Mercato San Severino: commercio, lieve ripresa economica

Anna Maria Noia

Il commercio a Mercato S. Severino segue ancora, in parte, il trend nazionale – ossia quello costituito dalla crisi economica degli ultimi anni – ma vi sono segnali positivi di miglioramento e di ripresa, sia pur debole. Barlumi di speranza, dunque, e spiragli che vedono aprirsi nuovi orizzonti: parola dell’assessore alle Attività Produttive Antonio Del Regno. Cui abbiamo rivolto una breve intervista. La “controparte”, ovvero alcuni negozianti “storici” (ed ex esercenti) più pessimisti e “refrattari” della cittadina (definita) “capofila” nella Valle Irno, invece, sono del parere opposto. Anche se, qui, i pareri divergono e l’opinione spacca S. Severino in due: vi sono quelli, come C.C. – già tenutario di una rivendita di dischi e prodotti musicali – che si ritengono “delusi” per l’andamento del commercio  a S. Severino in questi ultimi anni e coloro che – invece – plaudono alle iniziative poste in essere dall’assessorato omonimo, in quanto intravedono un possibile guadagno e un risanamento delle difficoltà finanziarie della città attraverso le proposte condivise tra l’amministrazione e appunto i commercianti. Ecco –per la cronaca – di seguito, i termini dell’intervista ad Antonio Del Regno. Poi riportiamo anche il parere – sacrosanto – di alcuni rappresentanti dello shopping a S. Severino, maggiormente coinvolti dal periodo negativo che sta attraversando la nazione e con essa l’Europa e il mondo intero. Com’è attualmente – dati alla mano – la situazione economica a Mercato S. Severino? Rispetta i dati a livello nazionale? “Certamente anche S. Severino vive le attuali difficoltà in cui si dibatte il nostro Paese, ma ultimamente vi è stata una non timida ripresa, con l’innesto di nuovi brand nella cittadina: in particolare sono in forte rialzo le attività di abbigliamento, i bar e il comparto della ristorazione in genere”. “Abbiamo dovuto sopportare qualche sacrificio – osserva Del Regno – ma ora i negozianti di S. Severino sono contenti delle nostre iniziative: vinta la comprensibile diffidenza iniziale della chiusura del corso Diaz, ora sono proprio loro a richiamare clienti ed avventori provenienti dalle zone limitrofe. Questo ci sprona ed esorta a organizzare altre manifestazioni similari, soprattutto nell’imminente periodo estivo”. Tra le kermesse, si pensa infatti di proseguire con le “Notti bianche” e/o “in festa” nella walking area di corso Armando Diaz, ma anche – sempre in estate – di permettere alla consueta fiera settimanale che ha dato nome, lustro e vanto a S. Severino di tenersi nelle ore pomeridiane anziché il sabato mattina. Proseguiamo: Quali iniziative ancora attuare per risollevare le sorti degli acquisti nella città? “Abbiamo in programmazione un calendario di eventi dedicati, stilati in collaborazione e d’intesa con i commercianti stessi, durante le frequenti riunioni in cui dialoghiamo: sicuramente riprenderemo la consolidata esperienza delle “Notti bianche” – ben 18 fin ora a S. Severino – sia nei mesi della bella stagione che in inverno. Poi vi sarà la nuova edizione della tradizionale Fiera 4 A (Alimentazione, agricoltura, ambiente, artigianato), riproposta però nuovamente in piazza Portanova al capoluogo. Ciò in comune accordo con i rappresentanti degli ambulanti. Infine, contempliamo la possibilità di organizzare il mercato del sabato di sera”. Alcuni commercianti sostengono che le “Notti bianche” e la chiusura del corso al traffico veicolare non risultino utili. Lei che dice? Quale la sua opinione?“ A sostenere ciò è ormai solo una sparuta minoranza di negozianti, fatto sta che vi sono evidenti riscontri del successo delle nostre proposte. Questo, perché tali eventi costituiscono una vetrina di S. Severino e portano più avventori sul territorio”. Ma, ribattono alcuni negozianti – sia pur pochi, come affermato dall’assessore – che “Il commercio a S. Severino va verso il fallimento totale”. Per C.C., che parla a nome di altri titolari di negozi nella parte alta del centralissimo corso, e che temono ripercussioni sulle loro attività nel caso si lamentassero ad alta voce: “Sta già chiudendo un negozio su dieci, per fine anno prospettiamo il fallimento di circa la metà delle rivendite, al corso e non solo.” “Ben presto – commenta amaramente – rimarranno in piedi solo le gioiellerie.” Ad inficiare i ricavi e i guadagni di tali esercenti, sono parole loro, l’inesistenza degli ausiliari del traffico che coordino i parcheggi e le soste negli stalli e presso i parcometri e anche l’alto costo della stessa sosta, stabilita sempre dai parcometri installati in zona. A prescindere che a pagare sono – solitamente – i clienti che provengono da fuori S. Severino, e che magari inseriscono le monete (ben 2 euro) anche di domenica, quando invece non è previsto oppure si dovrebbe pagare di meno. I rivenditori attuano perciò alcune proposte, rivolte al classico “chi di dovere” (istituzioni, responsabili amministrativi, vigili urbani e/o polizia municipale, ausiliari del traffico, altri negozianti…): in primis il favorire gli acquisti (e lo shopping) “veloci” – ad esempio il giornale, il pacchetto di sigarette, il pane, qualche articolo necessario, stabilendo a 50 centesimi ogni mezz’ora il prezzo del parcometro. Poi – stigmatizzando le criticità – è necessario un maggior controllo sia dello scorrimento delle auto al centro di S. Severino che della questione parcheggi. Inoltre, le iniziative approntate dall’amministrazione devono essere più incisive e meglio organizzate, favorendo altri tipi di eventi ed happening – anche di matrice culturale: al posto della ormai obsoleta Fiera 4 A, per esempio, si possono organizzare manifestazioni quale le fiere del disco da collezione e del vinile – in atto già dal 5 giugno anche a Mercato S. Severino, a cura (terza edizione) dell’associazione Amdos e con la partecipazione di artisti di fama come Jim Malaga, al secolo Antonio Paganelli. Occorrono dunque kermesse che possano realmente portare il nome della cittadina fuori dai consueti ambiti provinciali e regionali. La minoranza dei negozianti “protestatari” puntualizza la “inefficienza amministrativa” da parte della governance di S. Severino; vengono sottolineate le (evidenti) contraddizioni delle “istruzioni” per utilizzare i parcometri di cui in precedenza: ad esempio, in piazza XX settembre il dispositivo di parcheggio reca la scritta “Massimo 30 minuti”, mentre proprio al rigo susseguente vi è scritto: “Un euro l’ora”. Un altro caso “lampante” è il segnale di via Guerrasio: esso consentirebbe la sosta di un’ora col disco orario, ma di traverso al corso e quindi impedendo il transito in zona. L’assessore Del Regno si dice pronto a collaborare con chi eleva le proprie “lamentele” e rincara affermando che un altro punto di forza di S. Severino potrebbe essere costituito dallo street-food, il cibo da asporto, oggetto di prossimi appuntamenti gastronomici sulla falsariga di altri paesi quale Positano, che ha organizzato un apposito festival.