Avellino: SAPPE, perquisizione in carcere, Polizia Penitenziaria trova 2 cellulari in cella

Fruttuosa perquisizione in carcere, questa mattina, ad Avellino. Gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno esaminato e perquisito ogni anfratto della Casa Circondariale irpina. A darne notizia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. “Da alcuni giorni alcuni Agenti avevano notato movimenti sospetti di un gruppo di detenuti beneficiari di lavoro articolo 21, e quindi liberi di girare per la Sezione detentiva, ed allora è stata disposta una perquisizione straordinaria”, spiega il Segretario nazionale SAPPE della Campania Emilio Fattorello. “I sospetti dei colleghi si sono confermati fondati: sono stati infatti trovati in una cella di due detenuti definitivi con fine pena 2019 due telefoni cellulari. Un importante operazione di servizio, dunque, coronata con successo e per la quale il SAPPE rivolge il suo apprezzamento alla Polizia Penitenziaria di Avellino”. Donato Capece, segretario generale del SAPPE, sollecita Ministro e Capo DAP a intervenire,: “Quello di Avellino è l’ennesimo rinvenimento di telefoni cellulari in una cella di un carcere italiano. Il Ministero della Giustizia ed il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria dovrebbero con urgenza predisporre un piano di intervento finalizzato a contrastare questa drammatica realtà. Nonostante i vari controlli, molti cellulari riescono ad arrivare tra le sbarre, ponendo quindi la necessità di trovare soluzioni, tecnologiche e non, per ovviare al problema”. E, nel ricordare che proprio ieri, nel carcere di Avellino, un Agente era stato aggredito da un detenuto, denuncia: “E’ solamente grazie alle donne e agli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, gli eroi silenziosi del quotidiano con il Basco Azzurro a cui va il ringraziamento del SAPPE per quello che fanno ogni giorno, se  le carceri reggono alle costanti criticità penitenziarie. Contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria. Ogni 9 giorni un detenuto si uccide in cella mentre ogni 24 ore ci sono in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi in cella sventati dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria.  Aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno e i dati sulle presenze in carcere ci dicono che il numero delle presenze di detenuti in carcere è in sensibile aumento. Ed il Corpo di Polizia Penitenziaria, che sta a contatto con i detenuti 24 ore al giorno, ha carenze di organico pari ad oltre 7.000 Agenti …”.“Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto sono decuplicati gli eventi critici in carcere”, concludono i sindacalisti del SAPPE. “Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto. Nell’anno 2016 ci sono infatti stati 39 suicidi di detenuti, 1.011 tentati suicidi, 8.586 atti di autolesionismo, 6.552 colluttazioni e 949 ferimenti. E questo deve fare capire in quali condizioni sono costretti a lavorare i poliziotti penitenziari in Campania e ad Avellino in particolare, spesso vittime loro stessi della follia delinquenziale di certi detenuti”.