Roma: presentazione di due volumi su prof. Alberto Granese

Alfonso Mariano    

Un evento che riempie di soddisfazione il diretto interessato e quanti gravitano nel suo Universo dei Saperi, docente di prima fascia presso l’Università di Salerno che ha formato tanti studenti, collocati  presso vari Atenei sua sfera Culturale. Destinatario di una Kermesse di alto valore scientifico il prof. Alberto Granese, critico letterario fra i più apprezzati, animatore di tanti salotti artistici, riceverà uno straordinario riconoscimento che inorgoglisce per la valenza dei personaggi, i maggiori italianisti che hanno tributato testimonianze ed affetto nei riguardi del docente salernitano. In una meravigliosa cornice di addetti ai valori e semplici cittadini, Giovedì 14 Gennaio 2016, ore16.00 presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, si terrà la presentazione di due opere:“Non di tesori eredità. Studi di Letteratura Italiana offerti ad Alberto Granese”, 2 Volumi con Introduzione e cura di Rosa Giulio, Edizioni Guida, Napoli 2015. Introduzioni: Andrea De Pasquale, Direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma-Rosa Giulio, Università di Salerno-Sebastiano Martelli, Università di Salerno. Coordina:  Angelo Raffaele Pupino, già Presidente della Società Italiana per gli Studi sulla Modernità letteraria (Mod)-Interventi: Beatrice Alfonzetti, Università di Roma “La Sapienza”-Rino Caputo, Università di Roma “Tor Vergata”-Claudio Griggio, Università di Udine-Aldo Maria Morace, Università di Sassari. Nei due volumi di 1200 pagine complessive sono presenti con 60 contributi gli Italianisti di quasi tutte le maggiori Università dell’Italia centro-settentrionale, da Udine (Claudio Griggio), Padova (Silvio Ramat), Milano (Giorgio Baroni), Torino (Giorgio Bàrberi Squarotti, Mariarosa Masoero, Enrico Mattioda, Barbara Zandrino), Genova (Alberto Beniscelli, Luigi Surdich) a Ferrara (Carmen Di Donna Prencipe), Bologna (Andrea Battistini), Siena (Stefano Carrai), Roma (“La sapienza”: Beatrice Alfonzetti; “Tor Vergata”: Angelo Fàvaro), Molise (Luigi Montella), e soprattutto meridionale, da Napoli (“Federico II”: Francesco D’Episcopo, Raffaele Giglio, Matteo Palumbo, Pasquale Sabbatino; “Orientale”: Elena Candela, Angelo R. Pupino, Carlo Vecce), Bari (Michele Bianco, Giuseppe Bonifacino, Grazia Distaso, Pasquale Guaragnella, Vitilio Masiello, Giovanna Scianatico, Leonardo Sebastio, Francesco Tateo, Franco Vitelli, Pasquale Voza), Lecce (A. Camerino, Ettore Catalano), Foggia (Domenico Cofano, Domenico Defilippis) alle isole: Sardegna (Sassari: Aldo Maria Morace); Sicilia (Catania: Sergio Cristaldi, Guido Nicastro, Mario Tropea; Palermo: Antonio Iurilli, Michela Sacco Messineo; Messina: Giuseppe Rando). Folta la schiera degli italianisti dell’Università di Salerno (Leonardo Acone, Epifanio Ajello, Renato Aymone, Angelo Cardillo, Rosa Giulio, Emma Grimaldi, Sebastiano Martelli, Milena Montanile, Pietro Pelosi, Antonio Pietropaoli, Luigi Reina, Luigi Torraca, Rosa Troiano), di allievi e studiosi (Gabriella Carrano, Loredana Castori, Domenico D’Arienzo, Roberta Delli Priscoli, Antonio Biagio Fiasco, Enza Lamberti, Antonia Marchianò, Renato Ricco, Carlo Santoli, Giovanna Scarsi). L’opera comprende in ordine cronologico tutti i secoli della nostra civiltà letteraria. Il primo volume contiene cinque saggi su Dante, dal Convivio alla Commedia, con riferimenti anche all’opera di San Bonaventuta, e un numero cospicuo di contributi che, partendo da Boccaccio, attraversano la letteratura dell’Umanesimo e del Rinascimento, da Pontano e Sannazaro ad Ariosto, a Tasso e all’Aretino, con un’attenzione rivolta alla ricezione e alle traduzioni dei classici della civiltà greco-romana. Seguono gli studi sulla produzione lirica, poematica e teatrale del Seicento, soprattutto sul Barocco napoletano, fino ai due secoli che inaugurano la Modernità, il Settecento e il primo Ottocento, con saggi su Metastasio, Filangieri, Conti, Cesarotti e soprattutto Foscolo, in omaggio a Granese, studioso del poeta ellenico.veneziano. Il volume si chiude con tre  importanti relazioni su Leopardi, sull’archetipo del romanzo storico ottocentesco e le radici linguistico-culturali dell’identità e unità nazionale. Il secondo volume, che va dal secondo Ottocento fino al primo decennio del Duemila, con punta rilevante nel Novecento, comprende lavori su Manzoni, Collodi, De Sanctis, Capuana, Di Giacomo, e una vasta gamma di saggistica novecentesca con ben cinque presenze di Pirandello, a cui seguono numerosi contributi dedicati ai poeti, da d’Annunzio, Corazzini e Saba a Montale, Sinisgalli, Giudici, e ai narratori, tra cui Savinio, Gadda, Alvaro, Pavese, Calvino, Rea, Testori, Berto, Moravia, Pasolini, Sciascia, Bufalino, Consolo, Nigro. Il volume si chiude con un saggio sugli studi dedicati da Granese alla letteratura nelle società moderne.

e l’amistà raccolga

 Non di tesori eredità, ma caldi

 Sensi… (Ugo Foscolo, Dei Sepolcri, 148-150)