La Pasqua: tra culto e tradizioni

Camilla Rella

 

E’ iniziata il 20 marzo, con la Domenica delle palme, la Settimana santa. Durante questa Settimana i fedeli ripercorrono gli ultimi giorni di Gesù con particolare attenzione ai momenti che riguardano la sua passione, morte e resurrezione. La Domenica è ricordato il momento il cui Gesù fece ritorno a Gerusalemme e il popolo gli rendeva omaggio agitando rami di palma davanti a lui. Durante le celebrazioni domenicali viene letto il racconto della passione di Gesù e i fedeli fanno benedire i loro rametti di palma per poi scambiarli con amici e parenti in segno di pace. Dal lunedì al mercoledì si ricorda il tradimento di Giuda nei confronti di Gesù per 30 denari. Giovedì si celebra la messa crismale in cui sono consacrati gli olii sacri e i presbiteri rinnovano le proprie promesse all’ordine sacro. In ogni chiesa è poi celebrata la messa dei fedeli in cui viene ricordata l’ultima cena e rappresentata la scena in cui Gesù lava i piedi ai suoi apostoli. Dopo la messa la chiesa viene chiusa al pubblico per la preparazione dell’adorazione. Questo momento prima era noto col nome di sepolcro perche l’altare veniva allestito con piantine di grano e fiori freschi. Il Cristo in croce viene coperto da un telo bianco, tutte le luci vengono spente e si crea un’atmosfera molto suggestiva per far raccogliere i fedeli in preghiera. La tradizione vuole che si visitino i sepolcri sempre in numero dispari. Venerdì viene ricordata la morte di Gesù crocifisso in croce e vi è la messa in scena della Via Crucis, secondo tradizione, viene celebrata verso le ore 15 una messa per la passione. A Salerno è stata celebrata domenica 20 la XXIX edizione della Via Crucis per le strade del centro storico, grazie alla comunità parrocchiale di S. Maria delle Grazie e S. Bartolomeo di Salerno in collaborazione con l’amministrazione comunale. Sabato si celebra la liturgia delle Ore. Nella notte del sabato ha inizio la solenne veglia pasquale che per la Chiesa cattolica è la celebrazione più importante di tutto l’anno liturgico. La resurrezione viene celebrata attraverso la liturgia del fuoco in cui si accende il nuovo cero pasquale, a cui segue la liturgia della parola ed infine la liturgia battesimale, nella quale i fedeli rinnovano le loro promesse battesimali e vengono battezzati i nuovi nati. La Settimana santa è seguita dalla domenica di Resurrezione in cui vi è appunto la gioia pasquale. Questa domenica è ampliata dall’ Ottava di Pasqua, la Chiesa celebra la pienezza di questo evento fondamentale per la durata di otto giorni, che si concludono con la II domenica di Pasqua , chiamata in albis, che è oggi dedicata al ricordo della divina Misericordia come voluto da Papa Giovanni Paolo II. I simboli di questa festività sono: l’ulivo, l’agnello, il coniglio, la colomba, la campana  e l’uovo. Tutti simboli che rappresentano la vita, la rinascita e la purezza.  Anche questa festività non manca delle sue tradizioni, soprattutto culinarie.  I cibi tipici consumati in questi giorni sono l’agnello, le uova sode, i carciofi arrostiti, la sopperssata, vari tipi di pizze rustiche a base di formaggi e salumi, le pastiere di riso e grano e la colomba, classico dolce pasquale. Sui colli giovesi è tradizione consumare la frittata di maccheroni dolce. Immancabile è il tradizionale uovo di cioccolato con sorpresa. Il primo uovo con sorpresa fu regalato a Francesco I di Francia nel XVI secolo, da qui l’usanza di inserire un piccolo dono all’interno dell’uovo di cioccolato. E’ nella Russia degli Zar che le uova preziose e decorate diventano regalo di Pasqua e Peter Carl Fabergé è l’artista orafo che con la sua genialità ha segnato la storia delle uova pasquali decorate. Le uova di cioccolata sono tanto amate quanto odiate appunto per le sorprese, spesso deludenti che vi si trovano.