San Valentino Torio: deceduto Giovanni Vastola

Oggi San Valentino piange uno dei sui figli più gloriosi perché si è spento Giovanni Vastola. Le esequie si svolgeranno sabato mattina a Cervia, dove risiedeva e dopo qualche giorno le sue ceneri dovrebbe rientrare nell’amata San Valentino. Il calcio italiano è a lutto così come tutte le squadre con le quali ha militato. Giovanni Vastola è da sempre un simbolo per la cittadina dell’agro ma anche un ricordo indelebile per tutti gli sportivi della provincia di Salerno che in quegli anni lo apprezzarono per i tanti gol realizzati fra serie A, B e C. Ha iniziato la sua carriera calcistica come centravanti-ala nel Pro Poggiomarino e poi nella Palmese, dal ‘59 al ‘60 si mise in evidenza con le Fiamme Oro, serie D, dove in due anni realizzo 22 reti, Scopigno lo scoprì e se lo portò a Vicenza, seria A, in quattro anni realizzò 23 gol, giocando con gente del calibro di Campana, Vicini e Vinicio, poi passò al Bologna, 13 reti in due anni,in concorrenza con Marino Perani, poi nel ‘67-‘68 andò a Varese, 7 reti il suo bottino, in coppia con Anastasi, memorabile il suo terzo gol nella cinquina rifilata alla Juve di Herrera, segnò con un pallonetto che beffò Anzolin, nel ‘68-’69 approdò all’Inter con otto realizzazioni all’attivo, l’anno dopo tornò al Bologna, poi in serie B col Sorrento, infine in serie C1 con Piacenza e Derthona, in totale realizzò la bellezza di 52 reti. Il suo esordio in A avvenne il 22 ottobre del ’61 in Spal- Lanerossi Vicenza, vinse con il Bologna nel ’70 una Coppa di lega Italo-Inglese. Diventò poi allenatore professionista di 2° categoria, però la sua carriera da mister non si rivelò felice come quella da calciatore. Dal ’75 al ’95 allenò dalla Promozione alla C2 le seguenti squadre: Cervia, Corigliano, Rossanese, Schiavonea, Forio d’Ischia, Cesenatico, Chiaravalle, Adelaide Nicastro e Cotignolo. Di carattere schivo e riservato, ma disponibile con chiunque per un confronto ed una chiacchiera, in special modo quando si parlava del suo amato calcio, è stato da sempre voluto bene e rispettato da tutti, soprattutto nella sua terra, ma non sempre il mondo del calcio lo ha trattato bene, ha attraversato momenti duri, dopo la perdita della moglie, poi della figlia, in una delle sue ultime interviste mi confidò che doveva ringraziare Sandro Mazzola, quando era direttore sportivo del Torino, l’unico che nel momento del bisogno si è ricordato di lui offrendogli il ruolo di Capo Osservatore per l’Emilia Romagna e le Marche, poi però Mazzola lasciò il Torino è lui lasciò il calcio, poi una malattia geriatrica lo ha allontanato dal mondo reale. Per il sottoscritto è un dolore atroce scrivere questo “coccodrillo”, questo articolo di commiato, perché sono parte lesa, per me era come un padre, oltre ad essere vissuto nella stessa famiglia, essendo nipote di suo zio, c’è anche un altro aneddoto a me ed a lui caro, mio padre Basilio, più grande ed un po’ più esperto lo portò con se a fare più di un provino, il primo alla Salernitana insieme ad un altro amico Nino Posca, l’allenatore dell’epoca Saracino disse che il ragazzo era bravo ma ancora troppo piccolo, poi un nuovo provino a Poggiomarino, lì il ragazzino biondo incantò tuttì e fu preso, da lì poi iniziò una carriera strepitosa. Poi negli anni gli ho dedicato tanti articoli e nel periodo finale della sua carriera da allenatore ha scelto me come procuratore, diciamo come procacciatore di squadre. Chi è cresciuto come me con gli articoloni delle testate nazionali che inneggiavano il suo nome e con i suoi racconti e quelli di chi ha vissuto quei momenti di gioia ha un solo rammarico, non averlo visto giocare. Si narra che in piazza a San Valentino quando faceva gol il nonno Nicolandrea offriva da bere a tutti. Il legame forte con la sua terra si rafforzò nel ’75 quando Gianni regalò la nuova divisa per la squadra del paese che in quegli anni iniziava la propria attività agonistica, parliamo dell’U.s. San Valentino, da allora sempre con i colori sociali giallo-rossi. Infine va detto che ha lasciato in eredità i piedi buoni ai suoi cugni e nipoti, infatti a San Valentino Torio il nome Vastola è sinonimo di calcio, di grande calcio, infatti, oltre al mitico Gianni, bisogna ricordare Luigi Vastola, cugino dell’ex attaccante dell’Inter ma non favorito dalla sorte, infatti, il forte regista e fantasista Luigi non andò oltre alla Serie C, ma solo per sfortuna, probabilmente non è stato bravo a trovarsi nel momento opportuno al posto giusto, comunque sia è stato leader della Nocerina che passò dall’eccellenza alla C2 e poi alla C1, ma ricordano il suo indiscutibile valore anche la Casertana, la Narnese, il Maiori Costa Amalfitana, la Palmese, l’Angri, la Sarnese, il Castel S. Giorgio e proprio il San Valentino da cui iniziò la sua carriera nel lontano 84-85. Ma per gli sportivi sanvalentinesi i Vastola, tutti parenti, con i piedi fatati, non si fermavano ai più fortunati Gianni e Luigi, ma erano anche quelli che hanno fatto la storia del San Valentino, oltre come detto al bravo Luigi, c’erano i suoi fratelli Carmine e Nicolandrea II, i fratelli Michelangelo e Giancarlo, i fratelli Cosimo e Nicolandrea I, Cosimo II e sicuramente la storia dei Vastola e del calcio non si fermerà qui, ci sarà in futuro di nuovo un grande Vastola. Ora vai caro Gianni, nel tuo ultimo viaggio…..già ti vedo a parlare di calcio con gli angeli.