L’uomo e le tecnologie

Giuseppe Lembo

Cosa rischia l’uomo a contatto con un’intelligenza artificiale ed un mondo tecnologicamente avanzato sempre più aggressivo? Sempre più disumanamente aggressivo ed indifferente all’uomo suo artefice protagonista che rischia e molto nella sua inconfondibile identità umana? Le innovazioni il frutto dei cervelli umani che le pensano per affidarle alle braccia che le realizzano, sono espressioni diffuse di un tempo che vuole andare sempre oltre, per scoprire innovando. Non esistono “colonne d’Ercole invalicabili”; il cervello umano in uno con l’intelligenza artificiale produce a ritmi sostenutissimi cambiamenti che incidono nel profondo del pensare oltre che del fare. Prima di diventare percorsi per il fare umano, sono idee che producono innovazione e quindi cambiamento. Occorre quindi evitare di trasformare il tecnologicamente avanzato, in un danno per i valori umani che devono accompagnare in uno con i saperi, l’uomo del Terzo Millennio, nel suo inarrestabile viaggio innovativo verso un futuro fatto di cambiamenti tecnologici, mai pensati e tanto meno realizzati prima. Il mondo della culturalità e della diversità umana è inarrestabilmente in cammino verso il non più proibito avventurarsi per scoprire il nuovo del mondo, pensando, come possibile, un mondo umanamente nuovo; tanto è parte di Noi in uno con il tecnologicamente avanzato che entra nella nostra vita, cambiandone ed in fretta il corso, con momenti di utile opportunità per migliorare i propri stili di vita. Innovare per l’uomo e non contro l’uomo; è questo l’obiettivo che ci si deve porre di fronte ad innovazioni che, cammin facendo, potrebbero diventare negative e contro l’uomo; che potrebbero trasformarsi cammin facendo, in un vero e proprio bumerang per la specie umana che non vuole né può avere sconvolgimenti da mondi tecnologicamente avanzati e dal frutto di un’intelligenza artificiale che, sempre più spesso, mal si concilia con l’uomo e la saggia intelligenza dei cervelli che hanno dato una geniale e naturale eredità di saperi che resterà e per sempre, la grande pietra miliare dell’homo sapiens nel suo percorso di vita centralmente realizzato e governato dall’uomo che, tra l’altro, è il solo che può garantire nel mondo del futuro che verrà, la necessaria cooperazione allo sviluppo. Tanto, con l’attivo protagonismo della mente umana, assolutamente vincente sul surrogato che è rappresentato dalla mente artificiale, l’altro tecnologico, che ha in sé i suoi limiti di non naturalezza e di una forte dipendenza dalla saggia cultura; un grande patrimonio dell’uomo che gli dà forza e geniali certezze, senza le quali anche le innovazioni, anche il tecnologicamente avanzato, subirebbe inevitabilmente una disfatta da resa dei conti di quel non umano che in quanto tale, sarebbe destinato ad un’implosione, con conseguente cancellazione dei percorsi di un’innovazione non più tale, in quanto l’amaro frutto del solo niente esistenziale. Il nuovo del mondo deve essere prioritariamente finalizzato all’uomo ed al suo vivere umano; tanto, al fine di migliorarne la qualità della vita, senza lasciarsi indietro quelli che sono in tanti, protagonisti del disagio e della sofferenza umana.