali come la sindrome di Sjogren, l’artrite reumatoide e varie connettiviti, che determinano una riduzione o una alterazione del liquido lacrimale, Anche alcuni farmaci come antidepressivi, ansiolitici, antipertensivi, anticoncezionali possono dare secchezza oculare. Anche l’alimentazione, se carente di acqua e di vitamine, può favorire la secchezza oculare. I sintomi che devono insospettire sono arrossamento, prurito, bruciore o sensazione di corpo estraneo nell’occhio e una difficoltà ad aprire gli occhi la mattina, perché costituiscono la prima spia di una secchezza oculare dovuta a un’insufficiente produzione di liquido lacrimale o alla sua eccessiva evaporazione. Le palpebre hanno la funzione di proteggere i nostri occhi: si alzano e si abbassano, chiudendosi per difendere l’occhio e per ricambiare continuamente il film lacrimale con il loro movimento. Ogni volta che avviene un ammiccamento, le palpebre distribuiscono  uniformemente il film lacrimale sulla congiuntiva e sulla cornea. Grazie alla ricerca scientifica, il medico oculista oggi ha la possibilità di diagnosticare in maniera precisa le alterazioni del film lacrimale, con strumenti diagnostici molto precisi, in grado di individuare in maniera personalizzata per ogni paziente la terapia più appropriata. Esistono molte strategie terapeutiche da scegliere in base alla storia del malato e alla severità della malattia, dalle lacrime artificiali (colliri) agli anti-infiammatori mirati, fino a recenti tecniche più innovative come la luce pulsata. Ricordiamo, infine, che una delle funzioni del liquido lacrimale è quella ottica, cioè della messa a fuoco delle immagini. Quando siamo al computer, per esempio, la riduzione dell’ammiccamento provoca un’evaporazione del film lacrimale con conseguente decadimento della qualità dell’immagine retinica per la variazione del potere diottrico dell’occhio, per cui siamo costretti ad “accomodare” continuamente per la messa a fuoco, con conseguente astenopia, cioè bruciore agli occhi e mal di testa. Quindi l’occhio secco ha un impatto negativo sulle attività giornaliere come la lettura e l’uso del VDT. Oggi sono disponibili lenti digitali e con filtri per la luce blu, per proteggere gli occhi dai danni da pc, smartphone, ecc. La secchezza dell’occhio dà quasi sempre infiammazione ed anche una maggiore facilità alle infezioni, specialmente se si portano le lenti a contatto. In occasione della Campagna nazionale di Prevenzione, chi sospetta una secchezza oculare o che già ne soffre e desidera una visita di approfondimento, può fissare un appuntamento gratuitamente, contattando il centro oculistico più vicino a casa. All’iniziativa hanno aderito oculisti in tutta Italia, tra cui il dott. prof. Vincenzo Pagliara, nei suoi studi di Salerno e Baronissi, prenotando fino al 30 aprile allo 089220310 – 3398081041.