Salernitana: salvezza da festeggiare, ma non ci BastA

Maurizio Grillo

Neanche il tempo di gioire per un traguardo comunque importante come la salvezza che l’argomento di discussione diventa inevitabilmente un altro: dopo aver abbassato i toni negli ultimi mesi (forse consapevole di aver commesso tanti, troppi errori) Claudio Lotito si è presentato in sala stampa visibilmente rabbuiato ed ha intrattenuto i presenti per oltre mezz’ora con dichiarazioni destinate a far discutere e che certo non placheranno gli animi di uno stadio che, in buona parte, ha inteso contestare il patron con cori e striscioni che, in passato, si ascoltavano soltanto su sponda laziale. Sono stati tanti gli appellativi rivolti a Lotito, da ringraziare per quanto fatto a Salerno in questi splendidi cinque anni, ma ancora una volta da censurare per un atteggiamento irriguardoso che acuisce lo strappo con la curva e con tante persone che chiedono un passaggio di consegne “per ritrovare la dignità”.  Lotito ne ha avuto per tutti: dai giornalisti presenti (abili a rispondere colpo su colpo e a pretendere rispetto) ad una parte di tifoseria ritenuta “strumentalizzata”, senza dimenticare il solito tormentone della “società che vi ha preso dall’Eccellenza e vi ha riportato in serie B vincendo due coppe” e quel rivangare una “storia fatta di fallimenti, siete stati quasi sempre in serie C”. Dopo aver ricordato per l’ennesima volta che “sono stati spesi 14 milioni, baciate per terra che ci siamo noi altrimenti fallite un’altra volta: noi paghiamo sempre gli stipendi, vi abbiamo ripreso il cavalluccio, non dovevate mica dare per scontato che ci salvavamo, abbiamo il settimo monte ingaggi della categoria”, Lotito ha dato la colpa alla stampa ed all’ambiente “se alcuni calciatori hanno deciso di non venire a Salerno”, dimenticando forse che i grandi campioni provenienti dalla Lazio hanno tutti o quasi fallito. Rammentiamo al patron che: -gli investimenti sono stati fatti, ma quest’anno Sky, botteghino, sponsor e cessioni hanno fruttato tanti milioni di euro -“rinfacciare” quanto fatto ironizzando sulla storia non aiuterà ad entrare nelle grazie della gente a prescindere dai risultati-una piazza che porta allo stadio 25mila spettatori di mercoledì sera per una partita dall’esito scontato merita di lottare per altre categorie: si faccia definitivamente chiarezza su questo intoppo multiproprietà -sentir dire “devo insegnarvi l’educazione” o “con voi mi diverto, se non volete ascoltare ve ne andate” rappresenta l’apice di un rapporto conflittuale con l’intero ambiente salernitano, ormai stanco di atteggiamenti reiterati mentre a Roma si cerca sempre di ricucire gli strappi tollerando critiche feroci e contestazioni pesantissime -sarebbe ora di dire cosa si vuol fare da grandi: Salerno non è succursale della Lazio, non è seconda a nessuno, merita di gareggiare per il meglio ed ha dato almeno quanto ha ricevuto. Dire “se non vi sta bene me ne vado” significa non ammettere le proprie colpe e non accettare la sacrosanta critica di chi ha spinto la Salernitana verso la salvezza. Ora è tempo che la società la smetta con questi ritornelli: per pubblico, blasone e storia Salerno è appetita da tanti imprenditori ed essere economicamente fortissimi non autorizza a rilasciare dichiarazioni così. Nessuno disconoscerà i meriti di un duo che ha compiuto un autentico miracolo sportivo (dare per scontate le vittorie in D e C2 è errore grossolano, basti chiedere a Lecce, Taranto, Reggina, Piacenza e tante altre) e che va sostenuto e tutelato fino in fondo, ma è giunta l’ora di abbassare i toni e di capire che Salerno- intesa anche come stampa- merita rispetto! Il patron si chieda perchè tre campionati e due coppe vinte, una salvezza in B e il ritorno del marchio non siano bastati per evitare la contestazione dell’Arechi.