Mercato San Severino: concorso letterario per San Vincenzo Ferreri

Anna Maria Noia

Il 5 aprile ricorre S. Vincenzo Ferreri, protettore e compatrono (insieme a S. Rocco e alla Madonna del Rosario) dell’antico Stato di Sanseverino. Ancora oggi “l’angelo dell’Apocalisse” (così è denominato a causa della voce e del carattere dominante, tonante, vibrante oppure per le ali nella sua iconologia) è celebrato – ancora attualmente – dalla comunità dei fedeli sanseverinesi; soprattutto quelli afferenti alla parrocchia di S. Giovanni – retta da don Peppino Iannone. Oltre alle celebrazioni eucaristiche – in atto alle 9.30, alle 11 e alle 19 (quest’ultima “solenne” e peculiarmente seguita da un vasto e attento uditorio), oltre alla recita del S. Rosario meditato (ore 18.30) – il Comitato Festa ha organizzato un concorso letterario per ragazzi dai 9 ai 14 anni. Il contest si articola in tre sezioni: Vita e Miracoli di S. Vincenzo; Opere e Scritti del santo e Componimento Poetico in suo onore. Un’apposita giuria, presieduta da don Peppino, sarà lì a valutare gli elaborati. Sono previsti cinque premi in denaro: al primo classificato, andranno 30 euro; al secondo 25 e l’ultimo riceverà 10 euro (a scalare di 5 in 5 euro).  Tutti i partecipanti saranno omaggiati di una pergamena e di ovetti pasquali. Nella messa delle 19, la proclamazione del vincitore o della vincitrice (e perché non più vincitori?). È una bella occasione per rivalutare gli aspetti didattici e istruttivi che la fulgida figura del santo opera – o dovrebbe – tra i più giovani, particolarmente i preadolescenti. Per tale sentitissima festività, nulla – sembra – è stato lasciato al caso: già eretto – nella cappella della chiesa di S. Giovanni (adiacente al Comune) – un piccolo “trono” dove campeggia il simulacro di tal taumaturgo – vissuto nell’epoca della cattività avignonese e dell’antipapa. Quando visse, anche, S. Caterina da Siena (una delle poche donne dottoresse della Chiesa, con le stigmate invisibili) – che con lui si scontrò. Nello stesso periodo storico, abbiamo notizia del papa Urbano VI – al secolo: Bartolomeo Prignano (Plinianus, che ricorda possedimenti tra il Fiscianese e il Montorese) originario della frazione Acquarola. Al termine dei toccanti momenti liturgici, largo alla banda “Città di Bracigliano” – che allieterà, assieme a festoni e luminarie, la già di per sé bella ricorrenza. Ricordiamo che il vero e reale “trionfo” di S. Vincenzo, domenicano (come S. Tommaso d’Aquino) spagnolo da non confondersi con l’altro Vincenzo (martire, quello di Saragozza – patrono dei vignaiuoli e della frazione omonima venerato il 22 gennaio) si verifica in estate: precisamente ad agosto, quando si organizza la processione della sua effigie e le bancarelle si assiepano per le vie di Mercato S. Severino. Diverse le ragioni per le quali i festeggiamenti e le celebrazioni più “sontuose” avvengono appunto ad agosto: la più accreditata è che in estate il clima è sereno, l’aria si fa più dolce e le giornate sembrano più lunghe. Ma l’altra versione – quella privilegiata – è che in quel periodo tornano nel centro irnino gli emigrati sanseverinesi sparsi per il mondo. Essi così hanno l’opportunità di riunirsi ai familiari, nonché di dimostrare la grande e fervente devozione che li spinge ad affrontare anche lunghi viaggi per amore del santo. Come detto sopra, altri patroni dell’intero nucleo di residenti sono Maria SS. del Rosario e l’indimenticato S. Rocco – principe di Montpellier (ma pellegrino e viandante alla volta di Santiago – ovvero jacopeo) invocato contro le pestilenze. Anche Rocco (dal germanico “hroc”, corvo o uccello sacro presso i Teutonici) viene rimembrato non nel suo “dies natalis” al Cielo – il 16 agosto – bensì a settembre. Don Peppino Iannone si augura che il 5 aprile accorra in chiesa quanta più gente possibile – e ciò non è di certo impossibile, data la fede semplice però intensa dei parrocchiani sanseverinesi.