Religione e Scoutismo: ragazzi di confessioni religiose diverse

Oliviero Ferro*

Ecco l’ennesimo invito di Baden Powell ad accogliere tutti sulla base dell’amore di Dio e del prossimo “lo Scoutismo è una fratellanza. Uno scout è amico di tutto il mondo e un fratello di ogni altro scout. Il modo per avere un amico è di esserlo per qualcuno”. Noi spesso, ci ricorda B.P., trascuriamo il legame della fraternità dell’unica famiglia umana, coltivando piccole differenze e aggiunge “la cosa strana è che ci sono state nel mondo più guerre e liti per la religione che per qualunque altra causa…più che strano, è ridicolo. Ci dimentichiamo che siamo tutti figli di uno stesso Padre e che tutti ci sforziamo di fare la sua volontà, sia pure in diversi modi. E Dio non è un personaggio di mentalità ristretta, ma un immenso spirito d’Amore che è superiore alle piccole differenze di forma, di credo o di confessione religiosa e che benedice ogni uomo che,secondo l’illuminazione che gli è data, veramente cerchi di fare del suo meglio, al Suo servizio”. Per lui, come per ogni scout (è la preghiera normale), dire “Padre nostro”, ci aiuta a sentirci tutti figli di un solo Padre. Noi “chiediamo che venga il Regno dell’Amore, però tolleriamo di continuare a vivere sotto il giogo della paura. Non possiamo pregare passivamente per il regno dell’Amore, ma dobbiamo fare qualcosa per contribuire attivamente a realizzarlo”. Siamo figli di un unico Padre e dobbiamo rispettare i sentimenti degli altri. Tutte le religioni adorano Dio, anche se in modi diversi. Interessanti alcuni definizioni di religione che B.P. ha ricevuto “la religione è vita, non un insieme di cerimonie. La vera religione è preoccuparsi concretamente per gli altri e vivere santamente noi stessi. L’essere utili agli altri è l’affitto che paghiamo per il nostro alloggio su questa terra. Finchè non cessiamo di vivere solo per noi stessi, non possiamo dire di aver cominciato a vivere”. Ci dà anche degli orientamenti per i gruppi dove sono presenti religioni diverse “1.ogni scout è tenuto ad appartenere ad una religione e a seguirne il culto; 2. Se gli scout di un reparto appartengono tutti ad una religione, è bene che il capo reparto organizzi quelle manifestazioni di culto e quell’istruzione religiosa (capo catechista!) che egli riterrà opportuno, in accordo con l’AE o altro responsabile religioso. 3: Se ci sono scout di religioni diverse, sono incoraggiati a partecipare alle manifestazioni di culto della propria religione”. Caratteristiche del servizio religioso: aperto a tutte le confessioni, dovrebbe interessare il ragazzo ed essere a sua misura “non vogliamo una specie di processione imposta ai ragazzi, ma una volontaria elevazione dei loro cuori in ringraziamento per le gioie della vita e un desiderio da parte loro di ricercare ispirazione e forza per un più grande amore e per il servizio del prossimo” (vedi la celebrazione ecumenica al campo regionale EG Campania del 2011).. Come fare una celebrazione, visto che si parla spesso di farla in stile scout. B.P. come sempre, è molto concreto “La noia non ha niente a che vedere con la pietà religiosa né genera alcun spirito religioso. Per interessare i ragazzi, il servizio (la celebrazione) deve essere una funzione festosa e varia. Inni brevi (tre strofe sono sufficienti, mai più di quattro); preghiere comprensibili; un buon discorso di uno che capisca realmente i ragazzi (una chiacchierata familiare piuttosto che una sermone, una predica), che afferri i ragazzi e durante il quale possano ridere o applaudire secondo la loro inclinazione e che quindi  li spinga a interessarsi effettivamente di ciò che viene detto. Se un uomo non riesce a    dire ciò che vuole a ragazzi attenti in dieci minuti, merita di essere messo al muro! E se non riesce ad avere la loro attenzione, sarebbe meglio che con conduca alcun servizio religioso”(1928). Dedicate un momento della giornata per ringraziare Dio e chiedergli la forza per servire “siate coerenti con i vostri principi religiosi; imparate a vedere la presenza di Dio nella natura e fate del bene con la pratica della Buona Azione ogni giorno.”

Padre Oliviero Ferro, missionario saveriano, AE del SAL 1 (4-4-2012)