Idea – progetto per un saggio “fare turismo” italiano

Giuseppe Lembo

Partendo dal “che fare”, c’è da dire che le cose da fare in Italia per rendere il turismo una grande risorsa italiana sono tante; veramente tante. Prima di tutto sbloccare l’ordinarietà italiana che dà segni di grave sofferenza e di disagi diffusi nella quotidianità italiana e di chi viene da NOI che si allerta, infastidendosi, di fronte ai disservizi italiani che sono crescenti e proprio non giovano al turismo; proprio non giovano alla buona immagine dell’Italia turistica, il primo ed importante biglietto da visita per un buon turismo italiano, una grande risorsa per il futuro dell’Italia che, dal turismo, unitamente alle eccellenze del cibo, dell’artigianato, del made in Italy, può ricevere risorse, tante importanti risorse, per fare crescere l’Italia; per tirare l’Italia fuori dal guado e per evitare l’amara e triste sofferenza italiana di braccia e cervelli, soprattutto giovani, costretti ad abbandonare le terre dei padri con una grande sofferenza nel cuore e con grave danno italiano per le tante risorse umane che vengono meno all’Italia, compromettendone, così facendo il futuro che, purtroppo e sempre più, diventa futuro negato per l’Italia e gli italiani, bravi a farsi male, facendo soffrire l’insieme italiano, tristemente per un fare che è, alla base del mal funzionamento italiano. Bisogna, a questo punto, fermarsi a riflettere. Chi, con indifferenza, facendo finta di niente e non ha o meglio non vuole avere occhi per vedere ed orecchie per sentire, è complice dei mali d’Italia. Facendosi male, è gravemente complice dei mali d’Italia che compromettono il nostro FARE TURISMO, purtroppo negativamente compromesso e mortificato dalle tante sofferenze italiane che sono sempre più spesso alla base di un mal funzionamento d’insieme del SISTEMA ITALIA; trattasi si un sistema purtroppo fortemente arrugginito per l’indifferenza italiana alle cose italiane sia materiali e concrete che legate ai valori, alla cultura, al pensiero ed ai saperi del Paese Italia, per tante, tante sue caratteristiche, tra l’altro, anche naturali, uniche al mondo e per questo grande attrattore turistico; purtroppo è sempre più compromesso dal negativo italiano di un fare antropico, non sempre saggio e giusto; non sempre rispettoso degli altri; degli altri come insieme umano italiano e stranieri compresi. Quali i punti di forza per una grande Italia turistica? Sono veramente tanti; ma in particolare ed in senso generale vanno individuati soprattutto e prima di tutto, nel grande patrimonio naturale, nelle tante testimonianze uniche al mondo del suo passato, nel cibo italiano, in un made in Italy che ancora esercita il suo fascino di sempre nel mondo; nel mondo che conta turisticamente e che, da sempre si avvicina all’Italia per goderne le sue preziose unicità che, comprendono tra l’altro un buon clima, un bel paesaggio, un grande fascino naturale ( i tramonti italiani sono unici al mondo) e tante preziosità italiane, parte di quell’Italia minore, ancora più interessante e sconosciuta a chi viene in Italia, un Paese ricco di tante offerte turistiche importanti a cominciare dalle città d’arte, custodi del grande patrimonio artistico italiano. Quello minore non è e non può assolutamente essere un’appendice del turismo artistico-culturale italiano. Non è e non può assolutamente esserlo; è invece parte di un patrimonio veramente unico di un turismo diffuso dalle caratteristiche fortemente etno-antropologiche, dove è bello vivere con la gente, testimone di un passato da conservare, unitamente ai suoi simboli che ci richiamano una civiltà che ormai non c’è più (la civiltà contadina), dove tutto era in simbiosi con la madre Terra e con un mondo di mestieri scomparsi, un unicuum di vita umana, bella da scoprire e da vivere. Tanto,  per assaporare, tra l’altro, quell’ospitalità amica del buon bicchiere di vino, ormai cancellata dalle umanità frettolose di un mondo dell’apparire che pensa ad altro e che non si sofferma a riconsiderare il passato, tra l’altro, utile al presente ed al futuro, con un saggio rapporto Terra/Uomo e con uno stare a tavola fortemente salutistico, per gustare il cibo della Terra, coltivata con amore e sacrifici dall’uomo contadino che un tempo ormai lontano, aveva in sé, un sacro rispetto della madre Terra, generosa nel dare i suoi buoni frutti, in tante parti minori di un’Italia, ancora possibile da scoprire e da gustare, rigenerandosi dentro. Tutto questo è parte di un insieme umano, naturale, culturale, ed artistico, di un unicuum armonioso del grande patrimonio italiano, dove il turismo ancora, pur essendocene le condizioni, proprio non riesce a dare il meglio di se stesso, come grande risorsa italiana. Purtroppo, l’Italia minore dove potrebbe svilupparsi un ottimo circuito di turismo diffuso, come in gran parte dell’Italia più in generale, è in condizioni di non poche sofferenze strutturali ed organizzative; tanto, per la viabilità, per il trasporto, per il governo dell’emergenza, per le strutture a tutela della salute e per il governo del territorio non sempre attento a fornire al turista ospite, nelle strutture ricettive, spesso senz’anima, il giusto ed il dovuto territoriale, per quel godimento dell’anima che, soprattutto attraverso il cibo ed il buon bere, potrebbe ancora oggi offrire al turista ospite alla ricerca di quella genuinità dell’accoglienza di una volta, dalle radici antiche, oggi posseduta dal buon cibo che, purtroppo e sempre più spesso viene contrabbandato a chilometri zero e quindi territoriale, anche quando tale proprio non è.