KUTAKA Volere

Padre Oliviero Ferro*
“Nataka, voglio”. Non basta dirlo con forza. Bisogna che anche l’altro sia d’accordo. Si diceva una volta che volere è potere. Ma, aggiungo io, non sempre è così. Guardando la vita dei nostri fratelli africani, mi viene da dire che anche loro vogliono tante cose, come succede a ciascuno di noi. Lo vogliono anche con forza, perché è un loro diritto. Ma poi, cosa succede. Vogliono essere rispettati come persone, ma non sempre (o quasi mai) chi è al potere lo fa. Vogliono avere cibo, salute, scuola, pace…tutte cose belle, non solo da desiderare, ma che sono un diritto. Però spesso questo non succede. Non basta dire voglio a uno che davanti a te neanche ti considera, che ti fa violenza, che ti impedisce di vivere normalmente. Allora è facile che si vada nella rassegnazione, nella paura, nella tristezza, che si dica che le cose non cambieranno mai. Noi, missionari, insieme a loro, cerchiamo di fare in modo che volere diventi potere. Ci si mette insieme, si riflette, si decide come affrontare i problemi. A volte si riesce. Mi ricordo sempre, quando nel nostro villaggio alcune persone potenti, avendo corrotto il sindaco, stavano portando via i campi dove la gente lavorava. Diverse persone, di religioni diverse, avevano chiesto di riunirsi in una sala della missione per rivendicare i propri diritti. Qualcosa si stava muovendo. Un giorno viene il sindaco a minacciarmi, dicendomi che io sono il padre di tutti e insomma…che devo farmi gli affari miei. Gli ho risposto che io avevo dato loro una sala e che poi erano loro che decidevano cosa fare. Lui se ne va via poco contento. Io invece, anche nelle omelie della messa, ho continuato, anche se con parole non esplicite, a stare vicino a loro, a fare in modo che potessero vivere decentemente. Certo, anche per noi, parlare troppo chiaro può portare dei problemi (minacce fino all’espulsione), ma non possiamo tacere. Di fronte al dolore delle persone, non si può fare finta di non vedere.
* missionario saveriano