Binti, ragazza

Oliviero Ferro*

Non è facile vivere in Africa, se sei una ragazza. Cominciando dalla famiglia, dove ti viene richiesto di seguire i fratelli e le sorelle più piccoli. Spesso devi rinunciare al tuo futuro, alla scuola. E’ già tanto se riesci a fare le scuole elementari. Poi, se per caso, vai più avanti, nelle scuole superiori, cominciano i problemi. Agli esami trimestrali, per poterli passare, al ragazzo viene chiesto un contributo (leggi: tangente) in denaro, alla ragazza, invece, in natura. Se non accetti, non passi. E’ quello che si dice in Congo RD “cooperer, pour reussir” (cooperare per farcela). Poi se hai bisogno di vestiti, di qualcosa per sentirti un po’ bene e chiedi in famiglia, invariabilmente ti rispondono che non ci sono soldi e ti devi arrangiare. E allora…arrangiandosi, si trova sempre qualcuno che, dietro “collaborazione”, ti dà qualcosa. Se poi ci scappa il bambino, beh, la colpa è sempre tua. Chi può fare l’esame del Dna? Insomma la storia è sempre la solita. Se poi hai la fortuna che qualcuno vuole chiederti in moglie, nessuno ti chiede cosa ne pensi. E’ un affare di famiglia. Ci pensano i più grandi e tu devi accettare. Se rifiuti, cominciano le minacce, le persuasioni “fisiche”. Altrimenti rischi di restare sola. Allora si possono aprire tante strade, non del tutto positive. Spesso si finisce con diventare una delle mogli di poligami in modo da avere da mangiare e da vestire. E i soni, i progetti…beh, per quello, ripassare la prossima volta.

Padre Oliviero Ferro, missionario saveriano (6-4-2012)