Scoutismo e religione: nell’anima il soffio di Dio

Baden Powell diceva che “la religione si può cogliere d’intuito, non “insegnare”. Non è un abito esteriore da indossare la domenica”. Deve essere qualcosa di profondo, fa parte del carattere. E’ strano che dicesse che già al suo tempo (inizio 1900) che “le azioni di un gran numero dei nostri giovani sono guidate in minima parte da convinzioni religiose” e aggiunge una cosa importante, ancora attuale:”ciò si può attribuire al fatto che nella formazione religiosa del ragazzo ci si è preoccupati di istruirlo anzichè di educarlo”. B.P, era molto concreto e pratico e con la sua esperienza di educatore vedeva delle cose che oggi, nel documento del decennio dei Vescovi Italiani vengono riprese. Lui ci dice che la religione viene dall’interno, dalla coscienza, dall’osservazione, dall’amore e pervade tutte le azioni del ragazzo. E non è una formalità e non deve essere insegnata come una lezione. Per questo insiste che la “religione non si può insegnare, ma si può coglierla d’istinto” e la natura, ce lo ricorda, ci può aiutare ad incontrare Dio in ogni momento. Interessante questa riflessione “la religione può e deve essere insegnata al fanciullo, non in modo sdolcinato o misterioso o lugubre. Il ragazzo è prontissimo ad accoglierla, se gli viene presentata nel suo aspetto eroico e come una naturale e quotidiana dimensione di ogni uomo autentico”. Lui parlava dopo la prima guerra mondiale e si vedeva il calo della frequenza religiosa in tutte le chiese. Insiste dicendo che “la religione non è qualcosa di collaterale alla vita, ma la vita stessa nella sua forma migliore”.  Bellissima e chiara, una volta per tutte, questa frase: “Nessun uomo può essere veramente buono, se non crede in Dio e non obbedisce alla Sue Leggi. Per questo, tutti gli Scout devono avere una religione”. Cita pure una frase di Abramo Lincoln “quando vedo una Chiesa con scritto sull’altare le parole: amerai il Signore Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e,inoltre, amerai il prossimo tuo come te stesso, quella è la Chiesa alla quale sento di appartenere”. Fa una considerazione che, credo, possa essere attuale anche per oggi “i giovani non tollerano più di essere governati da dogmi, ma sono pronti a cercare da soli le conoscenze e le motivazioni della loro fede. Essi ricercano i principi fondamentali piuttosto che le varie forme in cui tali principi si trovano ad essere camuffati”. Per finire questa frase di un vescovo di Birmigham ci fa riflettere molto “non possiamo fare un mondo nuovo, presentando uomini vestiti in abiti vecchi. Gesù ha un messaggio per ogni tempo, un messaggio di importanza vitale per la nostra epoca”. Leggendo B.P. non si può non pensare come sia attuale quello che pensa ed è per questo che gli scout, e non solo loro, farebbero tesoro di queste riflessioni.

Padre Oliviero Ferro, missionario saveriano, AE del Salerno 1 (2-4-2012)