Mercato San Severino: presentazione libro Esposito – De Santis

Anna Maria Noia

Ugo De Santis, classe 1963, è coautore della pubblicazione “Stagioni di passioni 2” – un saggio vergato a quattro mani con il docente Emilio Esposito, inseparabile amico da una vita. Sottotitolo dell’opera: “Rapporti con le istituzioni e il Volontariato – il documento”. Un corposo manuale, 320 pagine, da distribuirsi gratuitamente ed edito per i tipi di “Brunolibri”. Si tratta di una raccolta di atti, di esperienze documentarie e di certificazioni o benemerenze, comprendente articoli e servizi mediatici sulle svariate attività promosse da De Santis ed Esposito – entrambi volontari Cri (Croce rossa italiana) nonché aperti ad altre esperienze nel sociale – nell’ambito del territorio ma anche in zone più complesse quali Roma e altre sedi. Il testo verrà presentato martedì prossimo, alle 10.30, presso la sala del gonfalone all’interno del municipio di Mercato S. Severino. Previsti gli interventi del primo cittadino Giovanni Romano, del vicesindaco Angelo Zampoli – addetto alle Politiche Sociali; dell’assessore alla Cultura Assunta Alfano, del relatore Paolo Diana – ricercatore dell’ateneo di Salerno. Inoltre discuteranno l’avvocato penalista Rosaria Vietri e il responsabile dell’Osservatorio sul Disagio Giovanile di S. Severino, Gennaro Sammartino. A moderare, il giornalista Mario Rinaldi. Invitate le rappresentanze di organi civici quali “La solidarietà” di Fisciano, la Croce Rossa locale e “La misericordia” – oltre naturalmente alla cittadinanza. De Santis è un uomo che ha compreso i propri errori, li ha metabolizzati appieno. Il suo trascorso, da uomo che ha sbagliato e poi è finito in carcere – fino al 2008 – è ormai tramontato. Dai suoi sbagli ha imparato a spendere l’esistenza “libera” in progetti e azioni di volontariato; il suo nuovo “curriculum” prevede all’attivo la lunga “militanza” (se così si può dire) nella Croce rossa – dove esercita le sue funzioni da ben 8 anni. Viaggiando tra Salerno, la Valle Irno, S. Severino e nella succitata capitale, si occupa di seminari e tiene convegni su argomenti di natura sociale – riguardanti l’inclusione e la re-integrazione dei carcerati, soprattutto migranti, forestieri. Egli ci ha raccontato, in una intervista ad hoc, come ha dato una mano a tali “stranieri” dietro le sbarre, grazie alla sua cultura (che definisce media): “Aiutavo gli immigrati analfabeti innanzitutto a comprendere la natura dei reati commessi, allo scopo di redimerli – sostiene – ma al contempo scrivevo per loro delle missive indirizzate agli avvocati e alle famiglie. Poi producevo istanze al tribunale. Ciò mi permetteva di conoscere le problematiche di ognuno e capire i loro drammi.” Scrivendo con Emilio Esposito – ci ha raccontato – ha messo nero su bianco l’esperienza dura della detenzione. Così ha riportato nella parte finale della seconda sua fatica letteraria anche molti temi e composizioni, elaborati scritti (ma non solo) e in fotocopia dei carcerati nella struttura riabilitativa di Fuorni (Salerno). Sempre in collaborazione con Esposito, infatti, lo scrittore sanseverinese ha utilizzato la tecnica della logoterapia – ovvero il curare attraverso le parole – applicando a ciò che i reclusi esprimevano la logoanalisi e l’analisi esistenziale. Ciò allo scopo di far emergere dal loro animo la ricerca profonda del significato dell’esistenza in chi ha commesso piccole o gravi mancanze. Il Nostro sta per conseguire la laurea triennale (specialistica) in Scienze dell’Amministrazione – presso “Unitelma Sapienza” (Napoli). Come emerge anche da quanto espresso dal e nel libro, è diplomato in Tecnologie delle Industrie elettriche. Col massimo dei voti. Una esistenza densa, la sua; tante le opportunità che ha ricevuto ma anche creato verso i carcerati e le altre fasce più emarginate della nostra – spesso ingiusta – società. Abbiamo avuto modo di discorrere, di parlare con De Santis – nell’attesa del convegno di oggi; si è rivelato una ottima persona, cambiata dentro – quando tanti maitre a penser mettono la mano sul fuoco riguardo al fatto che nessuno cambia realmente. Alla domanda: “A chi dedica il suo elaborato?” egli non ha avuto dubbi: “A Clara (Antonietta) mia sorella e alla cara nipote Deborah, scomparse prematuramente ad agosto 2015 in maniera tragica, ma anche a chi ha sbagliato, ai disagiati e ai giovani. Ad essi voglio consigliare di continuare il proprio percorso scolastico fino a quando possibile. V’è necessità di formarsi e studiare soprattutto argomenti e materie pratiche, inerenti le nuove professioni: nel settore tecnologico e dell’informatizzazione oppure in campo agricolo e artigianale.”“La politica oggi ha tante colpe e responsabilità verso i giovani – asserisce – in quanto i vertici istituzionali non hanno il coraggio di intraprendere la strada giusta, ma impopolare, che metta in discussione la loro poltrona. E’ una mala politica, quella di oggi – accusa Ugo De Santis. “Stagioni di passioni – ha indicato De Santis, non dimenticando il fattivo apporto e contributo di Emilio Esposito, che ha curato e si è occupato della prima parte “propedeutica” del volumetto – è nato non come “semplice” pubblicazione ma è parte integrante di un progetto mirante a coinvolgere istituzioni, scuole e università e il mondo del volontariato. Ciò per l’inserimento e il recupero o inclusione sociale delle persone disagiate. Non è più tempo di indugiare oltre – chiosa Ugo De Santis. Sotto la sua lente di ingrandimento in particolare gli stranieri, gli immigrati, i forestieri che ritroviamo dappertutto nella nostra realtà: dinanzi ai supermercati, per le strade e ai semafori. Una vera e propria invasione – a suo dire – che denota immagini di povertà. Pericolosa non per il singolo quanto per la “massa” di individui che reclama i propri sacrosanti diritti nel vivere il presente e il futuro. Una questione di ordine pubblico, per un discorso di “povertà morale” di queste vere e proprie vittime del malaffare. Infine ricordiamo che il primo libro di De Santis è andato letteralmente a ruba, esaurendo tutta la già cospicua tiratura. Così si spera per questo saggio. Differente ma con idee di fondo molto similari – appunto questo denota il variegato universo di “passioni” [sic!] degli autori. Un tributo al Volontariato – dunque – ma non solo: il libro contiene anche tanto, tanto altro.