Anno bisestile, eventi funesti?

di Rita Occidente Lupo
”Anno bisesto, anno funesto”, dicevano i Romani. Per tanti,  l’anno bisestile, spauracchio negativo. La sua genesi affonda le origini nell’antica Roma. Da quando nel 46 a.C., Giulio Cesare, per pareggiare i conti con le sei ore circa che ”avanzano” ogni anno dai 365 giorni canonici, seguendo i calcoli dell’astronomo Sosigene di Alessandria, introdusse nel suo calendario un giorno in più ogni 4 anni, subito dopo il 24 febbraio. E poiché il 24 febbraio, in latino, era il ”sexto die ante Calendas Martias”, quel giorno diventò il ‘‘bis sexto die”, da cui la denominazione ”bisestile”. Col tempo, la questione giunse perfino all’attenzione del Vicario di Cristo: Papa Gregorio XIII . Che si rese conto che, col passare dei secoli, la Pasqua veniva procrastinata al punto da finire quasi in estate. Pertanto eliminò tre anni bisestili, ogni 400 anni, quelli d’inizio secolo. Da allora gli anni bisestili non contano grandi avvenimenti. L’idea del ”funesto” colpevolizza i Romani, che ricordavano febbraio, Mensis Feralis, mese dei morti, dedicato ai riti per i defunti e alle cerimonie di purificazione. Nel 1400, Savonarola nonno, affermò che i bisesti erano nefasti per greggi e vegetazioni, che portavano epidemie e grandi tragedie. La vulgata popolare, ha poi costruito vari aneddoti a riguardo, che hanno rimandato il piglio scaramantico, giacchè alcuni eventi tragici, accaduti proprio in tali periodi. Ormai, tale credenza, radicata anche nel mondo anglosassone, fa decidere a chi nasce in tale giorno, di dichiarare il lieto evento l’indomani.  Certamente, se alcuni fatti, indubbiamente capitati nell’anno bisestile, anche da verificare come credenze apocalittiche, compresa quella recente dei Maya, non abbiano trovato compimento!