Politica e Società, l’Italia politica cambia pelle

Giuseppe Lembo

Il nuovo degli scenari italiani che riguardano l’umanità italiana con la politica e la sua rappresentanza che li governa, è dato dall’annunciato ingresso della società italiana nel Governo del Paese. Tanto perché crescono a vista d’occhio le sue sofferenze umane e sociali, nei confronti delle quali chi dovrebbe avere intelligentemente occhi per vedere ed orecchie per sentire, fa finta di niente, manifestando indifferenza ai mali italiani sempre più difficili da sopportare; tanto, per le condizioni tristi di cui tanta gente italiana, veri e propri rifiuti umani, giorno per giorno, muore d’Italia. Non è assolutamente una saggia rappresentanza di buona politica per l’Italia, sempre più umanamente, culturalmente e politicamente mediocrizzata e dal futuro maledettamente negato; tanto, per un crescente vuoto di idee e del fare sempre più negato al fine di dare dignità di vita alla gente, garantendone i diritti fondamentali in quanto uomini della Terra (primo dei quali, il diritto alla libertà dal bisogno ed alla vita che nessuno, dico nessuno del mondo dei potenti, può negare anche all’ultimo della Terra, condannato a morire per l’indifferenza dei potenti). Partendo da qui, la società italiana alza la testa e la voce e dice con dovuta forza, il suo attivo ed intelligente NO alla cancellazione dei diritti umani. Un primo significativo passo in tal senso è finalmente arrivato a scuotere dal profondo addormentato del nostro silente Paese, dove è eticamente e diffusamente condivisa l’indifferenza per l’altro in quanto uomo e dove in silenzio, ciascuno vive per sé, con un risultato referendario che, contro tutte le più rosee previsioni sondaggistiche di altro segno, ha visto prevalere l’inaspettata vittoria del NO, con un 60% contro un 40% per il SI, sconfiggendo così sonoramente l’Italia del renzismo italiano della Leopolda, convintamente fiducioso  alla delega in bianco da un qui comando Io, espressione e forza dell’uomo solo al comando. Un Progetto questo, nefasto e del tutto sbagliato in cui i silenziosi d’Italia hanno intelligentemente saputo dire NO. La nostra bella Patria, terra di grandissima umanità, di saperi e valori, nonché di grande arte, a partire dai tempi lontani che ci invidia il mondo, oggi si risveglia da un letargo di lungo corso, ritrovandosi nelle condizioni di un diffuso tradimento democratico, con una rappresentanza del potere unico attenta al potere ed ai privilegi che ne conseguono ed invece assolutamente dannoso all’insieme umano che dovrebbe rappresentare in un corretto, civile e saggio rapporto democratico, elettori-eletti, governati-governanti. Tanto, con un grave danno italiano; purtroppo, ancora non c’è, nel nostro Paese, con le conseguenze dell’effetto dominante ed in sé devastante di renderne debole la politica che, così facendo, è diventata la grande assente dalle scene italiane e di fatto scomparsa nell’insieme-società funzionale al popolo che vuole condividere le idee e trovare le soluzioni dignitose al proprio vivere, partecipando attivamente e da protagonista alla vita del Paese. Se così non è, c’è da chiedersi e ad alta voce, che cos’è la politica del fare, intesa come dovere istituzionale per la gente, protagonista di umanità, di socialità d’insieme e di saggia e comune condivisione sia valoriale – culturale che del fare umano finalizzato agli obiettivi dello stare insieme solidale che, il sociologo Zygmunt Bauman, pensatore di profondo umanesimo, di recente scomparso, ci ha lasciato in eredità come necessità di un umanesimo solidale, ispirato al principio del welfare universale, una inderogabile necessità umana per salvarsi come uomini della Terra, salvando il futuro sempre più tempestoso del mondo. Non è più tempo per noi Italia e per il mondo, pensare ad inciuci del sistema dell’insieme umano dal particolare all’universale, finalizzati all’unico obiettivo di fregare  il prossimo dei deboli e degli ultimi della Terra; tanto, da parte di quei forti del potere e dei potenti-prepotenti con i paraocchi, convinti che è normalmente giusto calpestare il prossimo, rifiutandosi, così facendo, di amarlo come se stesso, secondo i saggi principi cristiani ed umani del mondo che vivrà e sarà erede di futuro solo se si saprà essere UMANITA’ DI UOMINI SOLIDALI DELLA TERRA. L’Italia degli anni recenti ha assunto caratteristiche poco sagge con conseguenze fortemente distruttive di dismettere e delocalizzare tutto di sé. Una dismissione molto contagiosa che si è impadronita del Paese, riducendo fortemente il suo protagonismo e la sua bella e saggia capacità di un fare italiano, il frutto delle idee e dei saperi italiani che ci ha saputo rendere importanti per i risultati raggiunti e protagonisti di un mondo in cammino che gli altri del mondo ci guardavano con invidia, mentre si andava in lungo ed in largo, copiando il nostro intelligente e richiesto made in Italy. Questa nostra saggezza italiana, con un Paese in crescente e forte mediocrizzazione umana, sociale, culturale e soprattutto politica, man mano, cammin facendo, ha perso il suo smalto di origine e si è andata rifugiando in un fare decadente, sempre più solitario e dismesso che inevitabilmente ha colpito anche la politica italiana, in crescente crisi di energia, di forze del sapere, di organizzazione e di un uso intelligente e coordinato delle sue risorse umane, la prima grande risorsa italiana e più in generale del mondo alla base del futuro del mondo, per un mondo umanamente nuovo. E così scivolando, scivolando, lo smalto italiano della buona politica per un’altrettanto buona società, si è andato autocancellando e quindi scomparendo, con gravi danni per tutti gli italiani, purtroppo, vittime di un sistema di rappresentanza disumano ed assolutamente indifferente al bene comune che, mancando di un fare solidale, si viene a trovare in condizioni di gravi sofferenze, con scelte sofferte e silenziose di nuove, possibili soluzioni di aggregazione della rappresentanza umana e politica.