Europa: quale futuro?

Giuseppe Lembo

L’Europa, proprio non ce la fa a camminare insieme; purtroppo e sempre più, crescono le difficoltà dello “stare insieme europeo”. Tanto, per la grave mancanza di un’anima comune di un popolo solo, con un insieme condiviso delle sue tante diversità, risorse importanti per camminare saggiamente uniti e cercare, forti di un’unica anima di popolo d’Europa, di alimentarsi di quello spirito di unità senza il quale l’UE è destinata a fallire, dimostrandosi fragilmente incapace di vivere insieme come popoli d’Europa e camminare insieme per cercare quel bene comune assolutamente necessario al sempre più fragile futuro d’Europa. Purtroppo il clima di crisi è ormai una costante che appartiene organicamente all’Europa; ne è parte integrante e si evidenzia nel litigare degli uni contro gli altri ed in un alto senso di sfiducia reciproca che, eccitandone gli animi, esplode mettendo continuamente in discussione i buoni propositi di unità. Ma che Europa è mai questa? Quale futuro possibile ci potrà mai essere se, gli uni contro gli altri. sono in guerra continua e non si preoccupano di trovare un modo saggiamente nuovo di convivenza finalizzato al bene comune; a quel bene comune di cui ha tanto, ma veramente, tanto bisogno l’insieme UE che è veramente folle svilire, compromettendo quei propositi di unità, il sogno dei padri dell’Unione, con il saggio Altiero Spinelli che pensava all’unione per nuovi scenari europei, con i popoli in cammino verso quella PACE che finalmente doveva unire le diverse anime d’Europa dal passato tormentato ed in conflitto degli uni contro gli altri. Da cittadino italiano e di un sempre più falso insieme europeo sono convinto che, così proprio non va; che così andremo ad un redde ratiomen (resa dei conti) dove tutti, ma proprio tutti saremo dei perdenti come europei traditi e come cittadini di Paesi dell’Unione, sempre più senza futuro; sempre più cancellati al futuro, in quanto negato da una governance assolutamente incapace di fare il bene comune dell’Europa unita. Questa triste condizione, oltre ad indignarmi come italiano di un’Europa di fatto tradita e quindi come mancato cittadino di un vero insieme umano europeo, mi offende come giornalista della comunicazione autentica e come sociologo; tanto, per un fare europeo poco rispettoso del comunicare autentico e sempre più spesso arrogante ed indifferente al sapere ed alla conoscenza di un insieme sociale europeo, purtroppo maltrattato ed arrogantemente violentato nei diritti primari, trasformando molto inopportunamente, nel ruolo di “primus”, una leadership dei tedeschi sempre più in solitudine, padre-padroni di un’Europa ormai logora e senza futuro. Purtroppo, così proprio non va! Bisogna riflettere attentamente e riconoscere soprattutto, da parte della Germania che sta facendo morire sul nascere, il bel sogno di quell’Europa unita con padri italiani Altiero Spinelli ed i suoi compagni di Ventotene. L’imposta leadership della Germania agli altri d’Europa proprio non promette niente di buono; da Paese leader dovrebbe aiutare a crescere anche gli altri d’Europa, liberando dalla crisi Paesi che così facendo, rischiano inopportunamente il default, certamente non utile al futuro dell’insieme d’Europa. Come si fa a non capire che, il rigore di Berlino imposto agli altri d’Europa, in sé rappresenta una strada assolutamente perdente? Una strada che inevitabilmente compromette il futuro dell’insieme europeo; questo bel capolavoro del fare europeo sempre più suicida, ha per protagonisti soprattutto la Merkel e Schäuble che fanno del rigore, imponendolo agli altri d’Europa, la strada sbagliata che, proprio non porta da nessuna parte; che nega e sempre più, il futuro condiviso all’insieme d’Europa. Molte sono le cose che indignano i traditi cittadini d’Europa, l’Italia compresa, stanchi di stare silenziosamente a guardare i privilegi tedeschi con aumenti sostanziosi per i pensionati (dal 4,25% al 5,95%), con l’annunciato taglio delle tasse per 15 miliardi nel 2018, con l’investimento in infrastrutture, educazione, trasporti, digitale, sicurezza e con la crescita dei salari del 4%. Ben venga tutto questo per la Germania! Ma non può esserci dall’altra parte, per gli europei traditi dell’Europa unita, solo rigore e sacrifici, con un futuro sempre più cancellato. Il niente deficit pubblico portato in dono agli altri d’Europa dalla Germania, con scadenza 2020, non aiuterà le altre realtà d’Europa fortemente unite a crescere, migliorando, in senso diffuso l’economia dell’eurozona, oggi e sempre più, in una condizione di grave sofferenza per causa della mancata rimozione delle tante cause che tengono bassa l’inflazione nell’area euro. Questo non si fa; questo la Germania, la cui economia cresce, non vuole che si faccia, venendo così a perdere dei privilegi di un benessere tedesco che è alimentato e sempre più, dal nascente malessere degli altri d’Europa e che, proprio nel rigore imposto dai tedeschi, trova la sua malvagia identità generatrice che sa, assolutamente di poco insieme europeo e che, così facendo, in tempi non lontani, porterà inevitabilmente, al definitivo tramonto di quell’insieme dei popoli di un’Europa, purtroppo mai nata; così facendo, rischia di diventare un solo insieme abortito sul nascere per volontà di uno Schäuble che si ostina a rimanere fermo su posizioni e scelte sbagliate ed assolutamente prive di quella necessaria flessibilità, ad alta voce rivendicata dagli “altri” d’Europa. Le sfide dell’UE sono tante; sono tante ed urgenti. Vanno affrontate con l’impegno saggiamente solidale di tutti. L’Europa Unita non è solo la Germania! L’Europa Unita deve trovare l’intelligente capacità d’insieme ed insieme parlare un linguaggio comune, dando le giuste risposte ai problemi che, sono in sé, problemi di tutti, Germania compresa. Questo è quanto con urgenza e saggezza necessita all’Europa se vuole pensare responsabilmente al suo futuro di insieme; per questo importante e vitale obiettivo, non occorrono litigi; occorre piuttosto e da subito, il massimo dell’unità; continuando con le litigiosità che dividono l’Europa, oltre ad essere sempre più divisa, sarà assolutamente senza futuro e quindi cancellata da un nanismo del fare che è purtroppo, la caratteristica comune in Italia ed in Europa, con realizzazioni di un fare sempre più concretamente vicino al niente. Qual è l’obiettivo più urgente per i popoli che fanno parte dell’Unione, dilaniata da una grave crisi di un’insieme esistenziale che non funziona, perché di fatto non c’è? L’obiettivo primario, per ridare fiducia e credibilità diffusa all’Europa dei popoli d’Europa, è la crescita; è lo sviluppo delle sue diverse realtà umane e territoriali. Il lavoro d’insieme nell’Europa, purtroppo senz’anima, è prioritariamente quello di costruire insieme gli Stati Uniti d’Europa. Ma proprio non c’è da sperarlo! Tanto penso, non per un senso di sfiducia a tutto ed a tutti; tanto penso, di quest’Europa, perché le sue condizioni di insieme sono veramente catastrofiche e non permettono niente, ma proprio niente di buono. L’Italia, ma non solo l’Italia, per la sua mancata crescita, dovuta soprattutto al rigore europeo, vive momenti di grave difficoltà. Per ritornare alla luce dopo un profondo cammino di oscurità che sta ormai durando troppo a lungo, occorre, con l’impegno di tutti, una politica europea di crescita diffusa; una politica appoggiata dall’intera eurolandia e finalizzata al vivere bene insieme, come Europa dei popoli d’Europa. Tutto questo deve essere fatto, pensando al bene comune; tanto, deve essere fatto con la diffusa consapevolezza del bene comune che bisogna responsabilmente ricercare, prima di tutto, in se stessi; prima di tutto, partendo da sé stessi. Non basta la rabbia; non basta lo spirito distruttivo pensando di costruire situazioni nuove sulle ceneri di quel passato che proprio non serve a niente; che anzi, è dannoso e non vale assolutamente la pena di difenderlo. Occorre una nuova cultura europea. Al centro del nuovo d’Europa e dell’Italia, non ci devono essere quelli che pensano a rottamare ed a dismettere come unica soluzione possibile dei problemi che hanno invece bisogno di altro e di altre umanità pensanti e capaci di adottare una saggia cultura del fare; tanto, da costruttori intelligenti. Tanto, con lo sguardo rivolto al passato, pensando così a fare avverare il bel sogno di un’Europa concretamente unita che animò a lungo Altiero Spinelli ed i suoi compagni di Ventotene. M’auguro ed auguro che la Germania, nel tempo nuovo del Terzo Millennio, con i popoli della Terra assetati di Pace, di rispetto umano e di diritto alla vita, sappia capire qual’è il suo vero ruolo nell’Europa unita. È prima di tutto, necessario una grande saggezza d’insieme ed un altrettanto grande rispetto degli uni per gli altri, per così vivere bene insieme, pensando di essere saggi soggetti costruttori di futuro ed evitando di essere al massimo inopportunamente distruttori di umanità tradite e violentate nel loro destino di uomini.