Nocera Inferiore: Liceo “A.Galizia”alternanza Scuola-Lavoro “Bullismo, l’arma degli adolescenti”

Tutti i giorni sentiamo parlare di bullismo sappiamo realmente di cosa si tratta? Atti di violenza tra adolescenti ma sappiamo realmente il motivo di queste azioni? Non prendiamo di mira i ragazzi che commettono questo tipo di violenza, anzi aiutiamoli ad uscire da questo tunnel. Il termine “bullismo” deriva dall’inglese bullyng. Il bullismo è diffuso oggi soprattutto nelle scuole, luogo in cui i ragazzi dovrebbero sentirsi al sicuro. Uno studente è vittima di bullismo quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da uno o più compagni. Può consistere nell’uso di violenza fisica, nell’appropriarsi degli oggetti altrui o nel rovinarli, nel minacciare, insultare, offendere, prendere in giro o isolare qualcuno dal proprio gruppo di coetanei. Lo studente esposto ad azioni offensive ha difficoltà nel difendersi e si trova in una situazione di impotenza contro colui o coloro che lo molestano. Possiamo distinguere due tipi di bullismo: quello diretto e quello indiretto. Il primo si manifesta in attacchi relativamente aperti nei confronti della vittima, mentre il secondo consiste in una forma di isolamento sociale e in un’intenzionale esclusione dal gruppo. Per quanto sia meno visibile, è importante presentare attenzione anche alla seconda forma di bullismo. Solitamente, i ruoli del bullismo sono ben definiti: da una parte c’è il bullo, colui che attua dei comportamenti violenti fisicamente o psicologicamente; dall’altra parte la vittima colui che invece subisce tale atteggiamenti. Il bullo viene temuto dai suoi coetanei, che hanno paura di denunciarlo o di raccontare le violenze fisiche e/o psicologiche subite e, sapendo che non verrà punito, lui continuerà con questi atteggiamenti inappropriati. In realtà il bullismo non è una forza, ma una debolezza: se un ragazzo usa atteggiamenti violenti nei confronti di un suo pari è perché vuole sentirsi forte poiché non riesce ad esprimersi in altro modo. Spesso il bullo si comporta da tale per attirare l’attenzione su su stesso, esprime il suo disagio riversano la sua rabbia sugli altri in modo da nascondere la sua fragilità. Che cosa fare con i bulli e le loro vittime? Su queste ultime bisogna agire anzitutto nel senso dell’incoraggiamento e dell’autostima, facendo loro riconoscere le qualità di cui sono dotate e sostenendole nel rifiuto di qualunque forma di prevaricazione, anche solo psicologica, proveniente dai bulli. Questi ultimi vanno ricondotti a una misura di realtà che faccia loro cogliere i comportamenti praticati come impropri. Anche il bullo va sostenuto sul piano psicologico e morale, perchè tale comportamento esprime una forma di sofferenza, oltre a oggettive responsabilità. In ogni caso l’adulto deve vigilare, perchè il bullismo si manifesta sempre in concomitanza con il venir meno del ruolo orientatore e di guida dell’adulto.

Maria Rosaria Cerrato, Chiara Gigi, Valeria Rainone Romano III E/u