Autismo non solo maschile

di Rita Occidente Lupo
L’autismo ancora crea disagio e sofferenza in molte famiglie. Nella voglia di non demordere dal tentare d’infrangere quella cortina che sembra relegare il proprio caro, dal resto del mondo. Già dai primi mesi di vita visibile, la patologia avanza nel corso degli anni, lanciando segnali palesi. L’isolamento nel quale il soggetto si ritira, incapace d’interagire con quanto lo circonda, lo spinge ad una ripetitiva azione anche ludica. Recentemente gli scienziati hanno esaminato tale disturbo, giungendo alla determinazione che sia riconoscibile nella forma del cervello: maggiormente a rischio, al di là del sesso, coloro con cervello da accentuate condizioni anatomiche, tipiche di quello maschile, come ad esempio un certo spessore della corteccia. Di qui la constatazione che l’autismo più comune nei maschi, che nelle femmine. Ma anche le donne, se con cervello maschile, col triplo di probabilità di soffrirne.