Salerno: Alfredo Raiola, artista senza confini

Rita Occidente Lupo

Un ennesimo premio alla carriera, nei prossimi giorni, a margine di un convegno medico scientifico, al gettonatissimo artista salernitano Alfredo Raiola, che calca un’autorevole impronta culturale nel nostro tempo. Entrando nella sua fucina creativa, ci si perde estatici nel restare inevitabilmente affascinati da forme e materie, plasmate assecondando una creatività contemporanea, che non desiste dal porre sempre in gioco il reale. Fino a padroneggiarlo duttilmente, anche attraverso materiali poveri: dalla diva argilla, al cartone. Quando si parla d’artisti, il rischio che tanti a caccia di notorietà, possano illudersi di rubare una scena al tempo, per elevarsi sull’Olimpo. Non così per Raiola, che continua con sobrietà ad affascinare consensi ed a catturare l’attenzione per le sue magnifiche opere. A parte la tecnica, che spazia dalla ceramica al cartone modulato, dal raku alla sobrietà del ferro, un caleidoscopio di opere, che si prestano ad una fruizione immediata. Non approssimativo il messaggio che trasuda anche dalle ultime creazioni, che da Spoleto ad Assisi riceveranno il degno plauso. Infatti, in occasione del Festival umbro, una tela raffigurante il Cristo sulle onde del mare, scelta per l’esposizione, giacchè la tematica immigratoria, così scottante. Ma ad Assisi, culla per antonomasia del Cristianesimo, non mancherà il tocco francescano: un’opera ritraente il saio del Poverello, le colombe della pace, per il messaggio pacifista che l’Italia continua a lanciare. “L’opera va in combustione come ogni evento moderno, destinato ad ardere e quindi a consumarsi.” Il commento di Raiola dinanzi ad una scultura che, presente in cataloghi nazionali, ha già strappato unanimi consensi critici. In occasione del 150° dell’Unità nazionale, un’opera a suggello del Paese prima e dopo la fase unitaria, che all’insegna del grondante tricolore, non oblìa la pietas al centro dell’opera, a monito del disfattismo leghista. Ma l’arte del docente di disegno e storia dell’arte, da qualche anno in pensione dall’Istituzione scolastica, continua a rinnovarsi. Un discorso specifico, sui suoi nodi: forme attorcigliate di mille colori, che inseguono forme geometriche, fissandosi sulla tela. “Perchè la vita umana presenta tanti dilemmi- continua Raiola- per cui frequentemente c’imbattiamo in giorni nefas, direbbero i Latini, in cui mille preoccupazioni soffocano lo spirito. I nodi son comuni a tutti e per tutti!” Di qui il gioco con la tela stessa, sulla quale spesso è il nuovo elemento a costituire la chiave di volta. Ma l’eclettismo non desiste dal proporre nuovi tempi:  e così sia il figurativo, che il simbolismo, palpabili attraverso la tecnica del raku, nota suggestiva nella notte del fuoco, tra figure variegate. In oltre 50 anni d’attività tanti spunti, per realizzare opere di grossa portata, presenti anche all’estero. Un afflato religioso, costantemente non omesso, sia attraverso la riproposta dell’Ecce Homo, che della Crocifissione, invitano alla riflessione. Come i suoi dinamici versi a corredo delle singole opere, palesando note liriche che, nel silenzio, dettano ad ognuno vibranti emozioni!