Gerardo Marotta l’ultimo dei “giacobini” napoletani

Giuseppe Lembo
I927 – 2017 sono le date di nascita e di morte di un grande italiano. Sono gli anni in cui è nato l’avvocato Gerardo Marotta, l’ultimo “giacobino” di Napoli, che a novant’anni, nel 2017 ci ha lasciati, con tanta sofferenza nel cuore e con un vuoto di valori umani, difficile se non impossibile da colmare, considerati i tempi tristi e dal sapere negato, in cui viviamo il nostro tempo sempre più disumano. Gerardo Marotta, l’avvocato Gerardo Marotta, l’ultimo giacobino di Napoli, non è più di questa Terra. Non è più tra Noi; purtroppo ci ha lasciati nel sofferto dolore di una scomparsa umana dall’eredità scomoda, di cui è assolutamente difficile trovare in altri della Terra napoletana e non solo, il grande continuatore del pensiero libero e soprattutto del pensiero del fare, troppo spesso tradito dai tanti che si sono ostinatamente rifiutati di credere in lui, con un fare spesso dispettoso, ma soprattutto indifferente, negando il sostegno alle sue idee, al suo saggio fare, una grande risorsa per un mondo umanamente nuovo, a Napoli e nel profondo Sud d’Italia, un mondo geografico – territoriale e di umanità silenziose di cui saggiamente Marotta aveva ben capito come cambiarne i destini, promuovendone, prima di tutto, l’uomo come uomo di libertà. Come giacobino del ventesimo-ventunesimo secolo, andava saggiamente pensando al risveglio di una Rivoluzione umana su basi assolutamente pacifiche, affidata alla cultura ed ai valori del sapere con il protagonista di sempre nell’homo sapiens, capace di illuminare il popolo, anche se silenzioso ed indifferente a tutto, accompagnandolo per mano, nella grande conquista umana dei valori della libertà, finalizzati al bene pubblico ed al vivo e comune desiderio di giustizia che è parte di tutti Noi. Sono valori fondanti, fondamentali per l’uomo di tutti i tempi; sono valori che Gerardo Marotta, l’avvocato Gerardo Marotta, fece suoi e cercò di difendere e di diffondere a piene mani, senza spesso riuscirci nella sua bella Napoli, una città che, nonostante le tante sofferenze ricevute, si è portata sempre nel cuore fino alla morte amandola, da grande napoletano dei saperi condivisi, da napoletano di un mondo nuovo che, nel corso della sua vita, senza risparmiarsi mai, ha sempre proposto alla sua gente, indicandone la strada giusta da seguire. La grande, pacifica rivoluzione che Marotta, il giacobino, l’ultimo dei giacobini, ha sognato per Napoli, aveva le sue radici profonde, prima di tutto e soprattutto, nei saperi, nella cultura, nella conoscenza e nel libro, un’arma grandemente rivoluzionaria che tanto può, per cambiare i destini del mondo ed a cui Gerardo Marotta ha dedicato tutto di sé, con grandi sacrifici, mettendone insieme un ricco patrimonio di ben 300.000 volumi, affidati al Palazzo Serra di Cassano trasudante, pietra su pietra, di quei valori di libertà giacobina che hanno caratterizzato il lungo cammino dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, un Istituto – patrimonio italiano, caro al mondo del pensiero che conta, sia italiano che europeo e di tante parti del mondo, con tanti saggi pensatori del tempo marottiano ospiti dell’Istituto, in occasioni importanti di confronti e dibattiti con al centro la cultura, i valori ed i saperi ed i tanti problemi dell’UOMO del nostro tempo. Marotta, con grande, instancabile forza, era l’onnipresente nelle tante iniziative dell’Istituto e sempre più spesso, anche fuori dalle sue sacre mura, portando al territorio campano ed oltre per l’Italia, il buon verbo della cultura per l’uomo nuovo, in un tempo di profondi cambiamenti umani, con alla base i valori portanti della libertà e della crescita diffusa attraverso i saperi, partendo dalla storia, che portarono l’avvocato ad occuparsi di cultura come progetto di nuova vita, con idee che, cammin facendo, diventavano idee oltre che condivise, idee del fare, soprattutto per il Sud; per il Sud bisognoso di riscatto e di crescita umana da e per l’uomo, progettando percorsi itineranti di eccellenze informative e formative, attraverso il passato storico delle Mostre (la più importante in assoluto “La Repubblica napoletana del 1799”) e le Scuole estive dell’Istituto distribuite in rete, nelle province campane ed anche in altre realtà meridionali contermini alla Campania.