Monte San Giacomo: serata su NO referendum

La serata di incontro per l’approfondimento dei temi sulla riforma costituzionale, oggetto di consultazione referendaria del prossimo 4 dicembre, è stata interessante sotto vari punti di vista. A Monte San Giacomo, nella sala conferenze del Palazzo Marone, in presenza di un numero di persone non elevato, ma certamente sufficiente per una discussione pacata su vari aspetti nevralgici della riforma proposta (o imposta?) da una maggioranza parlamentare quasi monocolore, sono intervenuti, nell’ordine, Salvatore Gasparro, Giulio Pica, Carmine Cocozza, Franco Mari, Arnaldo Miglino. Tutti hanno messo in risalto che questo progetto di ridefinizione di un terzo degli articoli della Carta Costituzionale potrebbe portare a un accentramento di potere e a uno sconvolgimento della vita democratica che la nostra Nazione ha conosciuto in questi ultimi decenni. Al tavolo della presidenza è stato ospitato il Sen. Salvatore Tito Di Maggio, membro della Commissione Giustizia e della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie. Il senatore del gruppo dei Conservatori e Riformisti aveva chiesto di intervenire per indirizzare il suo invito al voto alla cittadinanza del Vallo di Diano. La parte estremamente interessante della serata, per quanto riguarda l’opinione di chi scrive, è stata l’attiva partecipazione dei presenti, molti dei quali hanno preso la parola per dare vita a un nutrito dibattito. Per quanto riguarda un aspetto particolare, la presenza – in sala – di Arnaldo Miglino, avvocato e scrittore, e del Sen. Di Maggio ha portato a dibattere, in modo anche abbastanza approfondito, circa il contenuto della lettera inviata dal legale stesso al Presidente della Repubblica. In questa missiva si fa richiesta, al Capo dello Stato, di vagliare se non vi sia la possibilità di applicare l’art. 126 della Costituzione Italiana, che prevede l’intervento del Presidente della Repubblica quando i comportamenti di un Presidente della Regione sono in contrasto con quanto previsto dalla Costituzione stessa. Questa richiesta è stata formulata in relazione alla recente arringa (da non confondere con l’aringa o con prodotti ittici per frittura) del governatore della Campania ai trecento sindaci riuniti a Napoli per ricevere direttive su come orientarsi in questa campagna referendaria. Da questa serata è nata una nuova consapevolezza. Ossia che in questo momento, in cui le dinamiche democratiche potrebbero essere stravolte, tutti i giocatori, siano essi da un lato o dall’altro del campo, dovrebbero pretendere un insieme di regole eque sulle quali potersi confrontare lealmente durante il gioco in futuro.
Roberto De Luca
membro del Comitato locale per il NO del Vallo di Diano