L’uomo del mondo dice basta al suo “stato di fame”

Giuseppe Lembo
Siamo ormai ad una condizione di mondi separati  con i poveri del mondo in cammino per rivendicare per sé quei diritti che i potenti del benessere mondiale, egoisticamente negano, facendoli disumanamente morire. In questa triste cornice di disperazione e di morte, assistiamo ad una crescente emigrazione globale dalle caratteristiche di massa; un fenomeno che sarà sempre più disperatamente crescente e che non fermerà niente e nessuno se non per effetto di un saggio confronto e di un dialogo tra le diversità umane della povertà da una parte e della ricchezza dall’altra, con le dovute garanzie di un welfare mondiale il solo che può salvare il mondo da una sempre più possibile catastrofe umanitaria da cui non si salva nessuno; dico nessuno, in quanto sconvolgente per tutti, per un fare violento e distruttivo dei poveri sui ricchi. Dei poveri ostinatamente contro i ricchi per le loro disumane condizioni di una fame maledetta che si traduce in morte, a cominciare dai bambini, malnutriti e vittime innocenti della fame disumana che il mondo dei “criminali” e dei tanti “boia” della Terra si dovrebbe assolutamente risparmiare, ponendo ai dannati crimini di Pace la parola fine, in quanto trattasi di crimini senza se e senza ma, a cui si può anche togliere l’inopportuna parola PACE, essendo in sé solo atti di guerra; atti di una feroce guerra contro l’umanità che vanno assolutamente dismessi. Occorre, come ci ha lasciato scritto Zygmunt Bauman, praticare nel mondo animato da un nuovo e saggio umanesimo, un welfare mondiale. Bisogna assolutamente evitare che l’emigrazione di massa assuma il volto disumano dello schiavismo del Terzo Millennio; del tempo nuovo di un mondo globale che rivendica, a giusta ragione, un mondo nuovo con i diritti concretamente parte di sé e la giusta e saggia cancellazione della Fame che uccide i tanti disperati della Terra; i tanti rifiuti umani che vogliono per sé la dignità di uomini della Terra, con il diritto alla vita ed alla libertà dal bisogno, un diritto universalmente riconosciuto come valore umano a tutti, dico a tutti, nessuno escluso. C’è da vigilare ed aprire gli occhi contro il possibile fare schiavistico che l’emigrazione di massa può trasformare sempre più le crescenti ondate migratorie, con un’invasione di schiavi e non di uomini, utile e funzionale tra l’altro, a ridurre l’umanità più in generale, in un’umanità negata e con gli stessi diritti dei migranti. In un’umanità disumanamente cancellata e sempre più impoverita, facendo così accrescere il potere sempre più potente e prepotente dei ricchi del mondo. Dei ricchi che considerano l’emigrazione dei nostri tempi un grande, grandissimo affare, su cui rapacemente cercano di mettere le mani, per creare ulteriori disastri nel mondo del benessere negato sia ai migranti che ai tanti della Terra sempre più dismessi e ridotti in povertà, creando situazioni da futuro negato per tutti e soprattutto per quelle tante parti della Terra già naturalmente cancellate al futuro; un futuro che ha assolutamente bisogno della saggezza umana per evitare, senza appello, la disumana catastrofe di un insieme umano destinato a morire di uomo; destinato ad essere cancellato al futuro possibile per le gravi colpe dell’egoismo umano che pensa negativamente al tutto per sé. Siamo in un mondo di chiaroscuri; in un mondo di ombre che accompagnano ogni successo; siamo in un mondo dove lo svettare dei grattacieli si accompagna allo squallore delle vite disperate; delle vite sole e negate a tutto, con dentro e materialmente fuori, un profondo e disumano abisso della sofferenza umana, del tutto indifferente al mondo; a quel mondo di benessere che non sa, perché si rifiuta, guardarsi attorno ed accorgersi della miseria che si annida ovunque e diventa disumanamente protagonista di cose inconfessabili, con dentro un malessere profondo ed impresso, unico e maledetto percorso di vita possibile, dalle tristi caratteristiche di vita negata; di vita tradita e disumanamente negata al futuro del mondo. Nel nostro tempo, l’uomo del mondo, attraverso il suo migrare globale, ha deciso di dire basta al suo mondo, disumanamente fermo e con in sé quello “stato di fame” che vuole cancellare; che si deve cancellare, in quanto è di tutti, il garantirsi il diritto alla vita, un diritto che, in quanto riconosciuto e quindi garantito, non può essere assolutamente negato, facendo morire di fame tutti i disperati della Terra che, oggi, negandosi alle disumane ingiustizie, hanno deciso di sfidare il mondo; tanto, alla ricerca di un mondo nuovo con la saggia riappropriazione del “diritto alla vita”; un diritto che va garantito a tutti gli uomini della Terra. Che succederà al mondo con il suo popolo di disperati della Terra, protagonisti di una migrazione globale, dalle dimensioni assolutamente imprevedibili? Tanto, rompendo gli argini ed in massa cercando di cancellare dalla propria condizione di uomo quello “stato di fame”, violentemente e schiavisticamente imposto da chi pensa a governare-sgovernando il mondo, per dare concretezza ai soli egoistici fini, con un fare indifferente per i tanti uomini della Terra che muoiono; che muoiono di fame e per fame, nella più assoluta indifferenza di chi da “padrone del mondo”, pensa di essere nel pieno diritto al tutto per sé; all’uso con abbondanza di spreco, delle risorse del mondo, falsamente considerate dei soli pochi del mondo, creando, così facendo nel mondo, scenari inquietanti.