Mali d’italia: SOS al Governo!

Giuseppe Lembo      

Si parla ed a ragione spesso dei mali d’Italia; se si parla di un’Italia dismessa, è perché e purtroppo, nella realtà italiana c’è un insieme di gravi sofferenze umane, sociali, economiche e non ultime culturali; tanto, da far tremare le vene ai polsi; tanto, da richiamare responsabilmente tutti a riflettere e ad assumere, così come si conviene, perché assolutamente necessario, comportamenti italiani seri ed all’altezza della grande sfida globale che ci troviamo a combattere ed a dover assolutamente vincere, se vogliamo salvarci ed evitare di essere tragicamente travolti. Il default italiano non gioverebbe a nessuno; proprio a nessuno degli italiani e tanto meno servirebbe per combattere le tante criticità italiane, evitando la grave e rovinosa dismissione del nostro Paese, sempre più negato al futuro. L’Italia, soprattutto per colpe italiane, ultimamente aggravate da un fare europeo, poco unito ed altrettanto poco solidale che impone a destra ed a manca un rigore che nega senza appello, il futuro ai Paesi UE soprattutto dell’area mediterranea, con grave indifferenza per quello che realmente sono ed hanno rappresentato, in quanto civiltà e saperi, così come ancora oggi testimoniato, nella Storia dei popoli della Terra, purtroppo, è sempre più indifferente a chi arrogantemente vuole dimenticare il passato, cancellandone i percorsi, considerati sempre più ingombranti e scomodi. Analizzando da vicino i tanti mali d’Italia, ci si rende conto che il nostro Paese, oltre alla crisi umana, sociale e politica, è anche in grave crisi economica. Si produce sempre meno italiano; al suo affanno fortemente sistemico, si cerca di dare risposte, trovando sempre più spesso, le soluzioni sbagliate che ne aggravano i percorsi, rendendoli  senza soluzioni e dal futuro negato. Purtroppo, l’evidenza senza se e senza ma, delle gravi sofferenze italiane è, soprattutto e prima di tutto, nel fatto che si produce sempre meno italiano; tanto, in tutti i settori; tanto, e soprattutto, in tutti i settori strategici umani, sociali ed economici, un presupposto insostituibile del futuro italiano, venendo meno i quali, si arriva alla sola tragica situazione di Paese dismesso. È assolutamente necessario evitare il “tutto va bene” basato unicamente sui soli presupposti di una falsa ed inopportuna propaganda; così facendo ci facciamo solo male ed assistiamo impotenti alla quotidiana azione di un crescente smantellamento italiano, con interventi sofferti da parte di chi, in lungo ed in largo nel Paese, è costretto a cancellare la propria attività produttiva, chiudendone i battenti; è un amaro e diffuso fenomeno che riguarda la vita del fare italiano, mancando il quale c’è, così come c’è in Italia oggi, il solo avvelenato clima della dismissione. È un’amara realtà italiana; tanto, per il lavoro che non c’è, con milioni di disoccupati, disperatamente in balia di se stessi; è un grave fenomeno italiano che riguarda soprattutto il mondo giovanile, con tantissimi giovani che non studiano, non lavorano né sono in attesa di lavoro e che, considerando i tristi scenari italiani, del lavoro che non c’è, da rassegnati non lo cercano, rendendo così difficile e senza futuro la propria vita, fortemente segnata da un futuro disumanamente negato. Oltre alla delocalizzazione, alla crisi del lavoro, alle tante saracinesche abbassate ed alla crescente e sempre più diffusa povertà, non più e sola geografica del Sud povero, c’è a macchia di leopardo, una povertà italiana che, sempre più, attraversa trasversalmente la società, dove senza confini di appartenenza, si ha una diffusa crescita dei poveri che, soprattutto nelle grandi città, produce sempre più disperazione e morte. Questi sono gli aspetti della vita italiana, visibili e traducibili in cifre con numeri assoluti e percentuali; con numeri in crescente aumento sia nelle cifre assolute che conseguentemente nelle percentuali. Un clima triste di disperazione e di morte, con tanti suicidi, sempre più dalle radici prodotte dalla governance italiana che, da indifferente,  non ha saputo e non sa garantire la vita dei suoi cittadini che, sempre più spesso scelgono la via breve del suicidio, come liberazione necessaria delle tante sofferenze umane difficili da sopportare. Tanti disperati della Terra italiana fuggono dall’Italia offrendosi al mondo non solo per le braccia, ma anche per i cervelli, andando a produrre ricchezza e sviluppo, fuori dall’ormai ammalato suolo italiano che, tra l’altro, è sempre più insicuro. Le cause dello sconquasso Italia, volendo smetterla qui, sono soprattutto da addebitare alla malapolitica che ha prodotto la malasocietà italiana; sono cause irrimediabilmente profonde, senza possibilità di salvezza dell’Italia e degli italiani, avendo ormai compromesso nel profondo l’insieme italiano, facendone ammalare e gravemente la famiglia e la società, sempre più mala società, con l’agenzia della scuola, assolutamente insostituibile nella formazione delle future generazioni, purtroppo sempre più incapace di formare e di produrre quella cultura e quei valori che servono alla buona società, per costruire insieme percorsi di vita saggi, così come insegnano i giusti della Terra, un riferimento da noi da tempo cancellato, ma assolutamente necessario per pensare al futuro e ad un mondo nuovo che, purtroppo, interessa sempre meno il nostro Bel Paese, del tutto indifferente ai valori, ai saperi, alla cultura ed al rispetto per l’uomo, con altrettanto rispetto per la legalità dei diritti comuni a tutti gli uomini della Terra, primo dei quali il diritto alla vita, il diritto alla libertà, il diritto delle garanzie umane universalmente intese e riconosciute, ma sempre più spesso violate, soprattutto per una volontà dei forti sui deboli e per quella profonda crisi umana, anche fortemente diffusa in Italia di profonda e diffusa indifferenza per l’Essere, essendo tutto l’umano italiano pensato come solo avere e come solo apparire, negandosi così alla mutazione genetica dell’IO che non riesce a diventare NOI.