Mosé il liberatore del popolo d’Israele

 don Marcello Stanzione

La partenza del popolo di Israele dalla schiavitù d’Egitto non si effettua senza male: il Faraone non vuole separarsi da questa manodopera che egli mantiene in schiavitù, Mosé deve, con l’aiuto di Dio, provocare le dieci piaghe d’Egitto: acqua cambiata in sangue, pioggia di rane, nuvole di zanzare, pioggia di cavallette, invasione di vermi, epidemia di peste sul bestiame, foruncoli sugli uomini, caduta di fuoco e di grandine, tenebre in pieno giorno e morte dei primogeniti, presso il Faraone come presso gli schiavi, presso gli animali domestici come presso le bestie selvatiche. E’ la Pasqua. Solo gli Ebrei che hanno segnato la loro porta con una croce di sangue vi sfuggono. Il Faraone cede, ma rimpiangendoli, lancia la sue truppe sui fuggitivi. Il mar Rosso, che si è aperto per lasciarsi attraversare dagli Ebrei, si richiude sul suo esercito … Degli archeologi hanno accostato questi eventi ad una eruzione del vulcano di Cantorini, essa stessa paragonata a delle eruzioni più recenti. Così si spiegherebbero la cavallette, zanzare, tenebre in pieno giorno, e caduta del fuoco e della grandine (le ceneri); compreso il passaggio del Mare dei roseti (diventato Mar rosso dopo un errore di traduzione ben posteriore) al nord del Delta, una palude prosciugata da un riflusso delle acque: il crollo di Cantorini ha provocato un risucchio che ha aspirato l’acqua dal litorale est mediterraneo, prima che un maremoto non ritorni a sommergerlo, annegando l’esercito del Faraone all’inseguimento degli Ebrei. Mosé, il cui nome significa tratto dalle acque, è secondo la Genesi, il figlio adottivo di una principessa egiziana cui lo affida la grazia divina, racchiuso in una culla deposta nelle acque del Nilo. Mosé è allo stesso tempo il liberatore del suo popolo e quello che tratta una Alleanza con Dio da cui riceve le Tavole delle Dieci Leggi (il Decalogo), detta anche Tavola dei Dieci Comandamenti. Queste due pietre incise, e scomparse, sono date a Mosé allorché egli si trova sulla cima del Sinai, nel mentre che ai piedi della montagna, suo fratello Aronne, che lo assiste, dirige il popolo stanco della sua interminabile erranza, che tenta di calmare lasciandogli adorare un vitello d’oro. Mosé ridiscende, fa uccidere quelli che hanno eretto l’idolo di metallo come pure tutti i sacerdoti che gli hanno reso culto. Giunto ai confini del deserto dopo una lunga marcia piena di peripezie, non lontano dal paese di Canaan, Mosé ed Aronne fanno riposare il popolo in un’oasi del deserto del Sinai chiamata Qadesh. Myriam la profetessa, sorella di Aronne e di Mosé vi muore. In questo territorio (dell’attuale TransGiordania), Mosé spedisce dei messaggeri presso il re Sihôn al fine di ottenere il passaggio sul suo territorio; ma il re rifiuta e Mosé deve ingaggiare una battaglia da cui esce vincitore. Da questo luogo di riposo, Mosé spedisce delle guide al fine di conoscere il paese che Dio accorda agli Ebrei. Caleb, Giosué ed altri dieci guerrieri si recano dunque in incognito nel paese di Canaan da dove non ritornano che in capo a quaranta giorni. Dieci di questi inviati, nel loro rapporto a Mosé ed Aronne, descrivono gli abitanti come dei formidabili guerrieri e raccomandano di non cercare la conquista di Canaan. Mal informato da questi falsi rapporti, il popolo rifiuta di andare oltre, e si scaglia contro Mosé ed Aronne; solo Caleb e Giosué difendono il progetto di stabilimento in Canaan. Dio annuncia allora a Mosé che soli Caleb e Giosué ritorneranno vivi dalla conquista della Terra Promessa; tutti gli uomini che hanno lasciato l’Egitto saranno morti prima di avervi potuto mettervi piede. Il che potrebbe significare che sia occorsa più di una generazione perché il popolo d’Israele pervenga nella terra promessa. Avviene come è stato detto; i dieci inviati, guidati da un certo Coré che ha aizzato il popolo contro Mosé, muoiono inghiottiti in una fenditura della terra (si noteranno le similitudini tra la sparizione di Coré e quella, nella mitologia greca, della figlia di Demetrio, anche lei chiamata Coré, e portata sotto terra da Ade …). Dopo questa sparizione, Caleb è designato come responsabile della tribù di Giuda: egli ha 85 anni. Mosé sale allora sul monte Nebo (catena montagnosa della TransGiordania), situato di fronte a Gerico e là, egli contempla il paese di Canaan, Terra Promessa, nella quale egli non penetrerà, perché il suo tempo di vita gli è stato oramai contato …