Petrolio: Pier Paolo Pasolini

Angelo Cennamo

E’ un romanzo, ma non è scritto come sono scritti i romanzi veri: la sua lingua e’ quella che si adopera per la saggistica, per certi articoli giornalistici, per le recensioni, per le lettere private o anche per la poesia“. Chissà se quella notte di novembre, all’idroscalo di Ostia, nel buio, tra i montarozzi di terra, le pozzanghere e i sentieri impervi di quella landa abulica e proletaria, fatta di baracche e di desolazione, vicino alla rete di recinzione di quel campo di calcio, lui, Pier Paolo Pasolini, l’intellettuale borghese, il poeta, nella cruda intimità con Pino Pelosi, il ragazzetto del popolo, il fanciullo povero ma bello, il virgulto tanto muscoloso quanto analfabeta, penso’ ad una delle scene del poema che stava scrivendo. La scena in cui il protagonista, Carlo, ingegnere dell’ENI, cattolico di sinistra, professionista colto e borghese come il suo autore, in una notte come quella del massacro, abbandona il proprio corpo  alle cure di Carmelo, il giovane cameriere del Toulà, dopo essersi lasciato guidare dal suo amante occasionale in un luogo perfettamente identico alla squallida  baraccopoli romana teatro dello scempio, vicino alla rete di recinzione di un campetto sterrato. Lui e l’altro in un tragico deja-vu che sembra cancellare  ogni confine tra verità e finzione. “La mia decisione è quella non di scrivere ‎una storia, ma di costruire una forma, forma consistente semplicemente in qualcosa di scritto. Non nego che certamente la cosa migliore sarebbe stata inventare addirittura un alfabeto…..ma la mia formazione culturale e il mio carattere mi hanno impedito di costruire la mia forma attraverso simili metodi, estremistici, si, ma anche estremamente noiosi“. Un poema lo definisce Pasolini, un poema sulla ossessione dell’identita’, e, insieme, della sua frantumazione. La doppia identità di Carlo si sviluppa in una delle scene iniziali del racconto, per poi compiersi definitivamente nella seconda parte attraverso il mutamento di sesso del protagonista: Carlo vede cadere il proprio corpo sul terrazzino della casa dei Parioli. Ai suoi lati, l’angelo Polis e il demone Tetis se lo contendono in un dialogo macabro e surreale. Con un pugnale Tetis squarcia il corpo ed estrae un feto, che cresce a vista d’occhio fino a diventare adulto come Carlo, che intanto si rianima‎ e rivede se stesso nell’altro ‎corpo “Se un uomo è uguale a un altro uomo, tanto uguale da essere lo stesso, quale dei due è quello vero?“. La storia dei due Carlo scorre lungo il binario di una vivace dissociazione identitaria, che in alcune parti assume i contorni della perversione sessuale ( masturbazioni compulsive, rapporti con la propria madre, le sorelle, la nonna – in una scena Carlo fa sesso orale con 20 ragazzi di una borgata), in altre, di una smodata ambizione professionale ( incontri e cene con politici senza scrupoli, complottisti, che introducono l’ingegnere nelle stanze del potere avvicinandolo agli ambienti politici di destra). Petrolio è il gigantesco frammento di quella che sarebbe diventata un’opera enciclopedica di oltre duemila pagine. Un romanzo-poema ricco di metafore, digressioni oniriche, visioni, riflessioni sociologiche ed esplorazioni umane nelle quali è lo stesso Pasolini a guidare il lettore, attonito, smarrito di fronte a una sinfonia di generi che non ha precedenti nella letteratura. Petrolio infatti e’ una superba prova d’autore che attraversa tutti i registri della scrittura, dalla narrativa alla poesia, dalla saggistica alla cinematografia “il preambolo di un testamento, la testimonianza di quel poco di sapere che uno ha accumulato, ed è completamente diverso da quello che egli si aspettava!”. Un Infinite Jest ante litteram, ricostruito solo in parte e pubblicato postumo nel 1992, diciassette anni dopo il barbaro delitto. Come sarebbe stato nella sua versione compiuta e’ difficile dirlo, ma i numerosi appunti che ci sono pervenuti, sia pure oscuri e disordinati in molti passaggi, non ci impediscono di riconoscere il genio e l’immenso talento del suo autore. Il miglior Pasolini.