Ospitali per turismo non improvvisato

Giuseppe Lembo

Oltre al fare strutturale, un fare per un buon turismo italiano, il saggio fare turismo italiano richiede un non più rinviabile intervento di organizzazione del settore, purtroppo e sempre più spesso affidato all’improvvisazione, ad una mancanza di dovuta professionalità ed aggiornamenti della stessa, per dare le risposte turisticamente giuste a chi viene da NOI. La prima delle risposte, oltre che giusta, assolutamente necessaria, è quella della lingua; di una lingua che deve permettere di comunicare e di capire l’umanità dell’altro in quanto diversità-risorsa fuori dai propri contesti di vita. Per superare questo disagio che spesso è causa di incomprensioni dell’uno verso l’altro o peggio ancora di profondo silenzio umano, basta una decente conoscenza dell’inglese, una lingua turisticamente universale che può soddisfare il buon comunicare anche con il mondo asiatico sempre più presente sulla scena del turismo italiano. Oltre al comunicare è assolutamente opportuno non tradire le attese dell’ospite per tutto quanto offertogli attraverso la promozione a distanza sia on-line che cartacea e/o di qualsiasi altra natura. È grave tradirla! Le conseguenze sono la causa prima e scatenante di una sfiducia a prima vista, con conseguente sfiducia continua covata dentro e con un senso represso del potersi o non potersi fidare. Questo va assolutamente evitato; non deve assolutamente rappresentare una macchia negativa per il turismo italiano che nel fare turismo nelle strutture di accoglienza, diffusamente italiane, deve tenere viva e presente la “sacralità dell’ospite”, una caratteristica-valore che ci appartiene e che, se ben manifestata è ad alto indice di gradimento, in quanto è difficile trovarla in altre parti del mondo, dove il turista è un “cliente”, ma non mai un “ospite amico”. E’ assolutamente necessario che l’ospite che viene da NOI venga considerato sempre e soprattutto ospite e non un cliente anonimo di passaggio, da utilizzare come sola risorsa economica senz’anima e quindi per fini non sempre generosamente positivi. Tanto non serve al protagonismo italiano che si deve saper occupare e preoccupare del suo futuro possibile oltre che necessario. Bisogna che l’insieme italiano con un fare intelligente capisca e bene che fare per fare turismo intelligente; un turismo dell’anima che serve all’Italia e ne sappia garantire saggiamente il futuro. Gli italiani, purtroppo, assuefatti ai tanti mali d’Italia, non danno peso alle cose che turisticamente non vanno e che a lungo andare potrebbero compromettere irrimediabilmente il nostro fare turismo che, così continuando a fare, diventa un fare turismo da futuro tristemente negato. Tanto non deve assolutamente essere! Se veramente vogliamo bene all’Italia e siamo, così come è necessario che sia, attenti al futuro, dobbiamo responsabilmente riguardare l’Italia turistica, eliminandone i suoi ingranaggi arrugginiti, per cui poco o male funzionanti. Con grande intelligenza italiana bisogna attentamente sviluppare l’Italia turistica, spesso improvvisata, in Italia turistica di sistema, basata sulle buone ed intelligenti caratteristiche di un fare turistico, capace di rispondere positivamente a tutte e/o almeno a gran parte delle sue oltre 50 variabili, da modellare ed adattare, progettandole e sviluppandole al proprio fare turismo. Parlando di STARTUP la definirei l’eccellenza delle eccellenze di un fare turismo mondialmente centrato sul grande ed insostituibile valore dell’ESSERE, il solo che può salvare il futuro del mondo e quindi anche il futuro del mondo turistico sempre più gravemente ammalato di un’umanità dell’avere e dell’apparire che, proprio non sa volere bene all’ESSERE. Tanto, pensando in modo deviato a cancellare gli insostituibili valori di saggia umanità senza i quali non avremmo altro futuro se non quello di una catastrofe universale, evitabile solo riportando il mondo sulla strada dell’ESSERE, così come suggerito dal Sociologo – umanista Zygmunt Bauman nel suo pensiero-testamento di un welfare universale, utile ad un insieme di umanità tollerante e condivisa, con un fare da necessità virtù per gli ultimi della Terra, i poveri di una maggioranza silenziosa destinati a morire di fame e gli altri, i pochi del potere unico delle grandi risorse del mondo, sempre più necessarie al mondo per evitare la catastrofe umanitaria di distruzione e di morte, universalmente diffusa. Bauman, con saggia convinzione ha allertato il mondo sulla necessità di un incontro umanamente ed universalmente funzionale per gli uni e per gli altri, cercando non lo scontro, ma il confronto-compromesso per garantire in PACE la vita dell’UOMO sulla Terra che ha assolutamente bisogno, per non morire di falso potere umano, di un WELFARE UNIVERSALE. Si tratta in questo senso di una STARTUP concretamente territoriale; appartiene per contenuti fisici e valoriali all’Italia del Sud. La Terra Velina, ombelico del mondo, è il nucleo centrale per una STARTUP culturale.